“Baghdad ha perduto la sua bellezza e non ne è rimasto che il nome.
Rispetto a ciò che essa era un tempo, prima che gli eventi la colpissero e gli occhi delle calamità si rivolgessero a lei, essa non è più che una traccia annullata, o una sembianza di emergente fantasma.”
Ibn Battuta
La chiesa siro-ortodossa di Mosul dedicata Sant Efrem, un tempo
utilizzata dai jihadisti dell'auto-proclamato Stato islamico (Daesh)
come sede del Consiglio di stato dei Mujahidin, situata in un'area della
città già riconquistata dall'esercito iracheno, è stata visitata da Mar
Nicodemus Daoud Matti Sharaf, Vescovo siro ortodosso di Mosul. Alcune
foto pubblicate dal sito ankawa.com mostrano la chiesa gravemente
danneggiata ma non distrutta, dopo più di due anni e mezzo di
occupazione jihadista e dopo l'offensiva militare compiuta dall'esercito
iracheno e dai raid della coalizione internazionale a guida USA per
riconquistare Mosul. Le foto pubblicate mostrano che sulla facciata e
sulle pareti dell'edificio di culto cristiano ancora campeggiano gli
striscioni e i cartelloni neri del Daesh.
I miliziani del Califfato già nel luglio 2014 avevano scelto la chiesa
di Sant'Efrem come sede del Consiglio di stato dei mujahidin. La croce
che svettava sulla cupola era stata divelta. Il 9 settembre di quello
stesso anno, i raid aerei compiuti per colpire le postazioni dei
jihadisti avevano danneggiato gravemente alcuni edifici adiacenti alla
chiesa di Sant'Efrem e a quella siro-cattolica dedicata a san Paolo,
anch'essa situata nel cosiddetto “quartiere della polizia”. Poi, nel
novembre 2014, la chiesa di Sant'Efrem era stata svuotata dei suoi
arredi interni e voci insistenti messe in rete via internet avevano
accreditato la voce – mai confermata - che il luogo di culto cristiano
sarebbe stato presto trasformato in moschea.