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31 ottobre 2013

Iraq, nuova strage. Mons. Sako: islam vuole il dialogo per ristabilire la pace


 Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, riceve oggi a Washington il primo ministro iracheno, Nuri al-Maliki, giunto alla Casa Bianca per cercare soluzioni alla più grave escalation di violenza registratosi nel Paese dal 2008 con oltre settemila morti dall'inizio dell'anno. Anche oggi la notizia di almeno 12 persone uccise in attentati condotti tra Baghdad e il nord del Paese. Intanto, l’appello per la pace in Iraq, pronunciato ieri all’Angelus domenicale da papa Francesco, ha suscitato apprezzamento proprio nel Paese del Golfo. Ricordiamo che la Santa Sede ha annunciato l’istituzione di un Comitato permanente di dialogo tra le comunità religiose irachene. Iniziativa, questa, che si affianca alla proposta sciita di aprire un confronto tra le realtà del Paese.
Marie Duhamel ne ha parlato con Sua Beatitudine, Louis Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei

"Veramente, è la prima volta che in Iraq questa iniziativa del dialogo viene dai musulmani. Sono loro che hanno chiesto di poter avere un dialogo con la Santa Sede. Il gruppo sciita ha invitato anche alcune autorità sunnite e cristiane. Questa presa di coscienza verso l’importanza del dialogo è molto importante: vuol dire che non c’è soluzione alla crisi attraverso la violenza, la distruzione, la guerra, ma solo il dialogo. Un dialogo equilibrato e capace di aiutare a vedere il bene comune, per realizzare la convivenza tra tutta la comunità, nonostante le diverse appartenenze religiose o etniche differenti. Bisogna rispettare tutti e tutti sono uguali davanti alla Costituzione. Tutti hanno diritto di essere liberi e di essere rispettati. Penso che questi valori debbano essere molto apprezzati".