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9 gennaio 2010

Nuovo vescovo caldeo di Mosul. Mons. Sako (Kirkuk) "Davanti a sé ha una strada difficile da percorrere"

By Baghdadhope *

Photo source: Ankawa.com
L'ordinazione del nuovo vescovo caldeo di Mosul, Mons. Emil Nona ha rappresentato un momento di speranza, sebbene turbato dalle ingenti misure di sicurezza, per la comunità caldea e cristiana in genere in Iraq.

Speranza espressa a Baghdadhope da Mons. Louis Sako, Arcivescovo caldeo di Kirkuk e per molti anni sacerdote proprio a Mosul che ha definito il nuovo vescovo come "un uomo giovane ma serio e cosciente della situazione difficile in cui versa la sua diocesi." Una situazione che, continua Mons. Sako, "gli pone davanti molte sfide: il doloroso impatto che la crescente tensione politica ha sulla comunità cristiana, il fenomeno dell'emigrazione dei fedeli, la mancanza di sacerdoti, la necessità di adeguare la cura pastorale alla particolare situazione che la comunità sta vivendo, i rapporti con le altre chiese ed ovviamente con la comunità musulmana ed anche l'auspicabile opera di restauro e conservazione degli edifici di culto tra cui ne figurano alcuni risalenti ai primi secoli del cristianesimo." "La strada che Mons. Nona dovrà percorrere" ha concluso Mons. Sako "non sarà facile ma noi tutti gli saremo vicini e pregheremo per lui e perchè il Signore gli dia la saggezza e la prudenza necessari a svolgere il suo mandato."
La cerimonia, svoltasi ad Alqosh, luogo natale del neo vescovo, ha visto un grande afflusso di fedeli e religiosi, a cominciare ovviamente dagli appartenenti al clero caldeo: il patriarca della chiesa caldea, Cardinale Emmanuel III Delly, i tre vicari patriarcali, Mons. Shleimun Warduni, Mons. Jacques Isaac e Mons. Andreas Abouna, i vescovi di Kirkuk, Mons. Louis Sako, di Zakho, Mons. Petrus Harbouli, di Amadiya nonchè amministratore patriarcale di Erbil Mons. Rabban Al Qas, di Alqosh Mons. Mikha P. Maqdassi ed il vescovo emerito di Kirkuk, Mons. Andreas Sana
A rimarcare il carattere ecumenico della celebrazione e l'importanza della nomina per la sede di Mosul, vacante dal momento della tragica morte di Mons. Faraj P. Rahho, avvenuta a seguito del suo rapimento nel 2008, e negli ultimi anni rivelatasi come sede vescovile più pericolosa visti i numerosi attacchi alla comunità cristiana della città erano anche presenti: il vescovo latino di Baghdad, Mons. Jean B. Sleiman, il Nunzio Apostolico in Giordania ed Iraq Mons. Francis A. Chullikat, il vescovo siro cattolico di Mosul, Mons. George B. Casmoussa, Mons. Gewargis Toma, vescovo di Mosul dell'Antica Chiesa dell'Est e Mons. Gregorios Shaliba Shamoun, vescovo siro ortodosso di Mosul.