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17 novembre 2010

Preghiera per i Cristiani perseguitati

By Diocesi di Reggio Emilia Guastalla

I Movimenti ecclesiali invitano in cattedrale per domenica 21 novembre alle 16.30
di Emilio Bonicelli
Il sangue dei martiri cristiani è il sangue stesso del Signore che continua a essere versato nella storia. Per questo i martiri del nostro tempo, che testimoniano con il dono totale di sé la contemporaneità di Cristo, sono la chiamata più grande che il mistero dell’amore di Dio ci fa oggi alla conversione. E’ a partire da tale consapevolezza che i movimenti ecclesiali della nostra diocesi hanno aderito di slancio all’invito rivolto dai Vescovi italiani per una giornata di preghiera, domenica 21 novembre, in cui stringersi ai cristiani perseguitati in Iraq e in altre parti del mondo, condividere le loro attese, la speranza, il dolore, la paura, far sentire che nella comunione dei santi non sono soli, far brillare per tutti il tesoro della loro testimonianza.
L’iniziativa è stata annunciata l’11 novembre scorso ad Assisi, al termine dell’assemblea della Cei, dal Cardinale Angelo Bagnasco con queste parole: “Esprimeremo misericordia, pietà e conforto per chi vive la persecuzione non solo in Iraq, ma in tante parti del mondo. E pregheremo anche per i persecutori, perché tutti possano ricevere la luce della verità e dell’amore”.
L’invito rivolto dai movimenti ecclesiali, Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, Focolari, Medici Cattolici, Movimento per la vita, Rinnovamento nello Spirito, è di riunirsi in preghiera per la recita del Santo Rosario dei martiri domenica 21 novembre alle ore 16,30 nella Cattedrale di Reggio Emilia, in Piazza Prampolini.
Aderiscono anche i Cavalieri e le Dame dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e la Confraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo. La preghiera per i martiri contemporanei avverrà di fronte alle sacre reliquie, esposte nella Cattedrale per la solenne ostensione, dei Santi martiri Crisanto e Daria, co-patroni della città e della diocesi.
Il Rosario sarà concluso dal vescovo Ausiliare, S.E. Mons Lorenzo Ghizzoni.
Il pensiero andrà in particolare ai cristiani dell’Iraq uccisi, rapiti, perseguitati, costretti alla fuga, come nei primi secoli del cristianesimo. Agli uomini, alle donne, ai bambini, ai sacerdoti brutalmente trucidati, con assurda violenza, domenica 31 ottobre nella cattedrale di Nostra Signora del perpetuo soccorso a Bagdad, mentre erano riuniti in preghiera. Alle famiglie di quella terra che, per aver testimoniato l’amore a Gesù, sono inseguite sin dentro alle case con i più micidiali strumenti di distruzione. In Iraq è in atto una strategia del terrore per cacciare i cristiani. Una strategia che ha già prodotto un esodo senza precedenti che mette a repentaglio il futuro del cristianesimo in una terra che fu tra le prime ad accogliere il Vangelo.
Ma la stessa strategia è in atto in altre parti del mondo e trova il suo più grande alleato nel silenzio dei mass media e della comunità internazionale. Per questo non possiamo tacere. Domenica 21 novembre pregheremo per i cristiani dell’Iraq, della Turchia, del Pakistan, dell’India, della Cina, della Corea del Nord, del Sudan, dell’Africa nera perché il Signore li sostenga nella difficile prova e perché doni anche a noi il coraggio di essere testimoni limpidi di Gesù in questo mondo che Lo rifiuta. Invocheremo la misericordia del Signore per i persecutori, perché non si perdano nell’odio. Chiederemo al Signore che illumini la mente e i cuori dei governanti perchè ovunque nel mondo sia riconosciuta ad ogni uomo la libertà di cercare e amare la verità, di testimoniare in modo pubblico la bellezza dell’incontro con Gesù e cessi ogni tentativo di negare rilevanza sociale all’esperienza cristiana. Pregheremo anche per la liberazione della giovane madre cristiana Asia Bibi, condannata a morte in base all’iniqua legge antiblasfemia, usata in Pakistan come strumento per perseguitare le minoranze religiose. In occasione della conclusione del Sinodo per il Medio Oriente Benedetto XVI ha definito la libertà religiosa “uno dei diritti fondamentali della persona umana che ogni Stato dovrebbe sempre rispettare”. “Allargare questo spazio di libertà diventa un’esigenza per garantire a tutti gli appartenenti alle varie comunità religiose la vera libertà di vivere e professare la propria fede”.