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26 settembre 2014

Patriarca Younan: preoccupazione per i cristiani in Siria e Iraq


L’Iraq e la Siria si stanno svuotando di cristiani e di minoranze, perseguitati solo perchè non professano l’islam. Dopo anni di convivenza nel Medio Oriente, è in pericolo l’idea stessa di “tolleranza”: un disastro umano e spirituale. Questa in sintesi la dolorosa riflessione del patriarca di Antiochia dei siro-cattolici, Ignace Joseph III Younan, in occasione della presentazione, oggi alla Camera dei deputati, del documentario “L’esodo dei cristiani di Siria”, curato da Elisabetta Valgiusti.
Ma ascoltiamo il patriarca Younan al microfono di Gabriella Ceraso:
 Possiamo definirlo esodo, genocidio… una calamità che nel XXI secolo non può essere accettata, né dal punto di vista della Carta dei diritti umani del ’48, né da quello della Costituzione dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Come gente pacifica può essere perseguitata solo perché di una religione differente dall’islam?
Cosa sta scomparendo dall’Iraq e dalla Siria? Abbiamo visto città distrutte, abbiamo visto chiese distrutte…
Diciamo che scompare la nostra sopravvivenza. Finora, abbiamo vissuto quanto più possibile con gli altri, ma adesso vogliono proprio annientarci! E’ una grandissima sfida per noi cristiani rimanere, specialmente riuscire a convincere la nostra gioventù a dare testimonianza della loro fede. Moltissimi sono coloro che dicono: “Come cominciamo il dialogo? L’altra parte non ti accetta, non ti riconosce!”.
All' Onu e in generale a livello internazionale si sta ripetendo di continuo: non vogliamo combattere l’islam, ma vogliamo combattere il terrorismo.E' così? 
E’ sicuro. Noi non possiamo e non dobbiamo assolutamente combattere una religione. Però, abbiamo il diritto e anche il dovere e la responsabilità di dire ai capi religiosi dell’islam di essere chiari, di essere fermi nel dire che uccidere una persona, a qualsiasi religione appartenga, è un crimine grave e non è accettato da Dio. Sono atti proprio contro la civiltà. Lo dicono anche coloro che hanno la responsabilità nei governi dei Paesi arabi, quelli del Golfo, ma finora non abbiamo visto interventi effettivi per dire ai loro cittadini che questo non è accettato. Faccio questo appello, prima di tutto ai nostri fedeli cristiani e a noi, siri-cattolici e siri-ortodossi, che ultimamente siamo stati colpiti più di tutte le altre comunità, dato che i nostri centri sono stati attaccati e abbattuti. Faccio appello ai nostri di ravvivare la loro speranza malgrado tutto: noi faremo di tutto per portare la loro voce al mondo intero.
Come cristiano, però, il messaggio è...?
Continuiamo a pregare e a essere fedeli a Gesù, che è il nostro Maestro della Verità.