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8 settembre 2014

Caritas internationalis e l'emergenza aiuti in Medio Oriente


Annunciata una riunione di alto livello a Roma dal 15 al 17 settembre. Il segretario generale Michel Roy: «È necessario un passo importante: non possiamo accettare che intere società siano distrutte»
Una terra in tumulto, dove i bisogni aumentano e le risorse invece diminuiscono. Solo in Siria la recente crisi ha lasciato oltre 13 milioni di persone bisognose di aiuto, all‘interno e all‘esterno del Paese. A Gaza, gravemente danneggiata, vige un cessate-il-fuoco ma nessun piano a lungo termine è stato previsto per porre fine al ciclo della violenza. Ancora, la ripresa del conflitto in Iraq ha costretto oltre un milione di persone a lasciare la propria casa. «Tutto questo va ben oltre le possibilità della nostra organizzazione. È necessario compiere un passo importante perché non possiamo accettare che milioni di persone, intere società, che coabitavano in pace, siano distrutte».
A parlare è Michel Roy, segretario generale di Caritas internationalis, presentando la riunione di alto livello della Caritas internationalis sulla crisi in Medio Oriente, in particolare Siria, Gaza e Iraq, che si terrà a Roma dal 15 al 17 settembre. «Ci riuniamo per riflettere insieme su quale possa essere la migliore risposta, nei prossimi mesi e anni, alla tragedia che colpisce il Medio Oriente - spiega - e su come si possa collaborare con altri organizzazioni della Chiesa cattolica o al di fuori di essa per promuovere la pace e la stabilità nella regione». All’incontro prenderanno parte presidenti e direttori delle Caritas dei Paesi coinvolti e i loro partner internazionali. Tra questi Monsignor Antoine Audo di Caritas Siria, padre Paul Karam di Caritas Libano, Wael Suleiman di Caritas Giordania, Nabil Nissan di Caritas Iraq e padre Raed Abusahlia di Caritas Gerusalemme. Previsto, tra gli altri, anche l’intervento di Damien Kattar, ex-ministro delle Finanze in Libano.
Negli ultimi tre anni, informano dall’organizzazione internazionale, la Caritas ha risposto alle necessità di 965mila persone colpite dalla crisi in Siria, a Gaza e in Iraq fornendo alloggi, assistenza sanitaria, cibo, articoli di prima necessità, istruzione, protezione a donne e bambini, assistenza psicologica per traumi causati dal conflitto e attività che promuovono la costruzione della pace.