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7 giugno 2010

Sostegno spirituale e solidarietà a cristiani Medio Oriente

By Vatican Information Service

Città del Vaticano 6 giugno 2010

Questa mattina nel Palazzo dello Sport Eleftheria di Nicosia, che può ospitare circa 6000 persone, il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa in occasione della pubblicazione dell'"Instrumentum Laboris" dell'Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi.
Alla Celebrazione Eucaristica hanno partecipato i Patriarchi e i Vescovi cattolici del Medio Oriente, con rappresentanze della rispettive comunità, ed un numeroso gruppo di fedeli ciprioti. All'inizio l'Arcivescovo maronita di Cipro, Monsignor Youssef Soueif ha rivolto parole di saluto al Santo Padre. Nel ricordare nell'omelia che oggi si celebra la Solennità del Corpus Domini, Papa Benedetto XVI ha spiegato: "Il nome dato a questa festa in Occidente, è usato nella tradizione della Chiesa per indicare tre distinte realtà: il corpo fisico di Gesù, nato dalla Vergine Maria, il suo corpo eucaristico, il pane del cielo che ci nutre in questo grande sacramento, e il suo corpo ecclesiale, la Chiesa. Riflettendo su queste diversi aspetti del 'Corpus Christi', giungiamo ad una più profonda comprensione del mistero della comunione che lega tutti coloro che appartengono alla Chiesa". "Ciascuno di noi che appartiene alla Chiesa ha bisogno di uscire dal mondo chiuso della propria individualità ed accettare la compagnia di coloro che condividono il pane con Lui. (...). È per questo che tutti i giorni noi preghiamo 'nostro' Padre per il 'nostro' pane quotidiano. Abbattere le barriere tra noi e i nostri vicini è prima premessa per entrare nella vita divina alla quale siamo chiamati. Abbiamo bisogno di essere liberati da tutto quello che ci blocca e ci isola: timore e sfiducia gli uni verso gli altri, avidità ed egoismo, mancanza di volontà di accettare il rischio della vulnerabilità alla quale ci esponiamo quando ci apriamo all'amore". "Nella prima comunità cristiana" - ha ricordato il Papa - "nutrita alla tavola del Signore, noi vediamo gli effetti dell'azione unificatrice dello Spirito Santo. Condividevano i loro beni in comune, distaccandosi da ogni bene materiale per amore dei fratelli. (...) Ma il loro amore non era affatto limitato verso i loro amici credenti. Mai hanno considerato se stessi come esclusivi, privilegiati beneficiari del favore divino, ma invece come messaggeri inviati a spargere la buona notizia della salvezza in Cristo fino ai confini della terra. E fu così che il messaggio affidato agli Apostoli dal Signore Risorto, venne sparso in tutto il Medio Oriente e da qui al mondo intero". "Siamo chiamati a superare le nostre differenze, a portare pace e riconciliazione dove ci sono conflitti, ad offrire al mondo un messaggio di speranza. Siamo chiamati ad estendere la nostra attenzione ai bisognosi, dividendo generosamente i nostri beni terreni con coloro che sono meno fortunati di noi. E siamo chiamati a proclamare incessantemente la morte e risurrezione del Signore, finché egli venga".
Al termine della Santa Messa, l'Arcivescovo Nikola Eterovic, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, ha ringraziato il Papa per la convocazione della prossima Assemblea Speciale per il Medio Oriente, che si terrà in Vaticano nell'ottobre prossimo ed ha invitato il Pontefice a consegnare una copia dell"Instrumentum Laboris" ai membri del Consiglio Speciale per il Sinodo. Prima della recita dell'Angelus, Benedetto XVI ha sottolineato che: "Il Medio Oriente ha un posto speciale nel cuore di tutti i cristiani, dal momento che fu proprio lì che Dio si è fatto conoscere ai nostri padri nella fede". "È inoltre noto" - ha affermato il Santo Padre - "che alcuni fra voi soffrono grandi prove dovute alla situazione attuale nella regione. L'Assemblea Speciale è un'occasione per i cristiani del resto del mondo di offrire un sostegno spirituale e una solidarietà ai loro fratelli e sorelle del Medio Oriente". Voi cristiani di questa regione "desiderate vivere in pace ed in armonia con i vostri vicini ebrei e mussulmani. Spesso agite come artigiani della pace nel difficile processo di riconciliazione. Voi meritate la riconoscenza per il ruolo inestimabile che rivestite. È mia ferma speranza che i vostri diritti siano sempre più rispettati, compreso il diritto alla libertà di culto e alla libertà religiosa, e che non soffriate giammai di discriminazioni di alcun tipo". "Prego che i lavori dell'Assemblea Speciale aiutino a rivolgere l'attenzione della comunità internazionale sulla condizione di quei cristiani in Medio Oriente, che soffrono a causa della loro fede, affinché si possano trovare soluzioni giuste e durature ai conflitti che causano così tante sofferenze. In merito a questa grave questione, ripeto il mio appello personale per uno sforzo internazionale urgente e concertato al fine di risolvere le tensioni che continuano in Medio Oriente, specie in Terra Santa, prima che tali conflitti conducano a un più grande spargimento di sangue". "Con tali pensieri" - ha concluso il Pontefice - "presento a voi l''Instrumentum Laboris' dell'Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi". Dopo l'Angelus il Papa ha ricordato che oggi si celebra a Varsavia la Beatificazione di Jerzy Popieluszko, sacerdote e martire ed ha detto: "Rivolgo un cordiale saluto alla Chiesa in Polonia, che oggi gioisce dell'elevazione agli altari del Padre Jerzy Popieluszko. Il suo zelante servizio e il martirio sono particolare segno della vittoria del bene sul male. Il suo esempio e la sua intercessione accrescano lo zelo dei sacerdoti e infiammino d'amore i fedeli laici".
Al termine della Celebrazione Eucaristica il Santo Padre è rientrato alla Nunziatura Apostolica di Nicosia per il pranzo con i Membri del suo Seguito, i Patriarchi e i Vescovi del Consiglio Speciale del Sinodo per il Medio Oriente e con Sua Beatitudine Chrysostomos.

per il testo completo dell'Instrumentum Laboris clicca qui

Alla celebrazione di Cipro erano presenti il Patriarca caldeo Cardinale Mar Emmanuel III Delly, il Patriarca siro cattolico Mar Ignatius Joseph III Younan ed i vescovi caldei Mons. Shleimun Warduni (Baghdad) e Mons. Ramzi Garmou (Teheran - presidente della conferenza episcopale iraniana).
Nota di Baghdadhope