“La mafia dei terreni e delle proprietà è tornata a colpire. Sono 
criminali che realizzano documenti falsi e certificati contraffati, per 
rivendicare beni, case o attività di cristiani emigrati dal Paese in 
questi anni a causa delle guerre e delle violenze”. È quanto racconta ad
 AsiaNews il parlamentare cristiano Yonadam Kanna, leader dell'Assyrian Democratic Movement,
 membro della Commissione parlamentare sul lavoro e gli affari sociali, 
che conferma il nuovo attacco contro proprietà cristiane a Baghdad. 
“Sono bande specializzate, una mafia che opera secondo uno schema: 
falsifica gli attestanti, si reca in tribunale e davanti ai giudici, 
rivendica il possesso di un bene che in realtà non è loro. E i giudici, 
ogni volta, finiscono per cedere”.
Nelle ultime settimane è tornato di nuovo alla ribalta la questione 
del sequestro dei beni cristiani, in particolare nella capitale irakena 
dove si registra la quasi totalità dei casi. Si tratta di case, negozi, 
edifici appartenenti, nella maggior parte dei casi, a cristiani che 
hanno abbandonato il Paese a partire dal 2003 per il progressivo 
deterioramento delle condizioni di sicurezza.
Il fenomeno era già stato denunciato poco più di un anno fa dall’allora vescovo ausiliare di Baghdad, mons. Shlemon Warduni,
 il quale aveva parlato di proprietà cristiane “nel mirino dei 
criminali”, a fronte di un governo e di una polizia “deboli”. Il prelato
 aveva dichiarato di non sapere “nello specifico” quali “milizie o 
bande” siano responsabili degli attacchi; tuttavia, si tratta di un 
fenomeno “presente” e che “fa molto male ai nostri fedeli”.
Nella lettera pastorale inviata ai fedeli in occasione del Natale 
2015, anche il patriarca caldeo mar Louis Raphael Sako aveva denunciato 
in modo ampio e diffuso il fenomeno, inserendolo all’interno dei mali 
che “affliggono la società”. Sua beatitudine aveva parlato di “famiglie oggetto di attacchi mirati ed espropri da parte di delinquenti e gruppi estremisti”, rivolgendo un appello alle autorità per una maggiore sicurezza e protezione dei cristiani.
Ora il fenomeno sembra riguardare non solo la confisca delle case e 
degli immobili, ma riguarda pure frutteti, appezzamenti di terreni e 
negozi, oltre che monasteri e antichi luoghi di culto. Nel mirino l’area
 di Karrada, a Baghdad, e altri distretti a maggioranza cristiana. 
Alcune di queste aree si concentrano nella parte antica della capitale.
Alcune fonti istituzionali della capitale spiegano che vi sono tre 
tipologie di gruppi che operano per espropriare le case dei cristiani: 
il primo è riconducibile a una mafia locale che opera e colpisce per 
conto dello Stato, attraverso circoli immobiliari e registrazione di 
documenti falsificati; il secondo è costituito da milizie religiose, in 
maggioranza sciite; il terzo è composto da singoli individui che operano
 con la finalità di un arricchimento personale e indebito.
Fra quanti cercano di contrastare questo fenomeno vi è proprio il 
parlamentare cristiano Yonadam Kanna: “Mi sono rivolto alla Corte 
suprema - spiega ad AsiaNews - per fermare questa tendenza. Vi 
sono regole, ma non sono sufficientemente chiare e spesso restano 
disattese. Ho lanciato anche un appello al premier Haider al-Abadi e 
alla magistratura”. “Il fenomeno è iniziato con l’invasione dell’Iraq, 
nel 2003 - prosegue il parlamentare cristiano - e ha riguardato migliaia
 di case e beni espropriati. Per quanto concerne case e attività dei 
cristiani, sarebbero diverse centinaia. La mafia locale agisce 
falsificando i documenti e rilevando le strutture”. Per Yonadam Kanna è 
arrivato “il momento di intervenire” e ripristinare la piena “legalità”,
 oltre che la sicurezza. “A Baghdad si sono verificati incidenti e 
attentati di recente - conclude - in alcuni sobborghi periferici. 
Tuttavia, posso affermare che a livello generale la situazione nella 
capitale, sopratutto nella zona centrale, non è negativa”.