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13 luglio 2016

La forza e le sofferenze dei giovani del Medio Oriente a Cracovia. Per non sentirsi più soli

By SIR
Daniele Rocchi
 
Da Beirut, da Gerusalemme, da Gaza, da Amman, da Betlemme, da Haifa, da Baghdad, da Erbil, da Aleppo: tutti con un grande desiderio nel cuore: vedere e toccare Papa Francesco, ascoltare le sue parole e essere, nel contempo, abbracciati dal mondo. Alla Gmg di Cracovia ci saranno anche i giovani del Medio Oriente con tutto il loro carico di difficoltà da vivere quotidianamente a causa di tensioni, guerre, conflitti, instabilità, paura. Sulle orme di san Giovanni Paolo II, di santa Faustina, per testimoniare ai loro coetanei del mondo "che si può vivere la speranza cristiana anche nelle condizioni difficili che ci troviamo a vivere. Non occorre fuggire, emigrare per poter vivere il dono della gioia cristiana nei luoghi dove siamo nati".
Per qualche giorno si lasceranno alle spalle le loro terre segnate dalla guerra e dalle violenze inaudite dello Stato islamico (Siria e Iraq), da conflitti irrisolti (tra israeliani e palestinesi), dall’instabilità e da migrazioni più o meno forzate (Libano e Giordania). Non è nemmeno la paura di attentati e del terrorismo a fermare i giovani mediorientali nella loro strada verso la Gmg di Cracovia. in fondo, dicono ridendo, “ogni giorno viviamo nella paura di essere colpiti”. Voleranno a Cracovia dove “orgogliosi mostreranno i loro vessilli, e uno in particolare quello con la Croce di Gerusalemme, simbolo della Terra Santa. Tutti uniti sotto la Croce”. Per molti di loro essere tra i giovani di tutto il mondo è “il modo migliore per scacciare la paura di restare soli, di essere abbandonati ad un destino duro da capire, soprattutto quando davanti hai violenza, tensioni, instabilità e insicurezza” racconta suor Maria Ester Bisharat, che guiderà i giovani da Israele, che insieme a quelli dalla Palestina, formeranno il gruppo dalla Terra Santa.
“Non c’è paura che tenga, il terrorismo non può vincere. La nostra presenza deve servire anche a scacciare la paura dei giovani che vengono da tutto il mondo. La gioia e l’attesa sono molto più forti”.
 
Iraq. Grande attesa anche tra i duecento giovani iracheni in partenza per Cracovia. Soprattutto adesso che hanno saputo che reciteranno la preghiera del Padre Nostro in lingua aramaica, quella di Gesù, durante la Via Crucis con Papa Francesco. A rivelarlo al Sir è il vescovo ausiliare di Baghdad Basel Yaldo, che guiderà, insieme al confratello Bashar Warda, arcivescovo di Erbil, il gruppo formato anche da dieci sacerdoti e sette religiose. I giovani voleranno il 20 luglio alla volta di Wroclaw per le “Giornate nelle diocesi” per poi arrivare a Cracovia. La maggior parte proviene dalla Capitale irachena, gli altri dalle città di Erbil, Kirkuk, Dohuk, tra loro anche giovani della Piana di Ninive, fuggiti dai villaggi durante l’invasione dello Stato islamico. “Il portabandiera del gruppo indosserà l’abito tradizionale iracheno – dice mons. Yaldo -. A Cracovia testimonieremo la nostra fede, quella di un Paese in guerra. Ai giovani del mondo chiediamo preghiere e solidarietà. I nostri giovani non devono sentirsi soli, abbiamo bisogno dell’abbraccio spirituale della Chiesa universale.
 
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