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20 novembre 2010

Diocesi di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi: giornata di preghiera per i cristiani perseguitati in Iraq


Una giornata di preghiera per i cristiani perseguitati in Iraq e per i loro persecutori. L’appuntamento, in programma domenica 21 novembre, è stato annunciato l’11 novembre dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, al termine dell’Assemblea generale di Assisi. E oggi un comunicato diffuso dalla Cei ricorda che “tutte le comunità ecclesiali sono invitate a pregare nella Solennità di Cristo Re per i cristiani che soffrono la tremenda prova della testimonianza cruenta della fede”. Nel comunicato si sottolinea come nella prolusione all’Assemblea generale di Assisi il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, abbia ribadito che “un posto speciale hanno nel nostro cuore i cristiani dell’Iraq, bersaglio continuo di attentati sanguinosi, forieri di lutti e di dolore”. Viene menzionato l’attentato alla cattedrale siro-cattolica di Bagdad, “scenario di decine di morti e feriti, fra i quali due sacerdoti e un gruppo di fedeli”. Per quanto riguarda la drammatica vicenda di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte in Pakistan per blasfemia, la nota riferisce che “i vescovi italiani, vicini nella preghiera a lei e alla sua famiglia, si uniscono all’appello del Santo Padre affinché sia restituita alla piena libertà”, seguendo inoltre “con grande preoccupazione la difficoltosa situazione dei cristiani in Pakistan”.
Culla della cristianità. “Il Medio Oriente è la terra dove è nata la cristianità. Ci sono delle comunità cristiane orientali che vivono in questa terra e devono essere riconosciute, rispettate e lasciate libere di professare la loro religione”. È il pensiero di padre Philip Najim, procuratore della Chiesa caldea presso la Santa Sede e visitatore apostolico per l’Europa, intervenuto nei giorni scorsi a un incontro on line del Copercom (Coordinamento associazioni per la comunicazione – www.copercom.it) dedicato proprio al tema dei cristiani perseguitati. Padre Najim ha ricordato che “da quattordici secoli non è mai accaduta una simile persecuzione in Iraq” e “non possiamo definirla una caratteristica del popolo iracheno o un conflitto religioso tra cristiani e musulmani”. Infatti, ha sottolineato, “non esiste un conflitto religioso” ma “sono attacchi mirati a generare caos nel Paese e impedire un cammino fruttuoso per il futuro dell’Iraq”. “Quello che accade oggi in Iraq – ha precisato – è dovuto alla mancanza di un governo stabile che possa garantire i diritti dell’uomo e la sicurezza della popolazione. Quel che avviene ai cristiani in Iraq, tuttavia, accade anche i musulmani”.
Uccidendo tradiscono la loro fede. È “inaccettabile dal punto di vista islamico” che alcuni uccidano in nome dell’Islam, anzi, “le persone che uccidono tradiscono il proprio testo sacro e la loro fede religiosa”, sottolinea al SIR l’imam delle comunità islamiche del Veneto, Kamel Layachi. L’esponente musulmano parla di “inaccettabile massacro e vilipendio nei confronti della vita e dei luoghi di culto” e dichiara di unirsi “spiritualmente a questa preghiera, aderendo ‘senza se’ e ‘senza ma’”, nella volontà di difendere “la libertà religiosa e delle minoranze cristiane in Iraq e non solo”, per “continuare una convivenza civile tra cristiani e musulmani che dura da secoli in quelle parti del mondo”. E “oggi – prosegue – le religioni e i loro leader sono chiamati a rafforzare un’‘alleanza per la vita’ e difendere il diritto alla libertà religiosa in ogni Paese del mondo”. Infine, l’imam ricorda che “proprio ieri la Federazione delle organizzazioni islamiche d’Europa ha emanato un comunicato con il quale si unisce a tutte le forze vive in Italia e all’estero per denunciare questi atti di violenza e lavorare insieme per la convivenza civile”.
Il “Padre nostro” caldeo. All’iniziativa promossa dai vescovi italiani, la rivista “Mondo e Missione” (www.missionline.org) aderisce offrendo alle comunità parrocchiali e a tutti coloro che lo desiderano una preghiera tratta dal breviario caldeo: “Padre nostro invisibile che sei nei cieli, sia santificato in noi il tuo Nome perché tu ci hai santificato attraverso il tuo Spirito Santo. Venga su di noi il tuo regno, regno promesso agli amanti del tuo Amore. La tua forza e le tue benevolenze riposino sui tuoi servi qui nel mistero e là nella tua misericordia. Dalla tua tavola inesauribile, dona il cibo alla nostra indigenza e accordaci la remissione delle colpe perché tu conosci la nostra debolezza. Noi ti preghiamo: salva coloro che hai plasmato e liberali dal maligno che cerca chi divorare. A te appartengono il regno e la potenza e la gloria, o Signore: non privare della tua bontà i tuoi santi”.