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15 giugno 2017

Delegazione ungherese in Iraq e finanziamenti per la ricostruzione


Come si può aiutare le famiglie e i giovani cristiani in Iraq a ricominciare la loro vita dopo la distruzione degli estremisti islamici? Trovare risposte a questa domanda è stato lo scopo primario della delegazione ungherese che recentemente ha visitato i villaggi cristiani liberati in Iraq del Nord, nella Piana di Ninive. György Hölvényi, europarlamentare ungherese, Fra’ Csaba Böjte francescano, direttore della Fondazione San Francesco di Déva che si occupa della protezione e dell’integrazione sociale dei bambini abbandonati, e P. Szabolcs Sajgó S.I., rappresentante in Ungheria del Jesuit Refugee Service, hanno visitato diverse città della regione.
Tra gli eventi, che dimostrano la collaborazione delle chiese cristiane per la ricostruzione, la delegazione ha avuto occasione di partecipare a quello organizzato dalla fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre (ACS/ACN) per consegnare le donazioni destinate alla ricostruzione delle case per le prime 100 famiglie ritornate nel loro Paese natio. Fra’ Csaba Böjte ha pregato sulle rovine della chiesa a Bakhdida per la pace nel Paese. Hanno, poi, incontrato i capi delle comunità cristiane della regione.
Ad Erbil, capoluogo della regione autonoma del Kurdistan iracheno, hanno visitato l’andamento della costruzione della scuola cristiana, finanziata dal Governo ungherese e dalla Conferenza Episcopale Ungherese, che aprirà le porte in settembre agli studenti di tutte le confessioni, come previsto dalla legge irachena.
La delegazione ha visitato anche la città di Teleskof (Tell-Asquf), distrutta dagli estremisti islamici, per la cui ricostruzione il Governo ungherese insieme con le chiese locali ha sviluppato un progetto speciale. Il relativo accordo di finanziamento, in virtù del quale il Governo ungherese concede dei fondi del valore di circa 1,8 milioni di euro a questo progetto, è stato firmato a Budapest il 29 maggio dal Primo Ministro ungherese Viktor Orbán e il patriarca caldeo Louis Raphael Sako.
Dopo la visita, l’On György Hölvényi, deputato europarlamentare ha spiegato in un’intervista che purtroppo in Europa manca quel modo di pensare per cui sarebbe meglio aiutare i bisognosi nel loro ambiente, nel loro contesto invece di sostenere la loro emigrazione. La cultura dell’accoglienza è guidata anche dall’egoismo, dagli interessi economici in Europa. L’onda dei migranti invece ha fatto capire l’importanza di cambiare politica, cosa che i paesi dell’Europa centro-orientale hanno già potuto riconoscere a causa della loro storia. I cristiani dell’Iraq si chiedono: Andare o rimanere? Si tratta delle comunità cristiane più antiche del mondo. Aiutarli a rimanere nelle loro terre per un europeo dovrebbe essere una questione di diritti umani, di cultura, e di sicurezza.