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21 giugno 2017

Il Patriarca assiro Gewargis III visita Telkaif e incontra il capo delle “Brigate Babilonia”

By Fides

Mar Gewargis III, Patriarca della Chiesa assira d'Oriente, ha visitato i territori della Piana di Ninive liberati dall'occupazione delle milizie del sedicente Stato Islamico (Daesh). Durante la sua visita, avvenuta sabato 17 giugno, il Primate della Chiesa assira ha incontrato a Telkaif anche Ryan al Keldani, capo delle cosiddette “Brigate Babilonia”, formazione delle milizie di protezione popolare che negli ultimi mesi hanno cercato di ritagliarsi un ruolo nelle operazioni militari anti- jihadiste, richiamando in maniera insistente la presenza nei propri ranghi di miliziani cristiani. Secondo informazioni diffuse dalle stesse “Brigate Babilonia”, e rilanciate dai media locali, il Patriarca assiro avrebbe espresso parole di elogio e di ammirazione per il “coraggio” mostrato dalle milizie di protezione popolare e per il contributo da esse fornito alla liberazione della Piana di Ninive.
In passato, a più riprese, il Patriarcato caldeo aveva espresso inequivocabili prese di distanze nei confronti delle “Brigate Babilonia” e dei tentativi di accreditare la presenza di milizie “cristiane” sugli scenari di guerra iracheni.
Nel marzo 2016, il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako aveva ribadito con forza che la Chiesa caldea “non ha nessun legame, né diretto né indiretto, con le cosiddette 'Brigate Babilonia', né con nessun'altra milizia armata che si presenta come cristiana”. Nel febbraio scorso (vedi Fides 16/2/2017) il Patriarcato caldeo aveva preso le distanze anche dallo stesso Ryan al Keldani, dopo che il miliziano, in un programma televisivo, aveva sostenuto che anche gruppi armati cristiani si erano organizzati per partecipare alla battaglia di Mosul e vendicarsi dei musulmani sunniti. In quell'occasione, il Patriarcato caldeo aveva dffuso immediatamente un comunicato ufficiale in cui si sottolineava con forza che Ryan 'il caldeo' “non ha alcun legame con la morale insegnata da Cristo, messaggero di pace, amore e perdono”, e non può “fare tali affermazioni coinvolgendo i cristiani”, in quanto “non li rappresenta in alcun modo”.