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26 novembre 2010

La Ue: «Se l’Iraq vuole aiuti, tuteli la comunità cristiana»

By Avvenire
di Franco Serra

In difesa della libertà religiosa e delle martoriate comunità cristiane in Iraq: l’Europarlamento ha approvato ieri, col voto di tutti i gruppi politici, una risoluzione che, condannando i massacri di cristiani iracheni, impegna i governi dell’Ue a premere sui dirigenti di Baghdad perché vengano intensificati «in modo drastico gli sforzi per proteggere i cristiani e le comunità più vulnerabili». La risoluzione chiede inoltre ai governanti iracheni di non far eseguire la condanna a morte di Tareq Aziz e di risparmiare la vita anche di altri due esponenti della dittatura. Alla rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, viene chiesto di considerare una priorità la sicurezza dei cristiani e di comportarsi in conseguenza.
Promotore dell’iniziativa, con il gruppo Ppe di cui fa parte, Mario Mauro che ha espresso «grande soddisfazione» per il voto. In una dichiarazione con il capofila degli eurodeputati Pd David Sassoli, Mario Mauro – che è presidente degli eurodeputati del Pdl, vicepresidente dell’Europarlamento e rappresentante dell’Osce per la lotta alle discriminazioni contro i cristiani – ha sottolineato che la risoluzione «esprime la forte unità dell’Assemblea in difesa dei diritti fondamentali, chiedendo al governo iracheno di agire subito per la difesa della comunità cristiana irachena e per la libertà di religione, ed è anche un chiaro impegno contro la pena di morte chiedendo la sospensione dell’esecuzione di Tarek Aziz». «Il dato politico importante – ha detto ancora Mauro – è che il Parlamento nella sua interezza, oltre a condannare con forza gli attacchi, chiede che venga ristabilito in Iraq lo stato di diritto sulla base del principio della libertà religiosa, che è alla base di tutte le altre libertà, alla base di ogni sistema democratico ed è contenuto nella Costituzione del Paese». «Voglio anche ribadire – ha aggiunto Mauro – che nel testo troviamo richieste politiche precise, a livello di diritti umani e principi democratici, che sono diventate oggi la premessa e le condizioni che l’Ue chiederà per concludere il primo accordo di cooperazione con l’Iraq».
«Sull’istanza di abolizione universale della pena di morte, sulla quale non siamo secondi a nessuno – ha poi commentato il presidente del “Movimento per la vita”, Carlo Casini, invitando a riaffermare le radici cristiane dell’Europa – sento il dovere di rilanciare l’iniziativa promossa da Giuliano Ferrara di una moratoria sull’aborto come conseguenza logica dell’affermazione del valore della vita umana».
Commenti di piena soddisfazione per il contenuto e la forma unitaria del voto sono venuti egualmente da sinistra. A nome dell’intero gruppo di parlamentari Pd, di cui è presidente, Patrizia Toia ha annunciato il voto favorevole dichiarando che «la condanna a morte di Tareq Aziz, insieme a due altri ex funzionari, le uccisioni dei cristiani iracheni a Mosul e gli attacchi ai luoghi di culto cristiano non lasciano indifferente il Parlamento europeo, da sempre sensibile in prima linea per garantire il rispetto dei diritti fondamentali».
Un voto, quello di Strasburgo, in pieno accordo con la politica della Farnesina: il ministro degli Esteri Franco Frattini ha annunciato che, in occasione della sua visita a Baghdad del prossimo 5 dicembre, chiederà l’istituzione di una commissione governativa irachena che si occupi della libertà di culto dei cristiani. «Voglio parlare della libertà dei cristiani – ha aggiunto – e chiederò con forza che ci sia una commissione governativa irachena che si occupi della libertà dei cristiani di esercitare il loro culto ovunque».