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1 dicembre 2010

Iracheni cristiani. Uccisi a Baghdad e Mosul e benvenuti nel sud sciita?

By Baghdadhope*

Mentre a Baghdad si moltiplicano le occasioni in cui i rappresentanti del governo manifestano con sentite parole la propria fraterna solidarietà alla comunità cristiana, a Mosul la situazione peggiora.
Due giorni fa gli abitanti del quartiere di Qadissiyah hanno avvertito la polizia di un attacco alla casa di un professore della facoltà di agraria dell'università che fortunatamente era vuota, e che si è risolto con la fuga degli assalitori che sono riusciti però prima a rubare un computer portatile ed alcuni cellulari.
Ieri però nello stesso quartiere, e nonostante i controlli di sicurezza fossero stati rafforzati, degli uomini armati hanno ucciso un ragazzo cristiano di 26 anni, Fadi Walid Jibrail, i cui funerali saranno celebrati stamattina nella chiesa di Mar Ephrem.
Come risposta a queste violenze il consiglio provinciale di Mosul, secondo quanto ha riferito ieri Rainews24 citando l'agenzia Aswat Al-Iraq, ha stabilito di concedere ferie pagate ai dipendenti pubblici cristiani. Una soluzione "temporanea" secondo quanto dichiarato da Atheel al-Nujaifi, il governatore della provincia di Ninive, "per contribuire a risolvere i problemi che riguardano i cristiani iracheni, obiettivo dei terroristi di al-Qaeda".
Al ministero dell'Istruzione è stato invece richiesto di trasferire gli insegnanti cristiani in aree del paese considerate più sicure.
Dal sito Adnkronos che cita il quotidiano Al-Hayat apprendiamo nel frattempo che l'amministrazione della provincia di Najaf, nel sud dell'Iraq, regione a prevalenza sciita, ha invitato i cristiani che stanno lasciando Baghdad a trasferirsi in città. Un'iniziativa che, secondo lo sceicco Faid al-Shamri, non è contraria nè alla costituzione nè agli insegnamenti islamici che obbligano a proteggere i cristiani.
Cristiani, professori universitari e studenti, che potrebbero essere accolti dall'università di Kufa, nella stessa regione di Najaf, come affermato dal suo rettore Abdel Razzaq al-Isa che spiega l'iniziativa come dovuta all' intento "di proteggere l'unità dell'Iraq" offrendo gratuitamente i servizi e trasporto pubblico a tutti gli studenti cristiani che "verranno da noi per sfuggire alle minacce dei terroristi".
Persino i religiosi sciiti di Najaf, fa notare la Adnkronos, hanno parlato dei cristiani, come ha fatto lo sceicco Muniam al-Ansari affermando che "i cittadini di Najaf sono molto aperti e tolleranti e non ci sono differenze tra cristiani e musulmani. La nostra religione ci insegna a vivere in pace con le altre fedi e le nostre porte sono aperte ai fratelli cristiani. Possiamo offrire loro case e li aiuteremo a trovare un lavoro".
I cristiani di Baghdad potrebbero quindi decidere di trasferirsi nel sud?
Improbabile. La mancanza di una rete comunitaria e le stringenti prescrizioni islamiche in vigore nella zona potrebbero fermarli. Insieme alla denuncia fatta da un rappresentante della comunità cristiana di Bassora, Zaid Yacoub, secondo la quale il consiglio provinciale favorirebbe l'emigrazione dei cristiani che non riescono a trovare lavoro ed ai quali non è neanche permessa la tradizionale vendita di alcolici. Commercio da sempre esercitato dai cristiani che, sempre secondo Yacoub, per quanto non in linea con la tradizione come espressamente affermato dal vice presidente del consiglio provinciale, Ahmed Al Sulaity, che ha parlato della costituzione che non permette la violazione della legge islamica, non ha per nulla messo fine alla vendita di alcolici in città rendendola solo illegale e favorendo quindi il mercato nero a prezzi altissimi e di materiale a volte scaduto.