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23 ottobre 2013

«Nel 2020 non resterà un solo cristiano in tutto l’Iraq»

By Tempi
Leone Grotti 

Molti cristiani hanno deciso di scappare dall’Iraq a causa dell’aumento delle violenze nell’ultimo mese perfino nel nord del paese, considerato il luogo più sicuro fino ad oggi. Particolarmente grave l’attacco avvenuto lo scorso 22 settembre, quando un kamikaze si è fatto esplodere contro la casa di un politico cristiano, ferendo 19 persone, compresi tre figli del politico.
CRISTIANI SPARIRANNO NEL 2020. Secondo l’Ong Open Doors, «se le cose continuano così, nel 2020 nell’intero Iraq non rimarrà neanche un cristiano. Anche se molti hanno deciso di restare, sono sempre più preoccupati dalla mancanza di sicurezza: i cristiani sono una “razza” in via d’estinzione qui». I cristiani non sono l’unica minoranza sotto attacco, la scorsa settimana sempre nel nord del paese un kamikaze si è fatto esplodere in un villaggio abitato dalla comunità Shabak, in prevalenza sciita, uccidendo 15 persone.
RECORD DI VIOLENZA. Le parole dell’Ong sono confermate da quanto dichiarato pochi giorni fa dal patriarca caldeo Louis Raphaël I Sako: «La situazione in Iraq è peggiorata. Manca la sicurezza, la gente muore nelle esplosioni, le case vengono distrutte – ha dichiarato – I cristiani hanno paura e temono attacchi, molti hanno lasciato il paese e chi resta aspetta di vedere quello che succederà». In Iraq ogni mese fa registrare un record di violenza rispetto al mese precedente e ci si avvicina pericolosamente alla media di mille morti ogni 30 giorni del biennio di sangue 2006-2007.