Il
Ministero dell'educazione dell'Iraq ha disposto che il siriaco e
l'insegnamento della religione cristiana siano introdotti nei currucula
di 152 scuole pubbliche nelle province di Baghdad, Ninive e Kirkuk. Lo
scopo dichiarato è quello di contribuire a preservare la lingua madre di
tutte le comunità confessionali cristiane autoctone ancora presenti nel
Paese, segnate negli ultimi anni da una drastica riduzione numerica a
causa dell'impennata dei flussi migratori registrata dopo la caduta del
regime baathista. Le 152 scuole sono state selezionate nelle aree del
Paese dove è maggiore la concentrazione di battezzati. Secondo i dati
forniti ai media da Emad Salem Jeju– che guida la Direzione per lo
studio del siriaco - le scuole coinvolte nel progetto sono frequentate
da più di 20mila studenti. Lo stesso Jeju ha confermato che l'Assemblea
dei vescovi cattolici in Iraq entro il prossimo anno preparerà delle
nuove linee guida per l'insegnamento scolastico della religione
cristiana. I cristiani in Iraq appartengono a 14 diverse denominazioni
confessionali. In alcune delle classi coinvolte nel progetto, tutte le
materie - e non solo il corso di siriaco e quello di educazione
religiosa - vengono insegnate in lingua siriaca. In Iraq, dall'agosto
2011, è stata istituita la Direzione generale di Arte e Cultura siriaca.
Da allora sono aumentate le iniziative volte a favorire la ripresa
dell'uso della lingua siriaca. Nel Kurdistan le politiche a sostegno del
siriaco erano state inaugurate già negli anni Novanta. Di recente il
Parlamento iracheno ha riconosciuto anche il siriaco e l'armeno tra le
lingue ufficiali del Paese, insieme al linguaggio parlato dai Turkmeni.
La legge sulle lingue ufficiali è stata approvata dalla Camera dei
Rappresentanti martedì 7 gennaio, e costituisce il punto d'arrivo di
dieci anni di sforzi e mobilitazioni per far riconoscere a livello
legislativo un principio già affermato dalla Costituzione, che lo
garantiva come espressione dell'uguaglianza dei diritti esercitati da
tutti i cittadini iracheni. Di fatto, fino a quel momento, le uniche
lingue riconosciute come ufficiali dall'amministrazione pubblica erano
l'arabo e il curdo. Le iniziative che favoriscono l'uso corrente della
lingua siriaca sono state accolte con soddisfazione dai gruppi militanti
più impegnati nella difesa identitaria delle popolazioni assire, caldee
e siriache, come l'Assyrian Democratic Movement. Allo stesso tempo, va
registrato il fatto che in gran parte delle famiglie cristiane il
siriaco non viene più parlato correntemente. Per questo motivo molti
genitori cristiani hanno manifestato una certa riluttanza a iscrivere i
propri figli nelle classi dove tale lingua viene utilizzata
nell'insegnamento di tutte le materie.