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17 ottobre 2017

Nuovi venti di guerra sulla Piana di Ninive

By Fides

Le “Brigate Babilonia”, formazione delle milizie di protezione popolare che contano nei propri ranghi anche miliziani cristiani, hanno intimato alle milizie curde Peshmerga di abbandonare tutte le aree della Piana di Ninive sotto il loro controllo, ricevendo il rifiuto dei contingenti militari che rispondono al governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno. Nei giorni scorsi, proprio i Peshmerga avevano arrestato alcuni membri del clan familiare di Ryan al Keldani (Ryan “il Caldeo”), capo delle cosiddette “Brigate Babilonia”. Fonti curde hanno riferito che i Peshmerga dispiegati nella Piana di Ninive risponderanno militarmente a tutte le componenti armate che proveranno ad attraversare il confine delle aree da loro controllate.
Le intimazioni delle “Brigate Babilonia” e l'ipotesi di un loro attacco alle postazioni Peshmerga sono solo un sintomo dei nuovi conflitti che dopo il referendum indipendentista del Kurdistan sembrano incombere su ampie regioni nord-irachene appena liberatesi dall'occupazione o dall'assedio jihadista del sedicente Stato Islamico (Daesh).
Fra le “aree contese” tra il governo di Baghdad e le forze indipendentiste del Kurdistan, oltre alla regione petrolifera di Kirkuk, figura anche la Piana di Ninive, area di tradizionale radicamento delle comunità cristiane autoctone. Le tensioni tra “Brigate Babilonia” e i Peshmerga curdi alimentano preoccupazioni anche tra i cristiani che negli ultimi mesi erano tornati ai propri villaggi della Piana di Ninive, dopo aver vissuto a lungo come profughi, negli anni in cui Mosul e una parte della provincia di Ninive erano in mano ai jihadisti di Daesh. I profughi cristiani ritornati alle proprie case temono di vedere la Piana di Ninive di nuovo trasformata in terreno di battaglia, stavolta tra i curdi Peshmerga contrapposti all'esercito iracheno, o alle “Brigate Babilonia e a altre forze di mobilitazione popolare (prevalentemente sciite) che hanno preso parte alle operazioni militari contro i jihadisti di Daesh.