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18 dicembre 2014

A Istanbul, nella scuola dei bambini rifugiati dalla Siria e dall'Iraq

By Comunità di Sant'Egidio

Nelle vie di Istanbul, da qualche mese, ai semafori dei grandi viali, si affollano decine bambini di ogni età: si rincorrono e si avvicinano alle macchine, chiedendo soldi e cibo. Molti di loro sono siriani e iracheni: fanno parte di quel popolo di profughi - si dice circa due milioni - arrivati in Turchia per sfuggire alla guerra e alla distruzione delle loro città.
Vivono in alloggi di fortuna, spesso case abbandonate, e hanno bisogno di tutto.
Nella grande scuola dei padri salesiani, grazie anche al contributo della Comunità di Sant'Egidio, ne sono stati accolti circa 300: possono studiare, ma ricevono anche cibo e abiti. Da qualche tempo, inoltre, sono iniziati corsi di inglese per i genitori, per aiutarne l'integrazione.
Quasi tutti sono cristiani. Papa Francesco, in visita a Istanbul pochi giorni fa, ha voluto incontrarne un gruppo.
Oggi hanno i volti felici, ma quando si chiede loro da dove vengono, si intuiscono storie drammatiche: "io sono di Erbil", "io vengo da Aleppo". Anche le insegnanti sono giovani profughe, e ci aiutano a parlare con loro.
Il 16 dicembre,infatti, i bambini hanno ricevuto la visita di un gruppo di amici italiani della Comunità di Sant'Egidio. Alcuni sono volti noti ai bambini: Andrea Riccardi e don Marco Gnavi li hanno già visitati alcuni mesi fa e proprio da allora la Comunità ha iniziato ad aiutare padre Andrés in quest'opera di accoglienza: inizialmente fornendo loro i pasti e poi contribuendo a migliorare le strutture della scuola.
Il vecchio pavimento del cortile, tutto dissestato, verrà presto sostituito da uno nuovo. Il materiale è già stato acquistato e verrà presto installato, per offrire ai ragazzi un luogo dove giocare, fare ginnastica, vivere una vita "da bambini" come è giusto che sia, lontani dagli orrori della guerra di cui sono stati testimoni.