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25 aprile 2009

Chiesa antica dell'Est. Un nuovo calendario? Per adesso due nuovi vescovi!


By Baghdadhope

Nel 1964 il Patriarca della Chiesa dell’Est, Mar Eshai Shimun XXIII, decise che la sua chiesa avrebbe abbandonato il calendario giuliano per adottare quello gregoriano. Una decisione spiegata dallo stesso patriarca in un’intervista rilasciata al
Baghdad Observer il 30 aprile 1970 in occasione del suo primo ritorno in patria dopo l’esilio forzato cui era stato costretto nel 1933 e che lo aveva portato nel 1940 a stabilire la sede patriarcale negli Stati Uniti.
Precisando che “nessuno conosce la data esatta della nascita di Cristo” Mar Shimun spiegò che la decisione era la risposta agli appelli di molti sacerdoti, vescovi e fedeli che avevano chiesto di abbandonare il calendario giuliano per il Natale e la Pasqua vista la difficoltà di celebrare quelle festività in paesi in cui vigeva l’uso del calendario gregoriano.
Nel 1968 uno scisma all’interno della Chiesa dell’Est la divise in due rami. La chiesa guidata da Mar Eshai Shimun XXIII che nel 1976 fu rinominata dal suo successore Mar Dinkha IV “Chiesa Assira dell’Est” e quella guidata da Mar Thoma Darmo, Metropolita di Trichur (India) della Chiesa dell’Est che, in disaccordo con il Patriarca Mar Eshai Simun XXIII, si trasferì a Baghdad dove nominò tre vescovi che a loro volta lo elessero patriarca della Antica Chiesa dell’Est. Carica che però Mar Thoma Darmo poté esercitare per un solo anno vista la sua morte l’anno successivo. Ad egli successe l’attuale patriarca Mar Addai II.
I motivi dello scisma furono molti ed il peso di ognuno di essi fu diversamente valutato e citato dalle diverse parti in causa. Principalmente - e senza voler approfondire le motivazioni politiche o tribali - le critiche su cui il movimento scismatico si concentrò furono tre.
Da 35 anni, da quando cioè Mar Eshai Simun XXIII, era stato esiliato prima a Cipro e successivamente negli Stati Uniti, la Chiesa dell’Est in Iraq era rimasta senza la sua massima guida spirituale e politica. Una parte dei fedeli e del clero desiderava invece che il Patriarca risiedesse a Baghdad e ne facesse la sua sede.
Nella Chiesa dell’Est fin dal secolo XV era in vigore la pratica (non istituzionalizzata né stabilita dai canoni ecclesiastici) del Natar Kursi (successore designato) secondo la quale la carica patriarcale passava al nipote del patriarca in carica. Pratica che venne abolita dall’attuale patriarca della Chiesa Assira dell’Est, Mar Dhinka IV, al momento della sua nomina nel 1976 quindi successivamente al movimento scismatico del 1968 che la contestava.
L’ultima contestazione riguardava proprio l’adozione del calendario gregoriano avvenuta nel 1964.
Dal 1968 sono ormai passati 41 anni ma questa storia che appare ormai lontana proprio negli scorsi giorni ha ritrovato la sua attualità.
Lo scorso
12 aprile, infatti, Mar Addai II ha anticipato ai fedeli che il prossimo sinodo dell’Antica Chiesa dell’Est che si terrà a fine aprile a Baghdad avrà in discussione come quinto punto dell’agenda proprio la possibile adozione del calendario gregoriano per il Natale (ma non per Pasqua) e li ha invitati ad esprimere la propria opinione in merito.
A questo annuncio si aggiunge quello fatto dal Metropolita dell’Australia e della Nuova Zelanda, Mons. Yako Daniel, che ha spiegato come nel sinodo che si aprirà il prossimo 27 aprile una delle questioni in
discussione sarà addirittura la possibile riunione delle due chiese divise nel 1968.
Come sarà possibile questa riunione è difficile dirlo. Fino ad ora essa non è rimasta che un’idea. Un’idea che ha compiuto in questi anni alcuni passi di avvicinamento, come quando nel sinodo della Chiesa Assira dell’Est del 1999 il patriarca ed i vescovi decisero di riconoscere la gerarchia della Chiesa dell’Est e di istituire un comitato congiunto con il fine di “realizzare la piena comunione tra le due parti.” Ma anche di allontanamento, se sono vere le voci riportate da diversi
siti e forum di discussione assiri secondo i quali all’inizio di marzo il vescovo della Chiesa Assira dell’Est della California, Mar Awa Royel, ha ordinato ai sacerdoti, ai diaconi ed ai sub-diaconi della sua diocesi di interrompere qualsiasi rapporto, ecclesiastico ma anche sociale, con i membri della Chiesa Antica dell’Est. Ordine che, viene riferito da più fonti, risalirebbe al sinodo della chiesa assira tenutosi lo scorso ottobre 2008.
Quali che siano le vere intenzioni delle due chiese è ancora presto per dirlo.
Certo un’unione è da molti fedeli auspicabile. Ma come potrebbero convivere in un’ipotetica nuova chiesa unita due patriarchi? Non si deve dimenticare come i colloqui ed i passi di avvicinamento tra la Chiesa Assira dell’Est e quella Caldea si siano arenati proprio quando si è giunti al nodo del riconoscimento dell’autorità papale, da secoli accettata dalla chiesa caldea ma rifiutata da quella assira. Nel caso delle due chiese dell’est il problema di un’autorità superiore ad entrambe non si porrebbe, ma quale tra le due riconoscerebbe la superiorità dell’altra rinunciando a tutto ciò che da essa la distingue?
La proposta di Mar Addai, quindi, parrebbe legata più che ad un desiderio di unione a considerazioni di ordine pratico. Davvero minoranza nell’eppur esiguo numero di cristiani in Iraq i suoi fedeli potrebbero beneficiare dall’unirsi nelle celebrazioni più importanti ai cattolici, almeno in quelle zone dove essi rappresentano la maggioranza.
Un desiderio che potrebbe essere condiviso dai fedeli che vivono in paesi a maggioranza cattolica. Per adesso non resta che attendere e prendere comunque nota del fatto che la Chiesa Antica dell’Est sembra voler dare una svolta al suo corso non solo con questa proposta ma anche con la
nomina, a tre giorni dall’inizio del sinodo, di due nuovi vescovi: Mar Zaia Khoshaba e Mar Aphram Dawid, ordinati nella chiesa della Vergine Maria a Baghdad alla presenza non solo di Mar Addai ma anche di un folto pubblico di religiosi e politici tra cui per la chiesa caldea Mons. Shleimun Warduni e Mons. Andraous Abouna, per la chiesa assira dell’est Mons. Gewargis Sliwa, per quella siro cattolica Mons. Matti S. Matoka, Fawzi Hariri ministro dell’industria, Pascale Isho Warda ex ministro per i rifugiati e gli sfollati e Abdallah Al Naufali a capo dell’ufficio governativo per i non musulmani.