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18 settembre 2015

Iraq. Mons Warduni: situazione gravissima, vogliamo la pace


E’ la pace il primo e il più importante diritto negato in Iraq. Ad affermarlo mons. Shelmon Warduni, presidente della Caritas irachena intervenendo ieri all’incontro promosso a Roma dal Pontificio Consiglio Cor Unum ed incentrato sulla crisi umanitaria in Iraq e in Siria.
Amedeo Lomonaco lo ha intervistato:
La situazione umanitaria è molto grave perché mancano i diritti fondamentali essenziali: la pace, la sicurezza e l'uscita forzata dai nostri villaggi e dalle nostre case. E’ questo che ci fa male: vedere le nostre case in mano ad altri mentre noi abitiamo nelle tende. La Chiesa chiede e vuole la pace. La Chiesa vuole e cerca la sicurezza. Noi chiediamo a tutto il mondo di darci i nostri diritti umani. Lo chiediamo all’Onu, all’America, all’Europa. E agli arabi specialmente, che devono avere la mente chiara e vivere in pace, aiutandosi gli uni gli altri per la pace, non per la guerra. Cosa c’è di buono nella guerra? Nella guerra tutto è male: tanti orfani, tante vedove, tanti giovani uccisi. E alla fine non ci sono né vincitori né vinti.
Dietro questo male prodotto anche dall’estremismo islamico, più che un’ideologia forse c’è proprio il diavolo…
Il Cielo si è aperto e i diavoli sono scesi sulla terra. Il cuore è duro, la mente pensa al male più che al bene. Ciascuno vuole i suoi interessi. Questo  è il male. Questo non è cristiano. Cristiano è: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. L’amore cristiano è sacrificarsi per l’altro, non per me. E’ questo ciò che ha fatto veramente Cristo: è morto per noi. Non c’è amore più forte di questo: dare la propria vita per gli altri. Noi cristiani abbiamo bisogno di questo.