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5 novembre 2009

SENATO: Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 270 del 03/11/2009


Il Senato,
premesso che:
la Chiesa italiana è la prima a sostenere i cristiani nel mondo, e paga con i suoi missionari, suore, preti e laici un prezzo di persecuzione sempre più pesante soprattutto in quei Paesi dove sono presenti regimi totalitari;
il 13 agosto 2009 ci sono state ulteriori persecuzioni di cristiani, questa volta in Sudan, dove sette cattolici africani sono stati atrocemente giustiziati da predoni ugandesi del Lra, il famigerato movimento-setta di Joseph Kony. Il 16 agosto, solo tre giorni dopo, ci sono state addirittura tre crocifissioni, e altri sei cattolici sono stati assassinati crudelmente nella stessa zona;
l'atrocità di questi crimini spesso non è più neppure oggetto di notizia da parte dei media, pronti, al contrario, a mettere in risalto tristi episodi come questi quando sono perpetrati nei confronti di uomini, donne o bambini di altre confessioni religiose;
durante l'ultima Conferenza episcopale dei vescovi dell'Africa monsignor Edward Hiiboro Kussala, vescovo di Tombura-Yambio, ha chiesto che l'Europa e tutta la comunità internazionale guardi con più attenzione al suo Paese, intervenendo per porre fine a una situazione di massacri quotidiani nei confronti dei cristiani che vivono in Africa;
tra i molti problemi che hanno in quella terra vi è quello gravissimo dei ribelli che provengono dal Nord Uganda, e che si trovano al confine con il Sudan, la Repubblica Centroafricana e la Repubblica democratica del Congo. Vivono nelle foreste di questa zona e da quattro anni attaccano i villaggi, uccidono sul posto tutti coloro che fanno resistenza, uccidono gli anziani o li bruciano nelle loro case, e prendono le persone più giovani, i bambini, ragazzi e ragazze, per indottrinarli cercando di cambiare così il loro modo di pensare;
in origine questi gruppi che attaccano con ferocia solo i cristiani erano ugandesi; con il tempo, a loro si sono aggiunte genti dal Sudan, dal Congo, dalla Repubblica Centroafricana. Dopo che nel 2005 fu firmata la pace, l'Europa e la comunità internazionale avrebbero dovuto seguire questo processo, cosa che non è avvenuta;
questi ultimi episodi gravissimi di persecuzioni contro i cristiani vanno ad aggiungersi a quelle di più di 60 cristiani uccisi dalla fine di agosto 2008 nell'est dell'India, alle persecuzioni in America Latina, soprattutto in Messico; in Iraq, specialmente nella città di Mosul, da dove circa 2.400 famiglie cristiane sono state costrette a fuggire. Nel corso degli ultimi quattro anni, tra il 2004 e il 2008 le famiglie cristiane sfollate sono state 50.000;
considerato che:
secondo il rapporto 2008 sulla libertà religiosa nel mondo, dell'associazione "Aiuto alla Chiesa che soffre", risulta che sono più di 60 le nazioni nel mondo dove si verificano gravi violazioni del diritto alla libertà religiosa dei propri cittadini;
comunità cristiane vengono perseguitate anche in alcune regioni del Laos, della Nigeria, dell'Etiopia, delle Filippine e di altri Paesi, soprattutto islamici;
il ministro Frattini in tutti i vertici avuti con le autorità di questi Stati in cui avvengono le persecuzioni ha sempre chiesto che il tema delle uccisioni dei cristiani venisse posto in agenda;
le Nazioni Unite hanno lanciato attraverso l'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati un programma di aiuto per i profughi cristiani costretti a fuggire dai vari territori come ad esempio da Mosul;
tenuto conto che:
il diritto alla libertà religiosa è un elemento che bisogna garantire ad ogni persona, così come la libertà di parola e di espressione;
i Vescovi dell'Africa riunitisi recentemente a Roma hanno lanciato un appello alle istituzioni di tutta Europa ad intervenire in ogni modo per far cessare queste violenze che non sono altro se non il sintomo di una chiara forma di discriminazione e di intolleranza nei confronti dei cristiani, non solo in Africa ma in tutto il mondo,
impegna il Governo:
ad assumere iniziative volte a contrastare la persecuzione delle comunità cristiane in Africa così come in altri Paesi, chiedendo a tutta la comunità internazionale di affrontarla nello stesso modo e con la stessa determinazione con cui si combattono forme di incitamento all'odio contro altre comunità religiose;
a presentare annualmente alle Commissioni parlamentari competenti un rapporto sullo stato delle persecuzioni avvenute per motivi religiosi.
(1-00194 p. a.)