Pagine

21 gennaio 2015

Iraq: da Italia a Unicef e Unhcr aiuti per sfollati Kurdistan

By ONU Italia

Garantire una sistemazione al riparo dalle intemperie agli civili sfollati nel Kurdistan e assicurare protezione e sostegno alle ragazze cristiane e yazide vittime di violenza. Questo l’obiettivo dei nuovi contributi di emergenza approvati dalla Cooperazione italiana allo sviluppo e destinati all’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e al Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef).
Il finanziamento, per un totale di un milione di euro, sosterrà iniziative in linea con le indicazioni raccolte in occasione della visita in Iraq del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, lo scorso dicembre. Gli interventi di assistenza umanitaria intendono fornire riparo dalle cattive condizione climatiche agli sfollati nella regione autonoma del Kurdistan e ad assicurare protezione e sostegno alle ragazze cristiane e yazide vittime di violenza da parte dello Stato islamico/Daesh.
Il contributo di 500 mila euro destinato a Unhcr servirà alla costruzione di un nuovo campo di accoglienza per circa 6.240 sfollati interni nel Governatorato di Sulaymaniyah, area sinora poco coperta dagli interventi della comunità internazionale. Grazie alla donazione italiana sarà possibile installare nel campo postazioni familiari dotate di tenda e cucina. Per affrontare le rigide temperature invernali, l’Unhcr distribuirà anche kit di assistenza contenenti coperte termiche, teli in plastica, taniche per l’acqua, cherosene e una stufa da campo.
Il contributo di 500 mila euro all’Unicef sarà impiegato in particolare per fornire assistenza umanitaria e supporto psicologico alle donne vittime di violenza – in gran parte minori – appartenenti alle minoranze religiose più gravemente colpite dall’avanzata dello Stato islamico/Daesh, come ad esempio quella yazida. Anche grazie all’impegno dell’Italia, Unicef prevede l’erogazione di servizi per la salute riproduttiva, supporto psicologico e cure mediche di emergenza per le donne che sono state liberate o sono riuscite a fuggire dopo essere state soggette a rapimenti e violenze, al fine di consentirne la reintegrazione nelle comunità di appartenenza.