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19 giugno 2017

Caldei in Iraq: numeri allarmanti

By Baghdadhope*

Il Patriarcato caldeo ha pubblicato i dati che riguardano la popolazione di fede cristiana e di rito caldeo in Iraq.
Di seguito la traduzione e l'adattamento di Baghdadhope.

I cristiani caldei costituiscono una parte integrante delle diverse realtà che formano l'Iraq al cui progresso hanno grandemente contribuito attraverso le numerose scuole ed istituzioni da essi dirette, il loro apporto culturale e le loro competenze spese lavorando con altri cristiani e con i musulmani per consolidare e supportare i valori della tolleranza, della cittadinanza e della coesistenza. 
Sfortunatamente le ondate di emigrazione che si sono succedute hanno ridotto il numero dei caldei: la guerrra Iraq-Iran, gli anni dell'embargo, la sconfitta e la caduta del regime, il loro essere bersaglio di violenza in particolar modo da parte prima di organizzazioni criminali e successivamente da parte delle bande del Da'esh hanno portato al loro sradicamento da Mosul e dalla Piana di Ninive nel 2014, processo a cui hanno contribuito forze esterne che li hanno incoraggiati e facilitati nell'emigrazione.

PRESENZA NELL'AREA
I caldei sono presenti in diverse aree dell'Iraq: Bassora, Nassiriya, Wasit, Amarah, Hilla, Baghdad, Baquba, Kirkuk, Sulemaniya, Kosanjak, Armutah, Shaqlawa, Erbil, Ankawa, Karamles, Mosul, Telkaif, Batnaya, Baqofa, Tellesqof, Sharfiye, Alqosh, Ayn Sifni, Janbour, Bandwaya, Dohuk, Zakho ed Aqra, oltre a 40 villaggi interamente da loro abitati.
I caldei non usano la loro presenza nell'area nè i dati che li riguardano per ambizioni politiche perchè sin dalla formazione dello stato iracheno negli anni 20 del 900 hanno dimostrato la loro lealtà verso la patria. Non ambiscono a creare organizzazioni politiche o di parte se si esclude l'apertura di circoli sociali negli anni 80.  

DATI:
E' praticamente impossibile fornire dati riguardanti il numero dei caldei in Iraq e le statistiche sono incerte ed inaccurate.
I dati statistici del governo iracheno risalgono al 1987 e stimavano il numero dei cristiani in 1.262.000 persone, il 4% della intera popolazione, di cui un milione di caldei ed il resto appartenenti alle altre chiese.
William Khamo Warda
nella sua dissertazione di laurea "Protezione Internazionale delle Minoranze Irachene" ha indicato, citando il Ministero della Pianificazione, che secondo il censimento generale del 1997 i cristiani erano 1.400.000, e che secondo le stime americane il loro numero è sceso oggi a 500.000 persone. (nota)
Nello stesso 1997 l'Annuario Pontificio ha pubblicato le statistiche riguardanti i cattolici nel mondo. Per quanto riguarda l'Iraq i dati erano basati sui rapporti mancanti di accuratezza scientifica e statistica forniti dai vescovi che sembrano tutt'oggi riferirsi agli stessi numeri (i dati dei battesimi sono accurati perchè registrati dalle chiese).
Ad essere più affidabili sono quindi i dati pubblicati dal governo!
Secondo l'Annuario Pontificio del 1997, infatti, i dati relativi ai caldei ed ai siro cattolici a Baghdad e Mosul erano i seguenti:
Caldei a Baghdad: 150.500; battezzati: 2082.
Ad essi si aggiungono 2000 persone che vivevano allora ad Hilla, Habbaniya e Baquba.
Caldei a Mosul
18.920; battezzati: 345
La diocesi include Mosul, Telkeif e Karamles
.
La chiesa Siro-Cattolica - la seconda per numero di fedeli - ha due diocesi: Baghdad e Mosul 
A Baghdad vivevano nel 1997 23.900 fedeli siro-cattolici; battezzati 290
Mosul: 27.800; battezzati: 692
La diocesi siro cattolica di Mosul include i centri di Qaraqosh, Bartella, Bashiqa, Zakho e Kirkuk.
Oggi non esistono statistiche accurate. In linea generale si parla di una proporzione del 2% della popolazione cristiana sul totale. Qualcuno parla di mezzo milione di fedeli cristiani ma non ci sono prove certe di ciò e solo il governo iracheno può avere dati certi.

DIOCESI

La chiesa caldea in Iraq ha 8 diocesi: Bassora, Baghdad, Kirkuk, Erbil, Mosul (temporaneamente chiusa), Aqra, (sede vacante) Alqosh e Dohuk (comprendente  le diocesi di Amadhiya e Zakho).
Oggi il numero dei cristiani è diminuito a causa dell'emigrazione dal paese, un fenomeno che ha interessato anche i caldei. Non si è trattato di un'emigrazione di nuclei familiari ma di singoli individui che le famiglie attendono di raggiungere. Una vera tragedia che vede le famiglie divise tra diversi continenti.

CHIESE CALDEE A BAGHDAD
8 chiese di solito molto frequentate sono state chiuse dopo la caduta del regime ed il peggiorare delle condizioni di sicurezza e le violenze contro i cristiani nella maggior parte delle città irachene che hanno causato la migrazione verso il Kurdistan e l'estero. 
Le chiese chiuse sono:
San Giacomo - (Hay al-Asia); San Giuseppe Lavoratore (Nafaq al-Shurta); Sant'Efrem (Shalshiya); Madre dei Dolori (Shorja); Vergine Maria (Camp Kailani); Madre del Soccorso (Saadoun); Santa Trinità (Al-Habibiya); Divina Sapienza (Al Suleikh) appartenente ai Gesuiti. Chiuse sono anche le chiese ad Hilla, Baquba ed Habbaniya.
Le chiese attualmente funzionanti sono 17 e si trovano quasi tutte nella zona di Rusafa (ad est del fiume Tigri): Ascensione; Sant'Elia; San Tommaso; San Giorgio; San Paolo (al-Zafraniya); Felicitazioni della Vergine ; San Pethion (martire caldeo del V secolo)  Maria Vergine; San Mari; Sacro Cuore; San Giuseppe; Regina del Rosario; Sacra Famiglia; Trasfigurazione; Apostoli Pietro e Paolo; Giovanni Battista; Protettrice dei raccolti.
In tutto la chiesa caldea a Baghdad conta, tra chiuse e funzionanti, 25 chiese esclusi i monasteri. Le altre confessioni cristiane hanno ognuna una, due o al massimo tre chiese. Il mantenimento delle chiese caldee è un impegno finanziario molto gravoso per il Patriarcato che negli ultimi 4 anni ha speso allo scopo più di un miliardo di dinari (pari a circa 765.000 di Euro)

PREOCCUPAZIONI PER IL FUTURO
Il nostro futuro ci preoccupa. Per questa ragione coloro che si trovano all'estero dovrebbero condividere la nostra preoccupazione e non alimentarla. Ringraziamo chi ci è moralmente, fisicamente e spiritualmente vicino e chiediamo ad ogni cristiano di riflettere e attivarsi a favore del futuro dei cristiani dell'Iraq per rafforzare e supportare la sua presenza in patria ed arrivare ad una pace duratura, alla stabilità, alla creazione di posti di lavoro ed alla giusta considerazione dei diritti e della dignità umana in modo da assicurarle il rispetto della vita, delle tradizioni, delle aree in cui vive, della lingua e della fede.
Lo stato iracheno dovrebbe trasformare questi concetti in una realtà fatta di un governo forte e rispettoso delle leggi, del raggiungimento dell'eguaglianza e della giustizia sociale attraverso la creazione di uno stato civile e moderno che si rapporti ai suoi cittadini in egual modo, a dispetto della loro religione e della loro etnia.
Ciò rassicurerebbe i cristiani e li spingerebbe a rimanere in patria contribuendo con tutte le loro energie e competenze a ricostruire la loro comunità in Iraq e nel Medio Oriente
senza paura.
Solo così alcuni di coloro che sono emigrati potrebbero essere incoraggiati e tornare ad investire nello sviluppo del paese.   

(1) وليم خمو وردا، الحماية الدولية للأقليات، دراسة حالة الحماية الدولية للمسيحيين العراقية، رسالة ماجستير – سنة 2013 ، ص 221