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6 ottobre 2010

Rapimenti a Baghdad e bombe a Mosul. Essere cristiani in Iraq

By Baghdadhope*

A Dora, l'enorme quartiere sud orientale di Baghdad una volta densamente abitato da famiglie cristiane è tornato il terrore. Lo scorso 2 ottobre, infatti, secondo quanto riferito dalla TV cristiana Ishtar, un ragazzo, Matti Anwar Yohanna Albazi, è stato rapito ed alla famiglia il giorno successivo è stato chiesto un riscatto di 100.000 $ per la sua liberazione.
In realtà, come ha rivelato oggi il sito Ankawa.com, Matti è stato rilasciato ieri dopo il pagamento di "soli" 80.000 $.
Uno sconto che difficilmente tranquillizzerà i cristiani di Dora che già nel 2007 si erano trovati vittime designate di una feroce ondata di violenza che ne decimò il numero.

Anche a Mosul però le cose per i cristiani non vanno bene.
E' ancora il sito Ankawa.com a riferire che, dopo la bomba che alcuni giorni fa ha causato la fuga di tre famiglie dal quartiere di Al-zuhoor, spaventate da ulteriori e più violenti attacchi, un'altra bomba è esplosa questa volta nel quartiere di Hay Al-thaqafa davanti alla casa di una famiglia cristiana già fuggita altrove in cerca di sicurezza.
Secondo alcuni osservatori citati da Ankawa.com quella delle esplosioni per ora non letali sarebbe la nuova tattica adottata da chi vuole "pulire" la città dalla sua componente cristiana seminando il terrore,senza far ricorso a quelle già adottate in passato e che hanno compreso rapimenti, minacce ed omicidi.
Il sito sottolinea anche che l'esplosione di due giorni fa è avvenuta a soli pochi metri da uno dei posti di blocco istituiti ed addirittura rafforzati rispetto al passato.