Pagine

8 agosto 2012

Giovani francesi in Iraq, per testimoniare la solidarietà della Chiesa universale

By Asia News
di Joseph Mahmoud


Testimoniare la solidarietà della Chiesa universale e contribuire in modo concreto alla promozione di progetti improntati al dialogo interreligioso e all'incontro islamo-cristiano. È con questo spirito che un gruppo composto da 13 ragazzi - maschi e femmine - provenienti dalla Francia ha iniziato un viaggio di alcuni giorni alla scoperta del nord dell'Iraq, delle comunità cristiane locali e delle iniziative messe in campo da laici e sacerdoti per ricostruire un Paese martoriato dalla guerra e, ancora oggi, teatro di violenze e scontri interconfessionali. I giovani sono arrivati lo scorso 4 agosto: sette di loro sono ospiti a Kirkuk, gli altri sei a Karakosh (piana di Ninive), nel Kurdistan irakeno.
Per il gruppo di ragazzi provenienti dalla Francia, la solidarietà ai fratelli dell'Iraq si manifesta attraverso "una presenza" che diventa anche "vicinanza fisica" e non solo solidarietà "a parole". A Kirkuk, i giovani hanno trovato ospitalità nell'arcivescovado, grazie alla disponibilità offerta da mons. Louis Sako. La loro presenza (nella foto mentre partecipano alla messa), raccontano i testimoni, è "di grande aiuto per i giovani cristiani della città", che hanno trascorso intere giornate "dedicate alla preghiera, alla formazione, alla condivisione alternata a momenti di gioco e svago". In tutto erano  una novantina i giovani fra francesi e irakeni della zona.
In queste giornate irakene, il gruppo di giovani francesi ha anche incontrato il governatore di Kirkuk Najim al-din Umar Karim, che ha mostrato di ammirare "il loro coraggio"; egli ha voluto ringraziarli per la loro iniziativa, sottolineando l'importanza "del ruolo della Chiesa" nella promozione del dialogo e della convivenza. Sempre in città, i ragazzi hanno partecipato all'inaugurazione di una scuola elementare privata - la Vergine Maria Myriam Ana - che inizierà le lezioni il prossimo settembre e accoglierà studenti cristiani e musulmani senza distinzioni e di entrambi i sessi. Gli alunni, spiegano i responsabili della struttura, riceveranno la stessa educazione e seguiranno gli stessi corsi; una scelta che in prospettiva "aiuterà la buona intesa e la convivenza" e accrescerà le possibilità di impiego nell'area.
A Karakosh, invece, l'altro gruppetto di giovani francesi ha contribuito all'apertura di un asilo, grazie anche al prezioso aiuto fornito nella fase di realizzazione dall'arcivescovo siro-cattolico mons. Petros Moshi. In seguito i due gruppi si sono riuniti per partecipare alla visita di alcuni villaggi del nord dell'Iraq, per incontrare le famiglie cristiane della zona.
Sottolineando il valore profondo dell'iniziativa che ha portato ragazzi europei a incontrare e conoscere la realtà irakena e della minoranza cristiana, l'arcivescovo di Kirkuk ha voluto esprimere "la più profonda gratitudine". "Sono progetti - ha aggiunto mons. Sako - che inducono alla speranza" e rendono "tutti più forti: francesi e irakeni", grazie anche alla possibilità di "approfondire la fede" e "testimoniare la Buona Novella". Cristo, ha concluso il prelato, è "ragione di salvezza per tutti noi" e ogni momento è "occasione di redenzione".