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12 settembre 2016

Iniziativa made in Usa per la creazione di un'area protetta riservata alle minoranze religiose nella Piana di Ninive

By Fides
 
Il futuro politico e amministrativo di Mosul e della provincia nord-irachena di Ninive continua a essere al centro di manovre, iniziative e progetti di diversa origine, spesso divergenti o addirittura antitetici tra loro, che talvolta vengono concepiti fuori dall'Iraq. A Washington, alla Convention nazionale promossa nei giorni scorsi (7-9 settembre) dalla organizzazione no profit Usa In Defense of Christians (IDC), e dedicata al tema “Oltre il Genocidio. Preservare la cristianità in Medio Oriente" (“Beyond Genocide: Preserving Christianity in Middle East”) ha preso forma l'idea di far pressione sul Congresso Usa affinchè appoggi la creazione di una “zona protetta” per le minoranze religiose nella Piana di Ninive, con il consenso delle autorità locali e in collaborazione sia con il governo centrale di Baghdad che con i responsabili politici della Regione autonoma del Kurdistan iracheno. Congressisti Usa de diverso schieramento, presenti alla Convention - organizzata in collaborazione con sigle come Philos Project. l'Armenian National Committee of America e l'Institute of Global Engagement - hanno già espresso il loro appoggio all'iniziativa. E questo mentre la American University of Kurdistan, con sede a Dohuk, diffonde un sondaggio secondo cui il 90 per cento dei cristiani residenti a Ankawa – sobborgo di Erbil – sarebbero favorevoli all'indipendenza della Regione autonoma del Kurdistan iracheno.
Nel frattempo, il governatore della provincia di Ninive Athil al Nujafi – costretto anche lui a fuggire quando la regione è stata conquistata dai miliziani jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) – ha rivelato a agenzie stampa turche l'esistenza di un progetto per dividere tale provincia in sei o otto zone destinate a popolazioni di diversa identità etnica o religiosa, e ha confermato i contrasti tra il governo iracheno centrale e quello della Regione autonoma del Kurdistan iracheno sulla futura sistemazione politica di Mosul e della Piana di Ninive. Secondo fonti locali consultate da Fides, anche tali contrasti stanno contribuendo a dilazionare le operazioni militari – da tempo annunciate - per la liberazione di Mosul dal domino dell'auto-proclamato Stato Islamico.