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11 giugno 2014

Iraq, Mosul in mano ai miliziani. L'appello del Patriarcato caldeo

By Radiovaticana
Appello del Patriarcato caldeo all’unità nazionale in Iraq, dopo i tragici eventi che hanno investito Mosul. La città, ormai nelle mani dei miliziani sunniti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, è completamente isolata, mentre continua l’esodo dei civili verso i villaggi limitrofi. Per una testimonianza dai luoghi del conflitto, Gianmichele Laino ha intervistato padre Albert Hisham, responsabile delle comunicazioni del Patriarcato caldeo a Baghdad:
"Nella dichiarazione di questa mattina, il patriarca Sako parla della preoccupazione circa la situazione attuale di Mosul, perché la situazione è molto grave. I cristiani sono fuggiti da Mosul per andare verso i villaggi vicini. Non sappiamo che cosa accadrà nei prossimo giorni. Anche l’esercito, la polizia, sono andati via da Mosul perché hanno perso la controllo della città. Il Patriarcato caldeo esprime la sua preoccupazione per questa situazione e vede la soluzione nel governo nazionale - non così unito - che si preoccupa della situazione di sicurezza delle città, non solo di Mosul, ma anche di tutto l’Iraq. C’è la necessità di formare il governo al più preso possibile per trovare, almeno in questo periodo, una soluzione al problema della sicurezza."
Qual è la situazione in questo momento a Mosul?
"La situazione è molto grave perché la città ha perso i controllo: tutti i terroristi sono entrati nella città, hanno preso il controllo, nessuno può entrare nella città per ora. Però, il governo tenta in qualche modo di entrare in città per liberarla. Ma finora non c’è stata una soluzione decisa."
Si parla di circa mezzo milione di civili in fuga da Mosul e di aiuti che i cattolici locali stanno offrendo agli sfollati. Come stanno organizzando i soccorsi i cristiani della Piana di Ninive?
"Anche il vescovo di Mosul sta aiutando i cristiani a uscire dalla città. Tutti i villaggi limitrofi stanno accogliendo i cristiani di Mosul. Nelle case dei cristiani nei villaggi vicini tutte le famiglie cristiane stanno accogliendo questi rifugiati."
Alla luce di questi ultimi dolorosi eventi, qual è il futuro dell’Iraq?
"C’è questa paura anche per tutti noi: quale sarà il futuro dell’Iraq e dei cristiani in Iraq? Perché, con questi eventi che si ripetono ogni tanto, i cristiani perdono la fiducia nel Paese, nel governo. Abbiamo paura dell’emigrazione. Tanti di loro vanno via."
Qual è l’appello che il Patriarcato caldeo vuole lanciare?
"L’appello è a tutti coloro che hanno volontà di fare qualcosa, di andare avanti con il progetto dell’unità nazionale del Paese, affinché tutti possano vivere in un clima di fratellanza.
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