Pagine

5 aprile 2011

Minoranze etniche: Pacini, "piena cittadinanza ai cristiani del Medio Oriente"

By SIR

Sul riconoscimento di una piena cittadinanza della minoranza cristiana in Medio Oriente si gioca il futuro stesso di quella Regione e di una pacifica coesistenza tra i popoli fondata sulla democrazia. Ne è convinto don Andrea Pacini, studioso di Islam e docente alla facoltà teologica di Torino, tra i relatori questa mattina al convegno internazionale promosso dal Cipmo su “Minoranze etniche e religiose nel Mediterraneo”.
“In tutti i Paesi del Medio Oriente – ha detto oggi Pacini – la cittadinanza è riconosciuta a tutti in linea di principio ma di fatto l’appartenenza alla religione cristiana pesa e inficia una reale cittadinanza ugualitaria”. Una situazione diametralmente opposta con quanto invece i musulmani vivono in Europa dove “l’islam minoritario si confronta con Stati e istituzioni ormai maturi da un punto di vista del diritto alla cittadinanza ugualitaria per tutti i cittadini”. “Le comunità cristiane che si trovano in paesi a maggioranza mussulmana – ha quindi aggiunto lo studioso – si confrontano invece con una situazione di cittadinanza imperfetta, e cioè formalmente riconosciuta in linea di principio ma che di fatto direttamente o indirettamente viene poi contraddetta sia con legislazioni che sono discriminatorie sia con consuetudini e pressioni sociali che sono molto forti e rispetto alle quali le politiche degli Stati non sono sufficientemente adeguate a favorire delle controtendenze”.
“Tutto ciò – ha quindi fatto notare don Andrea Pacini – ricade su una popolazione che già vive di per sé una situazione di vulnerabilità”. Qualche dato: “Se nel periodo ottomano, e cioè nel 1914, data dell’ultimo censimento, i cristiani nella regione del Medio Oriente e nell’attuale Turchia rappresentavano il 20% della popolazione, arrivando a punte del 30% nell’area siro-libanese, già nel 2000 i cristiani in quella stessa regione rappresentavano appena il 6% e oggi la percentuale è ancora inferiore”. Questa emigrazione forzata è dovuta a diverse ragioni storiche. Pacini ne ha citate alcune come la “forte instabilità conflittuale”, i “fenomeni di islamizzazione”, “la permanenza di Regimi forti”. Venendo ai giorni attuali, lo studioso ha concluso: “oggi in tutto il Medio Oriente le carte sembrano rimescolarsi. Viviamo un momento che sembra aprire novità che non siamo ancora in grado di valutare. I movimenti poi sono diversi da Paese a Paese con forze in gioco diversificate. La domanda oggi è capire se questa generazione nuova, questa nuova elite che ha preso l’iniziativa di scendere in piazza per manifestare per la libertà e la democrazia, è in grado di giocare un ruolo effettivo anche sul piano politico della transizione. Un interrogativo che rimane aperto”.

Leggi l'intera analisi di Don Andrea Pacini "Cristiani d'Oriente, cittadini imperfetti?" da Avvenire cliccando qui: