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12 gennaio 2016

Mons. Warduni: A Baghdad atti cannibaleschi, governo debole non dà sicurezza

By Asia News

“Sono violenze contro Dio e contro l’uomo, che non hanno nessuna giustificazione. Sono atti cannibaleschi, nemmeno gli animali commettono gesti così terribili, colpire in un centro commerciale dove ci sono donne, bambini, giovani. Non vi sono giustificazioni”.
usa mezze misure mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare dei caldei a Baghdad, per condannare gli attentati di ieri delle milizie dello Stato islamico nella capitale irakena, che hanno causato decine di vittime. Ad AsiaNews il prelato sottolinea che “a dispetto dei tentativi e delle buone intenzioni, il governo non riesce a garantire la sicurezza. Si parla molto, ma nei fatti si agisce poco e sono ricominciate le esplosioni, i rapimenti, le violenze”.
Per questo, aggiunge, “chiedo a tutti una preghiera, e che l’Europa, gli Stati Uniti, l’Occidente si risveglino dal proprio torpore e agiscano non per fare la guerra, ma per promuovere una vera pace. Non vendere armi, ma ricostruire assieme. Già due anni fa avevo detto che, senza una azione decisa, [i jihadisti] sarebbero venuti a bussare alle vostre porte, alle porte dell’Europa”. 
Ieri miliziani dello Stato islamico hanno colpito la maggioranza musulmana sciita in Iraq, con un attacco mirato in un centro commerciale della capitale che ha provocato 18 morti. Uomini armati hanno fatto esplodere un’autobomba, poi hanno fatto irruzione all’al-Jawhara shopping centre, nel quartiere di al-Jadida. All’arrivo delle forze di sicurezza, due assalitori si sono fatti saltare in aria; altri due kamikaze sono stati colpiti prima di azionare il dispositivo. 
Sempre ieri, gruppi estremisti hanno colpito in altre due zone della capitale facendo esplodere ordigni rudimentali e causando la morte di almeno 20 persone. Una prima bomba è deflagrata a Muqdadiya, 80 km a nord di Baghdad; una seconda è stata azionata mentre sulla scena dell’attentato stavano sopraggiungendo le squadre di soccorso. Infine, sarebbe di almeno cinque vittime il bilancio di un’autobomba fatta esplodere nel sobborgo di Nahrawan, a sud-est. 
Al momento non si hanno rivendicazioni ufficiali degli attentati a Muqdadiya e Nahrawan, mentre un sito web riconducibile allo Stato islamico afferma che dietro l’attacco al centro commerciale di Baghdad vi è la mano dei miliziani guidati da al-Baghdadi. Nel mirino gli sciiti, definiti con disprezzo dal movimento jihadista sunnita “pagani negazionisti”.
Per il vescovo ausiliare di Baghdad “non vi è traccia di Dio” nelle azioni compiute dai terroristi, ma solo “gesti terribili” che sono causa di “tristezza e pianto”. Nel rispondere a questa spirale di violenza e terrore, la Chiesa caldea rilancia le opere di carità a favore della popolazione, senza distinzioni fra cristiani e musulmani.
“Stamattina - racconta mons. Warduni - sono andato con un gruppo di volontari della Caritas in un campo profughi situato a 20 km dalla capitale, in cui hanno trovato riparo 1600 famiglie fuggite da Ramadi”, teatro di recente di uno scontro durissimo fra esercito e jihadisti. 
Si tratta di famiglie in larghissima maggioranza musulmane, prosegue il prelato, “cui abbiamo distribuito cibo, olio, generi di prima necessità, aiuti… La gente ci ha ringraziato, ha detto che questi sono i ‘veri gesti’ dei cristiani, che tutti dovrebbero agire così, non come Daesh che ha solo in mente violenza e terrore. Si tratta della quinta distribuzione di aiuti in pochi mesi da parte della Chiesa irakena”. 
Intanto un raid dell’aviazione statunitense ha centrato un magazzino al cui interno le milizie dello Stato islamico avevano depositato milioni di dollari in contanti, per finanziare le loro attività criminali e terroriste. Ad affermalo è un alto funzionario della Difesa americana, secondo cui l’edificio colpito nei giorni scorsi conteneva al suo interno una somma (non specificata) di "svariati milioni”. 
Tagliare fondi e finanziamenti ai miliziani di al-Baghdadi (provenienti dalla vendita di petrolio e di reperti antichi trafugati dai territori sotto il loro controllo, oltre a un sistema diffuso e articolato di tassazione al suo interno) è proprio uno degli obiettivi della coalizione internazionale. Sebbene i raid siano riusciti a ridurre la produzione di greggio - stimato attorno ai 450 milioni all’anno - il sistema di tassazione nel Califfato è in grado di garantire molto più denaro. Alla riscossione è preposto un reparto ad hoc dell’esercito jihadista, con un valore complessivo di centinaia di milioni di dollari.