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29 marzo 2012

Mons. Sako: Cristiani in Iraq, “non abbiate paura” di celebrare la Pasqua

Louis Sako, Arcivescovo di Kirkuk

Cristiani "non abbiate paura". Con questo monito l'arcivescovo di Kirkuk mons. Louis Sako si rivolge ai fedeli, in previsione delle celebrazioni della Pasqua. La comunità cristiana in Iraq è vittima di violenze e persecuzioni che, in meno di un decennio, hanno causato il dimezzamento dei fedeli. Ma è tutta la nazione a essere sconvolta da una guerra interconfessionale, politica e tribale che non sembra avere fine.
In una realtà costellata di piccole e grandi sofferenze, l'arcivescovo invita a riscoprire la Buona Novella, a testimoniare senza timori o paure la fede. Un compito al quale sono chiamati anche e soprattutto i vescovi e i sacerdoti, ai quali i giovani guardano per trarne esempio e insegnamento. Ecco, di seguito, la riflessione che mons. Louis Sako ha affidato ad AsiaNews:

L'Iraq è un Paese che da anni soffre per le violenze e noi cristiani siamo parte di una Chiesa che soffre nel vivo. La Quaresima è diventata nel tempo un momento per riflettere a fondo sulla nostra fede e per non chiudersi nonostante la situazione critica; è un richiamo ad aprirsi ad una dimensione profonda che trae una grande Speranza, per quanti - soprattutto i più piccoli - devono affrontare delle difficoltà. Per coloro i quali vivono nella precarietà e nella paura. Questa nostra speranza è contenuta nella parola ripetuta dal Signore: "Non abbiate paura". Per noi perseguitati in molti modi, e relegati ai margini, questo invito è la Buona Novella. Che, forse, quanti si trovano situazioni tranquille e vivono nel lusso, non possono cogliere a fondo in tutto il suo significato.
La Buona Novella si rivolge in particolare ai più poveri, a coloro i quali vivono nell'incertezza e non godono di piena libertà. E con questo spirito abbiamo recitato tutte le nostre preghiere, la via Crucis, molti giovani hanno osservato il digiuno e abbiamo condiviso quello che abbiamo con i più bisognosi.
Fra i molti esempi di solidarietà, il gesto di un giovane che mi ha consegnato 2mila dollari chiedendomi di usarli "per aiutare le famiglie a festeggiare la Pasqua". Ancora, una ragazza che mi ha portato 1000 dollari da destinare ai disabili, "non solo cristiani ma anche musulmani... per tutta la comunità". Inoltre, un gruppo di sacerdoti e suore libanesi verranno da noi a celebrare la Settimana Santa. Queste sono testimonianze di solidarietà nei fatti, non solo a parole!
A Kirkuk, nonostante il numero limitato, la nostra presenza assume un senso più profondo per i nostri fratelli musulmani. La nostra testimonianza, nei gesti e nelle parole, è viva e presente. Di recente ho incontrato un politico che mi ha confidato: "Solo con voi cristiani l'Iraq può avanzare, fare progressi". Un capo tribù arabo mi ha chiesto di fungere da mediatore per promuovere il dialogo fra i vari gruppi etnici e politici di Kirkuk, utilizzando la cattedrale caldea come luogo di incontro. "Abbiamo solo fiducia in voi" confidano i leader politici e tribali. Cosa desideriamo più di questo, per cogliere l'importanza della nostra presenza...
Durante un colloquio sulla Primavera araba ho parlato con una ragazza cristiana siriana che si chiama Marcelle: "Voi vescovi - mi ha chiesto la giovane - cosa fate per il bene della gente? La vostra prudenza non serve a niente, non cambia la situazione. Cosa ne avete fatto della "Primavera di Cristo", che ha annunciato la Buona Novella?". "Noi giovani - ha aggiunto ancora Marcelle - stiamo facendo di più!". E ha cominciato a cantare davanti a noi e con gli altri, con tutti i partecipanti, compresi i musulmani. È stato bello vedersi uniti, recitare un inno ispirato da un salmo. Penso proprio che abbiamo un po' perso l'entusiasmo del Vangelo e la sua radicalità.
Dunque, per questa Pasqua cercherò di aiutare i fedeli a non avere paura e di poter esclamare il nostro "sì" a Dio. Invito inoltre a essere vicino nel pensiero e nella preghiera ai nostri fratelli, a celebrare la comunione, la carità, la vita e l'amore al prossimo perché si fermino la violenza e il fanatismo e tutti possano vivere nella pace e nella gioia.
Questo dirò ai fedeli nella messa della notte di Pasqua: "Non abbiate paura...".