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30 marzo 2017

Iraq: siglato decisivo Accordo fra tre Chiese cristiane per ricostruire i villaggi cristiani della Piana di Ninive in collaborazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre


Foto Aiuto alla Chiesa che Soffre
Tre Chiese irachene, la siro-cattolica, la siro ortodossa e la caldea, hanno firmato oggi un decisivo Accordo nella sede dell’Arcidiocesi della Chiesa caldea di Erbil (Kurdistan iracheno) per dare vita ad un Comitato, il Niniveh Reconstruction Commitee (NRC), con il compito di pianificare e seguire la fase di ricostruzione dei villaggi cristiani della Piana di Ninive, distrutti dopo il 2014 dall’ISIS. Il Comitato si compone di sei membri scelti dalle tre Chiese (ciascuna ne eleggerà due), e da tre esperti esterni suggeriti della Aiuto alla Chiesa che soffre. La Fondazione pontificia ha collaborato con le tre Chiese in vista della sigla dell’Accordo e si occuperà della raccolta fondi.
Sono circa 12.000 le abitazioni private da ricostruire, per un costo la cui stima oggi supera i 200 milioni di euro. I fondi reperiti saranno distribuiti ai rappresentanti di ciascuna Chiesa in proporzione al numero di case danneggiate appartenenti ai rispettivi fedeli.
S.E. Mons. Timothaeus Mosa Alshamany, Arcivescovo della Chiesa siro-ortodossa di Antiochia e priore del Monastero di San Matteo, dopo la firma dell’Accordo ne ha sottolineato la duplice, storica portata: da un lato lo spirito ecumenico che lo ha reso possibile, dall’altro la reale possibilità per migliaia di Cristiani di tornare alle loro radici e ad una vita dignitosa. «Oggi – ha detto Monsignor Alshamany – siamo una Chiesa davvero unita, quella siro-ortodossa, quella caldea e quella siro-cattolica; unita per la ricostruzione di queste case nella Piana di Ninive e per trasmettere fiducia nei cuori di quelle persone che vivono in quei villaggi e invitare quelli che li hanno lasciati a tornare.». Il presule ha quindi ringraziato ACS per aver collaborato al raggiungimento dell´Accordo. «Vogliamo ringraziare “Aiuto alla Chiesa che soffre” che nel passato ci ha aiutato tantissimo, portandoci soccorso e cibo. Ora questa Fondazione gioca un ruolo vitale nella ricostruzione delle nostre case».
Sull’unità delle Chiese cristiane ha insistito anche S.E. Mons. Yohanna Petros Mouche, Arcivescovo siro-cattolico di Mosul: «Vorrei invitare i Cristiani della Piana di Ninive a ritornare a casa e continuare a vivere nei loro villaggi per dare testimonianza alla Cristianità. Oggi ci siamo riuniti insieme per mostrare che formiamo un unico gruppo e che vogliamo accelerare il più possibile questa operazione, che deve partire al più presto».
Il coraggio per il passo compiuto oggi dalle tre Chiese cristiane risponde alla scelta coraggiosa di tanti Cristiani che hanno deciso di restare in Iraq, ha sottolineato S.E. Mons. Mikha Pola Maqdassi, Vescovo caldeo di Alqosh: «Oggi abbiamo dato il nostro consenso alla ricostruzione delle case nei nostri villaggi distrutti. È un passo coraggioso che ci rende molto felici e che incoraggia i Cristiani a rimanere nei loro villaggi e nel loro Paese.».
S.E. Mons. Nicodemus Daoud Matti Sharaf, Metropolita siro-ortodosso di Mosul, Kirkuk e del Kudistan, ha rivolto un appello a tutti i benefattori internazionali: «Noi siamo le radici della Cristianità. Dobbiamo restare nel nostro Paese. Dobbiamo restare come testimoni di Gesù Cristo in questo Paese, in Iraq, specialmente nella Piana di Ninive. Questo di ricostruire tutte quelle case in quei villaggi, dove l´ISIS ha distrutto ogni cosa, è davvero un compito enorme. Grazie in anticipo a tutti quelli che ci aiuteranno.».