Anni fa Monsignor Shleimun Warduni, patriarca vicario caldeo, in cura presso l'Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, chiese a Padre Pio la grazia per la sua guarigione e soprattutto quella per la pace in Iraq, il suo paese, martoriato da decenni di dittatura, sanzioni e guerre.
In quell’occasione espresse il desiderio che una statua di Padre Pio potesse raggiungere l’Iraq per diffondere tra la popolazione cristiana del luogo la conoscenza del Santo, della sua opera e della sua missione.
La richiesta, come ha raccontato lo stesso Mons. Warduni a Baghdadhope, suscitò l’entusiasmo di tutti, e tra questi quello dell’Arcivescovo di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo, Mons. Domenico Umberto D’ambrosio e del Guardiano del Convento dei Frati Minori Cappuccini di Santa Maria delle Grazie, Frate Carlo Maria Laborde, che subito si attivarono per soddisfarla.
Fu così che una bellissima statua di San Pio partì dall’Italia alla volta di Amman, prima tappa del viaggio verso Baghdad.
Ad Amman la statua rimase per due anni custodita presso la Nunziatura Apostolica. La pericolosa situazione in Iraq rendeva problematico il suo trasferimento. Con il migliorare delle condizioni di sicurezza però la situazione si sbloccò. Da Amman la statua venne trasferita ad Erbil, nella provincia settentrionale irachena del Kurdistan e da lì, finalmente, a Baghdad, dove è arrivata lo scorso 28 marzo.
“E’ stata una bellissima cerimonia” ha dichiarato Mons. Warduni, “alla fine di questo lungo viaggio la chiesa della Vergine Maria ospiterà la statua e noi siamo grati a tutti quelli che hanno reso possibile questo sogno.”
“La statua” ha precisato Mons. Warduni, “ha per ora una sede provvisoria nel cortile ma quando i lavori di ristrutturazione della chiesa saranno terminati sarà trasferita nella sua sede definitiva.”
Monsignore, quanto è diffuso il culto di San Pio da Pietralcina in Iraq?
“Poco, per ora” ha risposto con ottimismo il vescovo.
Vuol dire che farete di tutto per diffondere le notizie sulla sua vita e le sue opere? E come?
“Qualche fedele ha già letto qualcosa sulla vita del Santo ma faremo di più. Faremo stampare un foglio da distribuire ai fedeli che contenga i punti principali della vita e delle opere di San Pio, quando la statua sarà posta nella sua collocazione definitiva le sarà affiancata una targa che ricordi le tappe più importanti della sua vita, e coltivo il sogno di poter stampare anche un libretto che più approfonditamente spieghi ai nostri fedeli la grandezza del Santo.”
La gioia per l’arrivo della statua di San Pio ha anticipato la Settimana Santa. Le notizie dei media parlano di un’atmosfera completamente diversa da quella degli anni passati, anche solo rispetto alla scorso anno. Lo può confermare?
“Certo, la Domenica delle Palme le chiese erano piene e le celebrazioni sono durate più a lungo grazie alla maggiore sicurezza. I fedeli hanno voglia di celebrare il Signore, hanno voglia di ritrovarsi a pregare. In qualche chiesa forse sarà possibile anche qualche celebrazione nel tardo pomeriggio, una cosa impensabile prima.”
Tutte le chiese di Baghdad saranno aperte per Pasqua?
“No, purtroppo non tutte. In alcuni quartieri la situazione è ancora difficile ma speriamo, con l’aiuto del Signore, di tornare alla normalità. Che tutto il paese torni alla normalità e che tutte le chiese possano riaprirsi ed accogliere i fedeli. Stiamo lavorando perchè questa speranza diventi realtà. Nel quartiere di Mekanic, nella parte sud di Baghdad, ad esempio, è finito il restauro della chiesa dei Santi Pietro e Paolo.”
La chiesa che gli americani si erano impegnati a restaurare insieme a quella di San Giacomo, al Babel College ed al Seminario Maggiore?
“Proprio quella anche se, devo dire, il contributo americano al suo restauro è stato minimo.”
Un’altra bella notizia quindi, eppure in questi giorni le uccisioni di alcuni cristiani a Kirkuk, Baghdad e Mosul hanno fatto pensare ad una recrudescenza della violenza nei confronti della minoranza cristiana..
“L’Iraq è un paese ferito dove le autobomba continuano ad uccidere. I germi del maligno non sono ancora morti. In occasione della Santa Pasqua rivolgeremo al Signore le nostre preghiere perchè ci porti la pace, perchè l’Iraq possa tornare ad essere un paese normale dove regni l’armonia tra tutti. E non dimenticheremo di pregare per i defunti ed i sopravvissuti al terremoto in Italia. Sono molti gli iracheni, e molti i cristiani, che con l’Italia hanno un rapporto speciale e che seguono le notizie di quel terribile evento sui media. Pregheremo per voi come sappiamo voi italiani fate per noi da molto tempo.”
In quell’occasione espresse il desiderio che una statua di Padre Pio potesse raggiungere l’Iraq per diffondere tra la popolazione cristiana del luogo la conoscenza del Santo, della sua opera e della sua missione.
La richiesta, come ha raccontato lo stesso Mons. Warduni a Baghdadhope, suscitò l’entusiasmo di tutti, e tra questi quello dell’Arcivescovo di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo, Mons. Domenico Umberto D’ambrosio e del Guardiano del Convento dei Frati Minori Cappuccini di Santa Maria delle Grazie, Frate Carlo Maria Laborde, che subito si attivarono per soddisfarla.
Fu così che una bellissima statua di San Pio partì dall’Italia alla volta di Amman, prima tappa del viaggio verso Baghdad.
Ad Amman la statua rimase per due anni custodita presso la Nunziatura Apostolica. La pericolosa situazione in Iraq rendeva problematico il suo trasferimento. Con il migliorare delle condizioni di sicurezza però la situazione si sbloccò. Da Amman la statua venne trasferita ad Erbil, nella provincia settentrionale irachena del Kurdistan e da lì, finalmente, a Baghdad, dove è arrivata lo scorso 28 marzo.
“E’ stata una bellissima cerimonia” ha dichiarato Mons. Warduni, “alla fine di questo lungo viaggio la chiesa della Vergine Maria ospiterà la statua e noi siamo grati a tutti quelli che hanno reso possibile questo sogno.”
“La statua” ha precisato Mons. Warduni, “ha per ora una sede provvisoria nel cortile ma quando i lavori di ristrutturazione della chiesa saranno terminati sarà trasferita nella sua sede definitiva.”
Monsignore, quanto è diffuso il culto di San Pio da Pietralcina in Iraq?
“Poco, per ora” ha risposto con ottimismo il vescovo.
Vuol dire che farete di tutto per diffondere le notizie sulla sua vita e le sue opere? E come?
“Qualche fedele ha già letto qualcosa sulla vita del Santo ma faremo di più. Faremo stampare un foglio da distribuire ai fedeli che contenga i punti principali della vita e delle opere di San Pio, quando la statua sarà posta nella sua collocazione definitiva le sarà affiancata una targa che ricordi le tappe più importanti della sua vita, e coltivo il sogno di poter stampare anche un libretto che più approfonditamente spieghi ai nostri fedeli la grandezza del Santo.”
La gioia per l’arrivo della statua di San Pio ha anticipato la Settimana Santa. Le notizie dei media parlano di un’atmosfera completamente diversa da quella degli anni passati, anche solo rispetto alla scorso anno. Lo può confermare?
“Certo, la Domenica delle Palme le chiese erano piene e le celebrazioni sono durate più a lungo grazie alla maggiore sicurezza. I fedeli hanno voglia di celebrare il Signore, hanno voglia di ritrovarsi a pregare. In qualche chiesa forse sarà possibile anche qualche celebrazione nel tardo pomeriggio, una cosa impensabile prima.”
Tutte le chiese di Baghdad saranno aperte per Pasqua?
“No, purtroppo non tutte. In alcuni quartieri la situazione è ancora difficile ma speriamo, con l’aiuto del Signore, di tornare alla normalità. Che tutto il paese torni alla normalità e che tutte le chiese possano riaprirsi ed accogliere i fedeli. Stiamo lavorando perchè questa speranza diventi realtà. Nel quartiere di Mekanic, nella parte sud di Baghdad, ad esempio, è finito il restauro della chiesa dei Santi Pietro e Paolo.”
La chiesa che gli americani si erano impegnati a restaurare insieme a quella di San Giacomo, al Babel College ed al Seminario Maggiore?
“Proprio quella anche se, devo dire, il contributo americano al suo restauro è stato minimo.”
Un’altra bella notizia quindi, eppure in questi giorni le uccisioni di alcuni cristiani a Kirkuk, Baghdad e Mosul hanno fatto pensare ad una recrudescenza della violenza nei confronti della minoranza cristiana..
“L’Iraq è un paese ferito dove le autobomba continuano ad uccidere. I germi del maligno non sono ancora morti. In occasione della Santa Pasqua rivolgeremo al Signore le nostre preghiere perchè ci porti la pace, perchè l’Iraq possa tornare ad essere un paese normale dove regni l’armonia tra tutti. E non dimenticheremo di pregare per i defunti ed i sopravvissuti al terremoto in Italia. Sono molti gli iracheni, e molti i cristiani, che con l’Italia hanno un rapporto speciale e che seguono le notizie di quel terribile evento sui media. Pregheremo per voi come sappiamo voi italiani fate per noi da molto tempo.”