Baghdadhope

“Baghdad ha perduto la sua bellezza e non ne è rimasto che il nome. Rispetto a ciò che essa era un tempo, prima che gli eventi la colpissero e gli occhi delle calamità si rivolgessero a lei, essa non è più che una traccia annullata, o una sembianza di emergente fantasma.”
Ibn Battuta

Pagine

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29 febbraio 2012

Turismo archeologico in Iraq. Un sogno?

By Baghdadhope*
Filmato da Repubblica.it


“Un sito archeologico deserto ma guardato a vista dalle forze di sicurezza.”
Così si conclude questo breve filmato tratto da Repubblica.it  che riguarda il piccolo villaggio di Al Ma’idan, a 32 km da Baghdad. E’ un villaggio come un altro in Iraq: la strada su cui si affacciano i negozi con le loro mercanzie, la polvere e in lontananza la cupola della moschea. Eppure Al Ma’idan vuole distinguersi e vuole diventare una meta turistica, specialmente per coloro che amano l’archeologia. E’ vero, il villaggio non è speciale, ma ciò che il mondo conosce come “Arco di Ctesifonte”, parte del  Taq-Kisra, o palazzo di Cosroe II, uno dei re della dinastia iranica dei Sasanidi, lo è. 
L’arco, del quale come è ben spiegato  sul sito del Centro scavi di Torino “sopravvive tuttora gran parte della volta a botte parabolica, costruita secondo l'antica tecnica mesopotamica in mattoni cotti senza centina portante” si trova vicino al villaggio e perché no, magari un domani potrà davvero attirare i turisti.
Dopo lo scempio dei tesori archeologici iracheni compiuti dai ladri, su commissione e no, dai soldati stranieri i cui carri armati  hanno danneggiato ad esempio la Via delle Processioni a Babilonia, ed i danni causati dalle vibrazioni di aerei ed elicotteri da guerra, l’augurio è che il sito di Taq-Kisdra  possa davvero  tornare ad essere una meta turistica.
Anni fa a Babilonia camminavo lungo la Via delle Processioni. La via era transennata da cordoni di stoffa, simili a quelli di alcuni musei. Due soldati armati passeggiavano verso di me tenendosi per mano come spesso accade in Iraq tra amici. Mi avvicinai al cordone che in ogni caso era distante dalla strada. I soldati mi guardarono per fermare qualsiasi altro mio gesto. L’impressione che ebbi fu che anche solo il mio sguardo  avrebbe potuto rovinare la strada che, si narra, è la prima strada bituminata del mondo. Figuriamoci un tank. 
Ora a guardia dell'arco ci sono di nuovo i soldati iracheni. Speriamo che ciò segni l'inizio della sua fine.
Baghdadhope alle 13:12
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Il Papa in Iraq: sarà la volta buona? Mons. Warduni (Baghdad): "Lo desideriamo ma ancora non abbiamo conferme"

By Baghdadhope*

Si torna a parlare di un possibile viaggio in Iraq del pontefice romano. La storia del tentato pellegrinaggio papale nella terra di Abramo è vecchia. Il primo tentativo risale infatti al 1998 quando ad esprimere il desiderio di visitare Ur, la città di Abramo, fu Giovanni Paolo II. Quel viaggio fu annullato a causa di diversi impedimenti legati al particolare periodo storico in cui versava l’Iraq stretto nella doppia morsa del regime di Saddam Hussein e dell’embargo internazionale.
Nel 2009 a ritornare su un possibile viaggio, questa volta di Benedetto XVI, fu Mons. Mikhail Jamil, procuratore della chiesa siro cattolica presso la Santa Sede e visitatore apostolico in Europa, che ne aveva parlato nel corso di un’intervista radiofonica ad un emittente cristiana del nord dell’Iraq. L’ipotesi avanzata a marzo da Mons. Jamil, ignorata da quasi tutti i media, trovò conferma nell’autunno dello stesso anno quando a parlare di una visita papale a Ur fu Qusai al Abbadi, presidente della giunta regionale del governatorato di Dhi Qar che, reduce da una visita in Vaticano, riferì di aver consegnato al papa l’invito, e che una fonte dello stesso Vaticano gli avrebbe riferito la disponibilità del pontefice. Alle parole di al Abbadi si unirono poi quelle di Talib al Hassan, il governatore della provincia che affermò di aver esteso l’invito all’intera comunità irachena cristiana.
Adesso a rilasciare dichiarazioni che sembrerebbero confermare la possibilità del pellegrinaggio papale ad Ur è il vice presidente del consiglio provinciale di Dhi Qar, Abd Alhadi Mohan, che ha parlato di contatti tra il Vaticano e la provincia, rappresentanti della quale “si recheranno in Vaticano per mettere a punto i dettagli della visita che dovrebbe avvenire entro l’anno”.
Lo scopo della visita del papa, ha continuato Mohan, è “visitare il sito archeologico di Ur e la casa del profeta Abramo”, un viaggio la cui preparazione è iniziata già nel 2009.
Una visita del pontefice incoraggerebbe, secondo Mohan, le compagnie straniere ad investire nell’area, una possibilità che rappresenterebbe un punto di svolta per la stessa, oltre che servire a dimostrare al mondo come l’Iraq sia patria di tutte le religioni.
Che si tratterebbe di una visita importante lo ha affermato anche un parlamentare del Blocco del Popolo Caldeo Siro Assiro che l’ha definita “storica per l’Iraq e tutto il Medio Oriente”, e che ha sottolineato “il positivo impatto psicologico” che essa potrebbe avere sui cristiani che hanno lasciato l’Iraq a causa delle violenze ed ai quali potrebbe essere indirizzata una lettera che li invitasse a tornare in patria.
Per quanto riguarda invece, l’organizzazione della visita, non c'è chiarezza. Se la maggioranza delle fonti, infatti, riferisce l'opinione del parlamentare cristiano secondo la quale l’attuale situazione relativa alla sicurezza la rende ora possibile, secondo Radio Free Iraq lo stesso deputato avrebbe affermato che, proprio per ragioni di sicurezza, la visita papale sarà annunciata solo all’ultimo momento.

Baghdadhope ha parlato dell’eventualità di una visita di Benedetto XVI in Iraq con Mons. Shleimun Warduni, patriarca vicario caldeo di Baghdad.

Monsignore, cosa sa il Patriarcato caldeo della notizia data da molti siti iracheni?“Quando il Pontefice si reca in visita in un paese ci si prepara per accoglierlo ma qui non ci sono preparativi di sorta. Mercoledì scorso ero presente all’udienza generale con il pontefice a Roma ma nessuno in Vaticano mi ha parlato di una tale visita, né per confermarla né per smentirla.”
Poniamo che la notizia abbia fondamento e la visita si realizzi. Nella situazione che l’Iraq sta vivendo qual è il suo pensiero al riguardo?
“Certo mi auguro che il Santo Padre possa visitare l’Iraq, paese per il quale ha sempre pregato. Gli iracheni cristiani desiderano che tale visita si realizzi e penso che anche la maggioranza della popolazione lo accoglierebbe bene, non l’unanimità, certo, ma la maggioranza. “
Monsignore, c’è chi sostiene che una visita del Papa potrebbe convincere molti cristiani che sono fuggiti all’estero a tornare in patria. Pensa possa essere davvero così?
“Sarebbe bello, ma non è facile. Non nego che la presenza del Papa in Iraq possa avere un’influenza positiva in questo senso ma direi che è ottimistico collegare le due cose. Perché i cristiani che sono fuggiti all’estero tornino c’è bisogno di garantire loro la pace, la sicurezza ed il lavoro che per ora ancora non ci sono.”
In Iraq coesistono molte confessioni cristiane ma non tutte sono cattoliche. Oltre a ciò è noto che i rapporti tra la chiesa caldea e quella assira dell’est (non cattolica) non sono tra i migliori. Il sostenere, come ha fatto ultimamente anche il Cardinale Delly, che i caldei siano etnicamente tali perché discendenti degli omonimi abitanti di Babilonia non è gradito a chi, come gli assiri, sostiene invece che il termine caldeo si riferisca non ad una “caldeità etnica” ma solo a coloro che, appartenenti originariamente alla chiesa dell’est divisa da quella di Roma a causa delle dispute cristologiche, tornarono successivamente in seno alla chiesa cattolica. Lei pensa che la visita del Santo Padre potrebbe esacerbare tali tensioni o creare fratture tra le diverse componenti cristiane del paese?
“ Per quanto sia prematuro parlare di eventuali tensioni visto che la visita è per ora, e per quanto ne so, solo un’ipotesi, non posso però escluderle. Alcuni gruppi che tendono ad estremizzare i punti di contrasto potrebbero approfittare di tale visita per creare divisioni. Certo le differenze esistono, noi ribadiamo il nostro essere etnicamente caldei ma ciò non ci ha mai impedito di accogliere con affetto i patriarchi delle altre chiese. Anche Mar Dinkha IV, patriarca della chiesa assira dell’est, quando ha visitato il nord dell’Iraq è stato accolto con calore dai fedeli caldei nei loro villaggi. Ci aspettiamo che simile accoglienza venga riservata anche al nostro Santo Padre.
Assiri, caldei, siri, armeni, siamo tutti diversi ma siamo anche tutti cristiani. Per questa ragione noi amiamo tutti e vogliamo che ognuno viva le proprie tradizioni nel nome dell’amore che Gesù ha insegnato. Seguire i fanatici vuol solo dire smarrire lo spirito di Cristo Salvatore e la speranza di salvezza che viene dall’amore e dal sacrificio gli uni per gli altri in nome dell’unità.”

Tornando al possibile arrivo del Papa in Iraq: le notizie parlano di una visita ad Ur, nel governatorato di Dhi Qar, dove però risiedono davvero pochi cristiani. Lei pensa che il viaggio potrebbe includere anche Baghdad, sede della Nunziatura Apostolica, della chiesa latina e di quella caldea che, tra le chiese cattoliche, raccoglie il maggior numero di fedeli in Iraq?
“Penso sia impossibile pensare al Papa in Iraq e non pensare che visiti Baghdad. Anche in occasione della progettata visita poi annullata di Papa Giovanni Paolo II nel 1998 erano stati progettati diversi incontri nella capitale tra cui addirittura la celebrazione della Santa Messa alla stadio. Il Papa non viaggia per il mondo per vedere i luoghi, per quanto importanti siano per la storia della chiesa. Egli viaggia per incontrare i popoli, i fedeli, e soprattutto i giovani che, sono certo, qui in Iraq lo accoglierebbero a braccia aperte.”  
Baghdadhope alle 07:30
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21 febbraio 2012

Iraq: Mons. Sleiman (Baghdad) "Una quaresima per rafforzare la speranza"

By SIR

“L’Iraq non ha risolto i suoi problemi. Siamo allo stallo politico ed economico, la gente soffre non solo una grave condizione sociale ma anche per la mancanza di sicurezza e di stabilità. Gli attentati dinamitardi proseguono lasciando sul terreno decine di vittime”. A parlare è l’arcivescovo latino di Baghdad, mons. Jean Benjamin Sleiman, che, alla vigilia della Quaresima racconta al SIR di “fedeli provati ma forti nella fede. I nostri fratelli delle chiese orientali hanno già, da ieri, cominciato il percorso quaresimale con il digiuno e l’astinenza. La nostra fede ci invita alla speranza e questo tempo di preghiera e di penitenza serve a rafforzarla”. “L’Iraq sembra non trovare più spazio nei media - dichiara il presule - ma ciò non vuol dire che non esistono problemi. Anzi. Ai nostri si aggiungono quelli dei Paesi confinanti, come Siria ed Iran, che versano in note difficoltà politiche ed economiche”. 
Per mons. Sleiman “l’impegno della Comunità internazionale a favore dell’Iraq viene, in qualche modo, depotenziato dalle divergenze profonde presenti nella politica nazionale, tra sciiti e sunniti tanto per fare un esempio, difficili da ricomporre. Divisioni che si riflettono anche nella religione che così viene strumentalizzata a fini politici. A pagare tutto questo sono sempre i più piccoli, ovvero la povera gente”.
Baghdadhope alle 15:54
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Le lunghe attese dei rifugiati iracheni

By Aiuto alla Chiesa che Soffre

«In Turchia i rifugiati iracheni non sono adeguatamente assistiti». E’ la denuncia raccolta da Aiuto alla Chiesa che Soffre di don Andrés Calleja, direttore dell’opera dei Padri Salesiani di Istanbul.

Il sacerdote appartiene all’ispettoria di Indonesia -Timor Est, in cui ha operato per oltre trent’anni, ma dal 2011 il Rettor Maggiore lo ha richiesto nell’ispettoria del Medio Oriente affidandogli i compiti di direttore ed economo della comunità di Istanbul. Alla Fondazione pontificia racconta le lunghe attese dei rifugiati iracheni in cerca di un visto per raggiungere Canada, Europa e Stati Uniti.
«In media aspettano da tre a quattro anni – dice ad ACS – durante i quali agli adulti non è permesso lavorare e ai bambini non è consentito frequentare la scuola». E nella maggioranza dei casi si tratta di cristiani le «cui necessità spirituali non sono affatto prese in considerazione».
I fedeli sono infatti indirizzati verso differenti località in cui spesso non è garantito alcun servizio pastorale e non vi è una comunità cristiana.
 Aiuto alla Chiesa che Soffre sostiene da molti anni il programma di assistenza ai rifugiati dei padri salesiani di Istanbul. Un supporto che permette ai sacerdoti dell’istituto fondato da San Giovanni Bosco di prendersi cura di tutte le famiglie irachene giunte in Turchia. «Assicurarci che i bambini ricevano un’adeguata istruzione – spiega don Calleja – è una delle nostre prime preoccupazioni». Sono in tanti i piccoli che non sanno leggere né scrivere perché in Iraq, a causa della mancanza di sicurezza, i genitori hanno preferito tenerli a casa. Non è però facile per i salesiani insegnare ai loro oltre cento alunni. In Turchia gli istituti privati devono essere registrati ed i sacerdoti sono costretti ad operare in «un’area grigia», al confine tra il legale e l’illegale: «la nostra scuola potrebbe essere chiusa in ogni momento».
I bambini non sono gli unici ad aver bisogno di assistenza. E le necessità degli adulti vanno ben oltre la semplice ricerca di un’abitazione e di un posto di lavoro. «A queste persone serve un grande supporto di tipo sociale – continua don Andrés – in modo che, una volta raggiunte le antitetiche società occidentali, non siano sopraffatti dalle difficoltà di integrazione».

“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Fondazione di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2010 ha raccolto oltre 65 milioni di dollari nei 17 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato oltre 5.500 progetti in 153 nazioni.
Baghdadhope alle 15:51
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13 febbraio 2012

Prove di convivenza religiosa a Bassora

By Baghdadhope*

Nel corso di una cerimonia che si è svolta nella Grande Moschea di Bassora, Mons. Imad Aziz al Banna, vicario patriarcale caldeo della città, ha consegnato delle onorificenze ad alcune delle famiglie dei deceduti nel corso dell'attentato che il 14 gennaio ha causato decine di morti e centinaia di feriti tra i fedeli sciiti della città.
Ad accogliere Mons. Al Banna al momento della consegna delle onorificenze è stato il direttore dell'ufficio governativo per la gestione dei beni religiosi sunniti del distretto meridionale iracheno, Abdelkarim Nasr Khazraji.
Considerando la presenza alla cerimonia di tutte le parti, religiose, etniche e tribali, che compongono la città, Mons. Al Banna ha definito la giornata come un'occasione per "riflettere sui legami di fratellanza ed amore che esistono tra le diverse componenti religiose di Bassora."

Fonte della notizia: Ankawa.com
Baghdadhope alle 22:46
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Iraq: mosaico in frantumi, cristiani 'scesi' all'1 per cento

By Osservatorio Iraq

13 febbraio 2012 - L'Iraq potrebbe presto perdere la sua minoranza cristiana se non verranno presi provvedimenti atti ad aiutare coloro che sono in estrema difficoltà con il proprio lavoro o che non riescono a trovarlo. Lo afferma il ministro iracheno per la Pianificazione, Ali al-Shakari.
 Il ministro ha detto di ritenere che attualmente i cristiani sono arrivati a rappresentare meno dell'1% dell'intera popolazione irachena, contro il 5% del censimento effettuato nel 1977. 
Ali  al-Shakari ha rilasciato queste dichiarazioni commentando l'ultimo finanziamento concesso  dall'Italia all'Iraq, che impone che il 10% del totale dei fondi venga speso a sostegno della comunità cristiana dell'Iraq."Stiamo facendo del nostro meglio per affrontare i fattori che costringono i cristiani iracheni a lasciare il paese", ha concluso il ministro.
Baghdadhope alle 15:28
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10 febbraio 2012

Iraq: il nunzio per l'esodo dei cristiani chiede al governo "sforzi congiunti"

By Radiovaticana, 9 febbraio 2012

“Sforzi congiunti per ridurre al minimo il fenomeno dell’emigrazione di famiglie da Baghdad e da Mosul”. È quanto ha chiesto il nunzio apostolico in Iraq e Giordania, mons. Giorgio Lingua, nel corso di un incontro, svoltosi lunedì scorso nella capitale irachena, con il ministro della Pianificazione, Ali Yousif al-Shukri. Secondo l’agenzia Aswat al Iraq, rilanciata dal sito Baghdadhope, il ministro ha espresso la sua preoccupazione per la condizione dei cristiani in Iraq, passati dal 5% del 1977 a meno dell’1% di oggi. Tuttavia - riporta l'agenzia Sir - al-Shukri ha tenuto a precisare che il terrorismo non è diretto solo contro i cristiani ma contro tutti gli strati della popolazione irachena. Dal canto suo il nunzio ha confermato che il Vaticano, lungi dall’essere una potenza economica, è pronto ad essere un alleato dell’Iraq. Sempre il 6 febbraio il ministro della Pianificazione ha incontrato anche l’ambasciatore italiano in Iraq, Gerardo Carante, per discutere delle relazioni bilaterali. Carante, secondo l’agenzia Aswat al Iraq, ha annunciato il prestito di mezzo miliardo di euro per sostenere le infrastrutture e lo sviluppo umano del Paese. Carante ha inoltre messo in evidenza che il 10% del prestito coinvolgerà i cristiani. Il prestito sarà rimborsato in 8 anni e destinato a programmi abitativi anche per i cristiani più poveri, alla costruzione di un porto, di un’università ad Ankawa e ai beni culturali.
Baghdadhope alle 16:08
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7 febbraio 2012

Planning Minister, Vatican ambassador discuss Iraqi Christians' situation

By Aswat al Iraq, 6/2/2012

Iraqi Minister of Planning Ali Yousif al-Shukri discussed today with the Vatican ambassador to Baghdad, Archbishop Jorgio, the situation of Iraqi Christians and the difficulties they are facing, a statement issued by the ministry announced.
The statement added that the minister expressed his concern of the situation of the Christians in Iraq and the decrease in their numbers, in comparison to 1977 statistics.
"The Christians percentage was 5 percent in 1977, but now is less than 1 percent", the statement added quoting the Iraqi minister.
Shukri pointed out that terrorism was not directed only against the Christians, but all strata of the Iraqi society.
On the other side, Archbishop Jorgio said that "we observe daily the number of immigrating families, particularly from Baghdad and Mosul, which need joint efforts to minimize this situation".
He confirmed that the Vatican, though it is not an economic power, is keen to be an ally to Iraq.
 
Archbishop Jorgio, as cited by Aswat al Iraq, is Mgr. Giorgio Lingua, Apostolic Nuncio to Iraq and Jordan.
Note by Baghdadhope
Baghdadhope alle 15:24
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10% of Italian loan to support Iraqi Christians

By Aswat al Iraq, 6 /2/2012

The Italian ambassador to Iraq Gerardo Carante announced today that 10 percent of the Italian loan will be allocated to support the Iraqi Christians, while the rest will be spent for strategic projects, including the Greater Fao Port, according to a statement issued by the Planning Ministry.
The statement added that the Minister Ali Yousif al-Shukri met with the Italian ambassador today and discussed bilateral relation.
It added, quoting ambassador Carante, that Italy granted Iraq a loan of half a billion Euros to support Iraqi infrastructures and human development.
Ambassador Carante pointed out that 10 percent of this loan shall be allocated to the Christians.
Iraqi minister announced that the Italian loan shall be repaid within 8 years, which shall support housing projects, some of them shall be allocated to poor Christians, antiquities dossier, the Greater Fao Port, due to be implemented, and building a university in Ain Kawa area in Kurdistan region.
Both sides discussed the political and economic developments on the Iraqi scene, as well as the security situation following the US forces withdrawal.
Baghdadhope alle 15:12
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السفير الايطالي: 10% من القرض الايطالي سيخصص لدعم مسيحيي العراق

By Aswat al Iraq, 6/2/2012

بغداد/ اصوات العراق: اعلن السفير الايطالي بالعراق جيراردو كرانتي، الاثنين، عن أن 10% من القرض الايطالي البالغ  نصف مليار يورو، سيخصص لدعم المسيحيين في العراق، فيما سيصرف ما تبقى لتنفيذ مشاريع استراتيجية منها دعم انشاء ميناء الفاو الكبير ، بحسب بيان لوزارة التخطيط.
واوضح البيان ان وزير التخطيط علي يوسف الشكري التقى، اليوم الاثنين، سفير ايطاليا في بغداد جيراردو كرانتي وبحث معه سبل تطوير العلاقات الثنائية بين البلدين، ونقل عن كرانتي قوله إن "ايطاليا اقرضت العراق نصف مليار دولار، لإعادة تأهيل المشاريع والبنى التحتية ودعم التنمية البشرية", لافتاً الى" اننا اولينا اهتماماً بدعم الطائفة المسيحية من خلال تخصيص نسبة 10 % من هذا القرض لمشاريع تخصهم".
ومن جانبه اشار الشكري الى ان " القرض الايطالي سيتم تسديده خلال ثمان سنوات، وسندعم بواسطة هذا القر ض مشاريع استراتيجية منها ملف الاسكان الذي يتضمن بناء المساكن واطئة الكلفة  في محافظة نينوى لدعم الفقراء والطائفة المسيحية، وملف الآثار ودعم انشاء ميناء الفاو الكبير المزمع تنفيذه، فضلا عن  بناء  جامعة في منطقة عينكاوة ".
وأضاف البيان أن "الجانبين ناقشا التطورات الاقتصادية و السياسية على الساحة العراقية والوضع الامني مابعد فترة الانسحاب الاميركي ".
Baghdadhope alle 15:12
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Parigi: presentato l’“Osservatorio del pluralismo delle culture e delle religioni”

By Radiovaticana

“Uno strumento al servizio dei Diritti dell’Uomo e del rispetto del pluralismo delle culture e delle religioni”, ma anche uno mezzo di conoscenza per chiunque voglia sapere di più sulle realtà dove questi diritti sono violati. Questo si propone di essere l’“Osservatorio del pluralismo delle culture e delle religioni”, un nuovo sito internet in tre lingue - francese inglese e arabo – che vedrà la luce nei prossimi mesi in Francia. A promuovere l’iniziativa l’Associazione per il pluralismo delle culture e delle religioni fondata nel 2008 da un gruppo di esponenti religiosi cristiani, per sensibilizzare l’opinione pubblica francese sulla drammatica situazione dei cristiani in Iraq e in tutto il Medio Oriente, e a cui aderiscono anche importanti personalità del mondo della cultura. Da allora l’attenzione dell’associazione, presieduta da mons. Marc Stenger, vescovo di Troyes, ha allargato il suo orizzonte oltre al mondo cristiano, rivolgendo la sua attenzione a tutte quelle realtà nel mondo in cui il pluralismo religioso e culturale e quindi la libertà di coscienza e quella religiosa sono conculcate. In questi tre anni è quindi emersa sempre più chiara la convinzione che non basta reagire con la denuncia, ma che occorra intervenire e fare qualcosa di concreto. Da qui l’idea dell’“Osservatorio del pluralismo delle culture e delle religioni” che ha cominciato a prendere forma lo scorso dicembre e al quale ha dato il suo sostegno anche il Governo francese. Il progetto è stato presentato ufficialmente la settimana scorsa al Senato francese, alla presenza del Ministro per la Cooperazione, Henri de Raincourt, e di numerose personalità del mondo politico, culturale e economico e religioso francese. E un forte sostegno all’iniziativa è venuto dalla rete “Chrétiens de la Méditerranée", un’associazione ecumenica francese impegnata nella promozione del dialogo e della collaborazione dei cristiani nel Mediterraneo e patrocinata anche da importanti organizzazioni e istituzioni cattoliche, tra le quali l’”Oeuvre d’Orient” legata all’arcidiocesi di Parigi. Il lancio del sito trilingue è previsto per il prossimo mese di maggio.
(A cura di Lisa Zengarini)
Baghdadhope alle 14:54
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3 febbraio 2012

Iraq: rinascera piu' antica chiesa M. O., Kerbala punta su turismo

By AGI

Le rovine della piu' antica chiesa del Medio Oriente, risalente al IV secolo dopo Cristo, saranno ristrutturate e diventeranno un'importante attrazione turistica in Iraq.
E' questa l'intenzione del comitato di vigilanza e sviluppo della provincia occidentale di Kerbala, che mira a valorizzare un sito archeologico cristiano di 400 mila metri quadrati, che comprende anche molte torri e monasteri.
Il sito, che si trova 70 chilometri a sud-ovest della citta' santa sciita di Kerbala, e' un'antichissima cittadella cristiana costruito per accogliere i dissidenti in fuga dell'Impero bizantino. Al suo interno, vi si trovano molti disegni di crocefissi, oltre a incisioni murali in aramaico. A una ventina di metri dalle rovine della chiesa si trova un piccolo cimitero in cui sono sepolti monaci, sacerdoti e semplici fedeli della chiesa, tutti rivolti verso Gerusalemme. 
Baghdadhope alle 17:57
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Arcivescovo Iraq: condannati a morte i terroristi della strage di cristiani del 2010. Mons. Warduni: noi perdoniamo

By Radiovaticana

Da Baghdad è giunta ieri la conferma, anche in sede d’appello, della condanna a morte comminata da un tribunale iracheno nei confronti dei tre terroristi accusati di aver causato la strage di cristiani nella chiesa della Signora della Liberazione. Il 31 ottobre 2010 un gruppo di kamikaze aprì il fuoco e si fece esplodere nella chiesa della capitale, provocando la morte di 58 persone e il ferimento di altre 75.
Al microfono di Alessandro De Carolis, il vescovo ausiliare di Baghdad, mons. Slemon Warduni, parla di perdono per gli autori dell’eccidio.

Il cristianesimo è per la vita, quindi i principi cattolici non possono condividere la condanna a morte. Sono piuttosto per il perdono, per l’educazione. Anche per la condanna, sì, ma non a morte.

Il ricordo di quella strage, avvenuta a Baghdad nel 2010, ha cambiato qualcosa nei sentimenti della comunità cristiana irachena?
E’ caduta come una condanna per tutti, ed è per questo che ha influito molto sull’emigrazione dei cristiani dall’Iraq. Certamente, è stata una strage molto grave, però abbiamo avuto tante, tante stragi: nei ministeri, sulle strade, nei mercati e in altre chiese, con uccisioni di sacerdoti, di un vescovo… È una cosa impensabile, quello che abbiamo sofferto dal 2003 fino ad oggi. In particolare noi cristiani, ma non solo.

Ha speranza che tutto questo cambi?

Sì, io ho speranza che tutto questo cambi per la misericordia del Signore. Per questo, chiediamo al Signore di darci la pace. Non vogliamo altro. L’Iraq è molto ricco, non ha bisogno di altre forze se i suoi cittadini sanno lavorare senza interessi personali o dei propri partiti o della propria confessione. Interessi che poi si trasformano in ragione di odio, di guerra… E’ questo, quello che ci manca: lo zelo, l’eroismo cristiano dell’amore scambievole. Chiedete voi al Signore, insieme con noi, la pace per tutto il mondo, per il Medio Oriente e in modo speciale per l’Iraq.
Baghdadhope alle 17:51
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2 febbraio 2012

Iraq Court Confirms Death Sentences For Church Attack

By Radio Free Europe/Radio Liberty

An Iraqi appeals court has confirmed death sentences for three men convicted of a 2010 attack on a Syrian Catholic church in Baghdad that left more than 50 people dead and scores injured.
A spokesman for the Supreme Judicial Council said the sentence is “final" and was sent to the presidential council.
Under the Iraqi Constitution, the presidential council, comprising the president and two vice presidents, must ratify death sentences before they are carried out.
The three were sentenced to death on August 2, 2011, while an accomplice was given 20 years in prison.
At least 52 hostages and police were killed and 67 wounded in the attack, which ended when security forces stormed the church.
Al-Qaeda's Iraqi affiliate, the Islamic State of Iraq, claimed responsibility for the attack.
Compiled from agency reports
Baghdadhope alle 15:42
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Iraq: confermate 3 condanne a morte per assalto a chiesa

By Bluewin
 
La Corte d'appello di Baghdad ha confermato tre condanne a morte e una all'ergastolo nei confronti di quattro membri di Al Qaida riconosciuti colpevoli di avere partecipato ad un assalto compiuto il 31 ottobre 2010 alla chiesa cattolica di Nostra Signora del perpetuo soccorso nella capitale irachena, provocando decine di morti e feriti, tra cui molte donne e bambini. Lo ha reso noto oggi l'Alto consiglio per gli affari giudiziari.

L'attacco è stato rivendicato dallo 'Stato islamico dell'Iraq', l'organizzazione di Al Qaida nel Paese, come parte della campagna contro la presenza dei Cristiani, e che ne ha provocato l'esodo massiccio. I cristiani erano circa milione e mezzo ai tempi del regime di Saddam Hussein.

Il 31 ottobre 2010, una domenica, un commando fa irruzione nella chiesa, di rito cattolico orientale, dopo avere fatto esplodere un'autobomba all'esterno uccidendo sei persone. I terroristi prendono in ostaggio i fedeli e due sacerdoti, chiedendo in cambio del loro rilascio la liberazione di alcuni membri di Al Qaida detenuti in Iraq ed Egitto. Nel successivo assalto lanciato dalle forze di sicurezza almeno 46 persone vengono uccise.
 
Da allora le violenze contro i Cristiani non sono cessate. Nell'agosto scorso 19 persone sono rimaste ferite nell' esplosione di un'autobomba contro una chiesa cattolica nella città di Kirkuk, nel nord del Paese.
Baghdadhope alle 15:37
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Il Cardinale Sandri ad "Aiuto alla Chiesa che Soffre": "Padre van Straaten illuminato pioniere della carità ecumenica"

By Korazym
by Salvatore Scolozzi

Santa messa nel ricordo del fondatore per “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, la Fondazione di diritto pontificio nata nel 1947 per opera di padre Werenfried van Straaten, che “si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione”, come spiegano gli stessi appartenenti. “Come nell’esecuzione di una splendida armonia, sono diverse le voci che oggi risuonano nell’unico inno di lode: la recente elevazione a Fondazione di diritto Pontificio dell’Associazione Aiuto alla Chiesa che soffre, il sessantacinquesimo anniversario della sua istituzione, il nono anno dalla morte dell’illuminato pioniere della carità ecumenica, Padre Werenfried van Straaten”, ha detto alla Fondazione il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, che ieri ha presieduto la celebrazione nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma.
“La carità – ha detto il cardinale -
è questa inquietudine salvifica: essa ci mette in guardia per non sprecare il dono di Dio e ci stimola ad accoglierlo in profondità. E’ salvifica e benefica per noi, la carità, perché ‘è donando che si riceve’! La carità preoccupa ed inquieta, ma salva e ci colloca nel bene. La vostra Associazione è nata da questa inquietudine. Ed è senz’altro la carità che il Santo Padre col recente riconoscimento ha voluto indicarvi di nuovo come ragion d’essere per il presente e il futuro. Siate i testimoni e gli operatori della fame e sete di Cristo, che chiede di essere saziato e dissetato nei fratelli che soffrono”.
“Il nuovo Statuto di Fondazione Pontificia
– ha proseguito Sandri -, colloca autorevolmente ciascuno di voi nel panorama della Chiesa Cattolica, in comunione ed in obbedienza ancora più stretta al Successore di Pietro”. Tuttavia,
“l’Associazione, con gli studenti borsisti che ne ricevono l’aiuto, deve vivere la sua vocazione mettendola a servizio della Nuova Evangelizzazione, mediante la carità e senza smarrire quella prima forma di carità che è l’annuncio della salvezza in Cristo Gesù”.
“I cinquant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II
– ha proseguito -,
al quale padre Van Straaten partecipò come consultore e il prossimo Anno della Fede ci vedano solerti animatori e testimoni. In particolare continuando a lottare per l’affermazione della libertà religiosa, come è descritta nella Dichiarazione Conciliare Dignitatis Humanae, la cui violazione nel mondo è invece sotto i nostri occhi, portando con sé la sofferenza e spesso il martirio di tanti nostri fratelli e sorelle”.ACS, secondo i dati ufficiali diffusi dalla Fondazione, nel 2010 ha raccolto oltre 65 milioni di dollari nei 17 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato oltre 5.500 progetti in 153 nazioni. “Sono lieto di assicurarvi oggi la gratitudine della Congregazione per le Chiese Orientali per quanto il vostro fondatore e l’associazione hanno finora compiuto e compiranno per i fratelli e le sorelle d’Oriente, cominciando dalla Terra Santa – ha ribadito il cardinale prefetto -. In questi lunghi anni di collaborazione abbiamo tessuto insieme il prezioso velo della pace e dell’unità in seno alla Chiesa cattolica e tra i cristiani, a sostegno della libertà, religiosa, culturale e sociale per tutti i sofferenti indistintamente”.Prima della Messa il presidente, monsignor Sante Babolin, e il direttore di ACS-Italia, Massimo Ilardo, hanno moderato un breve incontro sulla storia e la missione dell’Opera. Monsignor Babolin ha raccontato «la fede impressionante e carismatica di Padre Werenfried» e fatto notare come, fondando ACS, il monaco premonstratense olandese abbia realizzato un sogno di Pio XII. «E’ lo stesso Benedetto XVI a scriverlo nel chirografo in latino che eleva ACS a Fondazione pontificia».

Il sacerdote iracheno e borsista ACS padre Rayan Paulos Atto - dal 2007 al 2011 parroco nell’Arcidiocesi di Erbil dei Caldei - ha poi ricordato alcuni martiri della fede uccisi nel suo Paese: padre Ragheed Ganni – che è stato uno dei borsisti di ACS -, monsignor Paulos Rahho, padre Amer Iskander. «Ovunque ci siano ancora cristiani in Iraq – ha detto padre Atto - le tragedie continuano».

Don Victorien Kpoda, sacerdote del Burkina Faso, ha infine raccontato la sua personale esperienza di predicatore di ACS. Ogni fine settimana la Fondazione organizza delle giornate di sensibilizzazione in diverse parrocchie d’Italia in cui alcuni sacerdoti testimoniano la Chiesa perseguitata. «La sofferenza dei miei fratelli nella fede allarma il mio cuore di cristiano e di pastore – ha detto don Victorien – ed è importante far conoscere ai fedeli a queste realtà di martirio, perché sappiano che la persecuzione esiste ancora».
Baghdadhope alle 10:39
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1 febbraio 2012

Kirkuk: cristiani in preghiera, per la liberazione dei vescovi e sacerdoti cinesi

By Asia News
by Louis Sako

In occasione del capodanno cinese, festeggiato lo scorso 23 gennaio, che celebra l'inizio dell'anno del Dragone AsiaNews ha inviato una lettera al presidente Hu Jintao e una all’ambasciatore cinese in Italia per domandare la liberazione di tre vescovi e sei sacerdoti, scomparsi nelle mani della polizia o detenuti senza alcun processo in un Paese che oggi rappresenta la seconda economia mondiale, è membro del Consiglio di sicurezza Onu e ha firmato la Carta universale dei diritti umani. Fra i prelati scomparsi vi sono mons. Giacomo Su Zhimin e a mons. Cosma Shi Enxiang, cui la nostra agenzia ha voluto dedicare il simbolico premio "all'illustre sconosciuto" 2011 (cfr. AsiaNews 30/12/2011 Il premio 2011 a due vescovi cinesi, martiri e “illustri sconosciuti”), per la loro battaglia decennale per la verità, la dignità e la giustizia.
Alla campagna promossa da AsiaNews ha aderito con entusiasmo l'arcivescovo emerito di Lahore mons. Lawrence John Saldanha, secondo cui la battaglia per la loro liberazione è soprattutto "una questione di libertà religiosa e di diritti umani di base per liberi cittadini" (cfr. AsiaNews 31/01/2012 Vescovo pakistano: con AsiaNews, per la liberazione di vescovi e preti cinesi). Di recente è intervenuto anche mons. Savio Hon Tai-fai, segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, che ha invitato il governo di Pechino a liberare prelati e sacerdoti, "perché farebbe del bene anche all’immagine internazionale della Cina”.
Di seguito riportiamo l'intervento di mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, che ha dato pieno sostegno all'iniziativa di AsiaNews. Ieri il prelato ha pregato con tutta la comunità per "i nostri fratelli" sacerdoti e vescovi cinesi, testimoniando la solidarietà della comunità cristiana irakena anch'essa vittima di violenze e persecuzioni.

Ho appreso con dolore, grazie alla campagna di AsiaNews, l'arresto di alcuni vescovi e preti cinesi. É un fatto impensabile che un governo o un gruppo religioso perseguiti una persona, perché ha una fede religiosa diversa! Una concezione ancora medioevale e non da 21mo secolo, nel quale ci troviamo! É difficile capire la natura di queste iniziative contro la persona umana. Questi atti sono un'offesa a Dio creatore e all'essere umano in genere. La libertà è un valore assoluto che dobbiamo rispettare tutti, soprattutto e in particolar modo la libertà di coscienza [in materia di fede]. La libertà è strettamente connaturata alla statura umana; perché, in caso contrario, l'uomo sarebbe solo un robot senza valore.
Noi, cristiani irakeni, sappiamo bene cosa significa essere perseguitati, rapiti, uccisi e - al tempo stesso - cosa si prova a sentirsi indifesi! Abbiamo una serie di martiri nei quali troviamo la forza per resistere e perseverare, per nutrire la speranza di cambiamento. Preghiamo il Signore perché nell'uomo possa maturare il seme Divino, in particolare nel cuore dei governanti e dei funzionari cinesi perché possano liberare queste persone innocenti, rispettando il piano di Dio.
Oggi [lunedì 31 gennaio] nella cattedrale abbiamo pregato per loro, per i vescovi e i sacerdoti cinesi arrestati; a nome della comunità cristiana di Kirkuk, presento alla comunità religiosa cinese la nostra simpatia e la nostra vicinanza sincera e fraterna. Seguiamo con apprensione le notizie che riguardano il loro destino: possa la loro sofferenza essere una memoria per tutti i cristiani del mondo e per tutti gli uomini di buona volontà una occasione di vicinanza e solidarietà. Ancora, lancio un appello a lavorare insieme per il rispetto dei diritti umani in tutto il mondo. Rivolgo un grazie ad AsiaNews e a quanti vorranno sostenere la campagna per la liberazione di questi fratelli!
Vorrei dire loro: coraggio! Nonostante tutto, il male non ha futuro; il bene è lento a compiersi, ma alla fine vince sempre. La luce verrà, il cambiamento ci sarà. Stiamo pregando per la vostra liberazione, così come la prima comunità cristiana a Gerusalemme ha pregato per la liberazione di Pietro e Giovanni. La vostra sofferenze non saranno vane, sono sicuro che esse contribuiranno alla comprensione dell'unico senso possibile di vita: l'amore.

Baghdadhope alle 16:16
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Kirkuk: Christians in prayer for release of Chinese bishops and priests

By Asia News
by Louis Sako,  Archbishop of Kirkuk

On the occasion of Chinese New Year, celebrated on 23 January, which marks the beginning of the year of Dragon Asia News sent a letter to President Hu Jintao and Chinese Ambassador in Italy to demand the release of three bishops and six priests, whohave disappeared in police custody or are detained without trial in a country that today is the second largest world economy, is a member of the UN Security Council and has signed the Charter of Human Rights. Among the disappeared prelates are Msgr. James Su Zhimin and Msgr. Cosmas Shi Enxiang, to whom our agency has decided to dedicate the symbolic award "illustrious unknown" 2011 (see AsiaNews 30/12/2011 Two Chinese bishop martyrs recognised as ‘Illustrious Unknown’ for 2011"), for their decades long struggle for the truth, dignity and justice.
The Archbishop Emeritus of Lahore, Lawrence John Saldanha has enthusiastically joined the campaign launched by AsiaNews, stating that the struggle for their liberation is a "matter of religious freedom and basic human rights for free people" (see AsiaNews 31/01/2012 Pakistan bishop joins AsiaNews to demand the release of Chinese bishops and priests). Mgr. Savio Hon Tai-fai, secretary of the Congregation for the Evangelization of Peoples, has also recently intervened urging the Beijing government to free the bishops and priests, "because it would be good for China's international image."
Here is the intervention of Mgr. Louis Sako, archbishop of Kirkuk, who has given his full support to the AsiaNews initiative. Yesterday the bishop prayed with the whole community for "our brothers" priests and bishops, testifying the solidarity of the Iraqi Christian community, which is also a victim of violence and persecution.


I have learned with great pain, thanks to the AsiaNews campaign, of the arrest of some bishops and priests in China. It is an unthinkable fact that a government or a religious group should persecute a person because he or she has a different religion! A medieval concept that has no place in the 21st century! It is difficult to understand the nature of these initiatives against the human person. These acts are an offense to God the Creator and human beings in general. Freedom is an absolute value that everyone must respect, especially and particularly the freedom of conscience [in faith]. Freedom is strictly inherent to the human stature, because, otherwise, man would only be a robot without value.
We, the Iraqi Christians, know what it means to be persecuted, kidnapped, killed and - at the same time - what it feels like to feel helpless! We have a number of martyrs in which we find the strength to endure and persevere, to nourish our hope for change. Let us pray to the Lord that man can mature the Divine seed, in particular in the heart of Chinese leaders and officials so that they can release these innocent people, respecting the plan of God

Today [Monday, January 31] we prayed for them in the cathedral, for the Chinese bishops and priests arrested, on behalf of the Christian community of Kirkuk, I offer our sympathy and our sincere and fraternal closeness to the religious community in China. We follow the news about their fate with concern: their suffering must be a reminder for all Christians around the world and all people of good will and an opportunity for closeness and solidarity. Again, I appeal for everyone to work together to see human rights respected throughout the world. I extend thanks to AsiaNews and those who wish to support the campaign for the release of these our brothers!

I would like to tell them: courage! Despite everything, evil has no future; good is sometimes slow to be fulfilled, but in the end it always wins. The light will come, there will be change. We are praying for your deliverance, as the first Christian community in Jerusalem prayed for the release of Peter and John. Your suffering will not be in vain, I'm sure they will contribute to the understanding of the only possible meaning of life: love.
Baghdadhope alle 16:04
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