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6 dicembre 2010

Iraq: Zebari apre a Frattini su cristiani non su Aziz

By AGI

Il ministro degli Esteri iracheno, Hoshyar Zebari, ha ribadito al collega italiano Franco Frattini che saranno i giudici a decidere la sorte di Tareq Aziz, ma ha promesso "misure per aumentare la protezione dei cristiani".
Nel corso di una conferenza stampa dopo il colloquio a Baghdad, Zebari ha risposto alla richiesta di clemenza per l'ex vicepremier avanzata dal titolare della Farnesina ribadendo "la necessita' di rispettare la decisione della giustizia irachena". "Sono stati rispettati tutti i diritti di Aziz", ha sottolineato il capo della diplomazia irachena, "non e' stato un processo segreto o nascosto, aveva una difesa e tutti dovrebbero rispettare la decisione dei tribunali iracheni". Frattini, da parte sua, ha osservato che l'esecuzione di Aziz invierebbe "un segnale negativo" alla minoranza cristiana in Iraq, la cui situazione preoccupa l'Italia soprattutto dopo l'assalto del 31 ottobre alla cattedrale siro-cattolica di Baghdad che fece piu' di 50 morti. Su questo punto Zebari e' stato piu' disponibile e ha promesso che "saranno prese misure per aumentare la protezione dei cristiani". "Invieremo segnali positivi al mondo ricostruendo le chiese e proteggendo i cristiani", ha spiegato. "La posizione del governo e' chiara", ha aggiunto, "non sosteniamo gli incoraggiamenti ai cristiani a lasciare l'Iraq per l'Europa e su questo conviene anche il mio collega Frattini". Dall'incontro e' emersa la volonta' dell'Italia di "allargare le relazioni con l'Iraq" e in particolare di contribuire alla riabilitazione e alla messa in sicurezza della diga di Mossul e alla realizzazione del nuovo grande porto di Al-Faw, nel sud.
L'Italia, tra l'altro, e' il primo partner economico europeo dell'Iraq. Per quanto riguarda Aziz, Zebari ha ricordato che "richieste di clemenza" per il 74enne cattolico caldeo erano gia' arrivate "da Vaticano, Russia e alcuni Paesi arabi". L'ex "volto presentabile" del regime di Saddam, in carcere dall'aprile del 2003, era stato condannato all'impiccagione il 26 ottobre dall'Alto tribunale di Baghdad per aver partecipato alla persecuzione dei partiti sciiti negli anni '80 e di "omicidi deliberati e crimini contro l'umanita'". Nelle ultime settimane le autorita' irachene avevano ricordato che prima di arrivare a un'eventuale esecuzione si dovranno esaurire i ricorsi interni fino alla pronuncia finale della Corte suprema. Frattini ha incontrato anche il premier designato, Nuri al-Maliki, e il presidente Jalal Talabani, curdo, che ha gia' fatto sapere che non controfirmera' un eventuale ordine di esecuzione per Talabani. Questo, tuttavia, non sarebbe di per se sufficiente a fermare il boia. In precedenza il titolare della Farnesina aveva inaugurato la nuova sede dell'ambasciata a Baghdad, nella Green zone, alla presenza del patriarca di Baghdad Emmanuel Delli e dell'ambasciatore Gerardo Carante. La visita di Frattini e' stata anche l'occasione per la firma di un memorandum d'intesa per la ristrutturazione e l'allestimento del padiglione pediatrico dell'ospedale di Bassora, finanziato dall'Eni con un intervento per complessivi 5 milioni di dollari (in tre anni) che riguarda anche altre attivita' sociali nell'area. L'intesa e' stata sottoscritta dall'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, e dal portavoce del governo Ali Al Dabbagh, alla presenza di Frattini e Zebari.