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30 marzo 2011

Baghdad: deputati visitano chiesa colpita da kamikaze


Perche' io non posso difendere nessuno, nemmeno me stesso'. Padre Aysar parla italiano ed e' parroco di Maria Santissima del Perpetuo soccorso, la chiesa di Qarrada, il quartiere cristiano di Baghdad. Questo giovane prete ha preso il posto di altri due preti giovani come lui (avevano 28 e 32 anni) uccisi dai terroristi di al Qaeda lo scorso 31 ottobre proprio nella sua chiesa mentre celebravano la messa domenicale. Uccisi da estremisti islamici insieme con altri 46 cristiani: uomini, donne e bambini. Le due vittime piu' piccole avevano tre mesi e tre anni; le foto delle loro facce innocenti sono appese con quelle di tutti gli altri 'martiri' al muro crivellato di colpi di kalashnikov, mentre le vesti talari dei preti ammazzati sono appese sull'altare Maggiore, ai due lati di un quadro della Madonna. Questa bella chiesa, visitata oggi dalla delegazione di deputati guidata dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, piu' che un luogo di culto sembra un campo di battaglia. I muri sono una groviera di buchi fatti dalla decina di migliaia di colpi che, secondo gli inquirenti, sono stati sparati all'impazzata in quattro ore dai miliziani di Bin Laden. I marmi sono tutti spaccati, le porte crivellate di fori di proiettile; spezzate sono le lettere dorate arabe attaccate su un cornicione sopra le colonne che componevano il 'Credo' cristiano. E sul tetto della navata oltre che sulle mura della sacrestia si vedono brandelli scuri attaccati all'intonaco: non e' sporcizia ma pezzi di carne umana secchi, scaraventati li' dall'esplosione delle bombe con cui due fondamentalisti kamikaze si sono fatti saltare in aria ammazzando decine di persone innocenti. E impresse col sangue su un muro sono le impronte di due mani. 'Sono di una donna che hanno ammazzato i terroristi. Era incinta, ed ha perso anche il suo bambino', racconta il parroco guidando gli ospiti attraverso un percorso drammatico ed allucinante che simboleggia come null'altro la difficolta' in cui i cristiani vivono nella Baghdad dell'Iraq del dopo Saddam. Noi proviamo a dare speranza alla nostra gente; ma dopo quello che e' successo qui non e' di certo facile. Qui chi non e' morto ha visto la morte con i propri occhi; il governo e i musulmani hanno manifestato solidarieta' e lo Stato si e' detto disponibile al restauro della chiesa. Ma la gente vuole i fatti. E a otto anni dalla fine della guerra non e' migliorato nulla', spiega padre Ayser mentre in lontananza si sentono due esplosioni: 'botti' che in questa zona della citta', sostiene chi si occupa di garantire la sicurezza dei deputati italiani, sono all'ordine del giorno. L'anziano vescovo caldeo di Baghdad, monsignor Matti Mattoka, saluta gli ospiti italiani accanto alla barriera di cemento armato posta troppo tardi a protezione della chiesa. 'Ci date il coraggio di proseguire la nostra missione al servizio di Dio e del nostro Paese', dice guardando il grande quadro della Madonna: e' l'unico pezzo della Chiesa a non essere stato colpito dai proitettili, e per i fedeli e' un miracolo. E Lupi ribadisce 'la vicinanza a tutti i cristiani iracheni del Parlamento italiano; perche' oggi piu' che mai difendere la liberta' religiosa significa difendere la democrazia'. Tutela per i cattolici e' stata chiesta dai deputati italiani anche al presidente del Parlamento iracheno Osama al Nujefi ed al vicepremier, che coordina i ministeri dell'energia e per questo e' uno degli uomini piu' influenti del Paese. Tutti rassicurano: non c'e' nulla contro i cattolici. Ma le parole del giovane padre Aysar sono come un tarlo: 'Le parole sono belle; ma noi qui aspettiamo i fatti'.

* Monsignor Athanase Matti Shaba Matoka non è un vescovo caldeo ma siro cattolico e precisamente l'arcivescovo emerito di Baghdad che allì'inizio di marzo ha rinunciato al governo pastorale della diocesi ed è stato sostituito dall'Arciverscovo Yousif Abba. Nota di Baghdadhope