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23 novembre 2017

Cristiani e yazidi destinatari privilegiati dei fondi USA per i programmi umanitari dell'ONU

By Fides

Gli Stati Uniti confermano l'intenzione di indirizzare verso cristiani, yazidi e altri gruppi religiosi minoritari presenti in Iraq, una parte dei fondi finora stanziati dall'Amministrazione USA per i programmi di sviluppo organizzati e gestiti dalle agenzie legate alla Organizzazione delle Nazioni Unite. La conferma è arrivata dall'Ambasciatrice Nikki Haley, Rappresentante permanente degli USA presso le Nazioni Unite, che martedì 21 novembre ha esposto l'intenzione programmatica USA in un incontro avuto con António Guterres, Segretario generale dell'ONU. L'Ambasciatrice Haley ha spiegato a Guterres che l'attuale Amministrazione USA perseguirà l'annunciato intento di riservare una parte dei propri contributi a favore dei programmi di sviluppo ONU per assistere in via prioritaria quelle comunità, “specialmente yazidi e cristiani in Iraq”, che hanno sofferto violenze da parte dello Stato Islamico (Daesh). Haley ha anche sollecitato Guterres a dare priorità – nel suo ruolo di Segretario generale ONU - al sostegno a favore delle minoranze religiose perseguitate. Guterres – riferisce un resoconto dell'incontro diffuso dall'ufficio di rappresentanza USA presso l'ONU - ha apprezzato l'opportunità di collaborare con l'Ambasciatrice Haley su questa priorità”.
Di recente, il Vice Presidente USA Mike Pence aveva preannunciato l'intenzione dell'Amministrazione USA di gestire direttamente finanziamenti e aiuti a favore dei cristiani in Medio Oriente, collaborando con organizzazioni religiose e senza più passare attraverso gli organismi ONU. Lo aveva fatto lo scorso 25 ottobre (vedi Fides 27/10/2017), intervenendo alla cena di solidarietà annuale per i cristiani in Medio Oriente, promossa a Washington dall'organizzazione USA In Defense of Christians. "Non ci affideremo più solo alle Nazioni Unite per aiutare i cristiani perseguitati e le minoranze” aveva detto Pence in quell'occasione, riferendo che le agenzie federali "lavoreranno fianco a fianco con gruppi di fede e organizzazioni private per aiutare coloro che sono perseguitati per la loro fede". "Mentre i gruppi d'ispirazione religiosa con provata competenza e radici profonde in quelle comunità sono più che desiderosi di aiutare” aveva rimarcato il Vice Presidente USA, “le Nazioni Unite troppo spesso ignorano le loro richieste di finanziamento”.
In una recente intervista, il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako ha fatto notare che “negli ultimi anni in Medio Oriente i cristiani hanno sofferto ingiustizie, violenze e terrorismo. Ma questo è accaduto anche agli altri loro fratelli iracheni musulmani, e a quelli di altre fedi religiose. Non bisogna separare i cristiani dagli altri, perché in quel modo si alimenta la mentalità settaria”.