 By SIR
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24 aprile 2017
“Nella Piana di Ninive, l’Isis ha occupato tutta la regione e ha 
cacciato via i cristiani e altri. Ora la maggior parte della zona è 
stata liberata. Io sono stato lì 4 volte per dire: ‘Questa terra è 
nostra, non dev’essere occupata da un altro’. Abbiamo incoraggiato la 
gente a tornare, e ora a Teleskuf, per esempio, ci sono 400 famiglie che
 con il loro parroco hanno celebrato la Pasqua nel loro villaggio. 
Questo è successo anche a Baqofa e a Batnaya, mentre a Mosul ci sono 5 
famiglie”. 
È la testimonianza che questo pomeriggio il patriarca caldeo di Baghdad, Louis Raphaël I Sako, ha voluto condividere durante la celebrazione eucaristica che ha concluso la terza giornata della 40ª Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo in svolgimento a Rimini. “Oggi qui ho sentito gioia e libertà, atmosfera familiare, spontaneità e pace”, ha ammesso Sako, riconoscendo che “tutto questo ci manca in Medio Oriente”.
“La Chiesa e i cristiani sono invitati a denunciare ingiustizia, ignoranza, povertà, malattie, disoccupazione e rispetto della libertà e della dignità delle persone. Questo deve capire il nostro mondo, soprattutto quello mediorientale”, ha ammonito il patriarca. “Torno in Iraq con tanto coraggio e tanta speranza. Siamo un piccolo gregge, ma siamo dinamici”. “Siamo molto apprezzati – ha spiegato il patriarca – perché abbiamo una missione verso i nostri fratelli concittadini musulmani che non sono fanatici. Sono gente molto brava, che ha sofferto come noi per l’Isis”.
È la testimonianza che questo pomeriggio il patriarca caldeo di Baghdad, Louis Raphaël I Sako, ha voluto condividere durante la celebrazione eucaristica che ha concluso la terza giornata della 40ª Convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo in svolgimento a Rimini. “Oggi qui ho sentito gioia e libertà, atmosfera familiare, spontaneità e pace”, ha ammesso Sako, riconoscendo che “tutto questo ci manca in Medio Oriente”.
“La Chiesa e i cristiani sono invitati a denunciare ingiustizia, ignoranza, povertà, malattie, disoccupazione e rispetto della libertà e della dignità delle persone. Questo deve capire il nostro mondo, soprattutto quello mediorientale”, ha ammonito il patriarca. “Torno in Iraq con tanto coraggio e tanta speranza. Siamo un piccolo gregge, ma siamo dinamici”. “Siamo molto apprezzati – ha spiegato il patriarca – perché abbiamo una missione verso i nostri fratelli concittadini musulmani che non sono fanatici. Sono gente molto brava, che ha sofferto come noi per l’Isis”.