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19 marzo 2009

Damasco - Hannover. Partito il piano della UE per l'accoglimento dei rifugiati iracheni in Europa

By Baghdadhope

E’ atterrato ieri ad Hannover l’aereo che da Damasco ha portato in Germania i primi 122 iracheni (31 nuclei familiari) che hanno beneficiato del programma varato lo scorso anno dall’Unione Europea per l’accoglienza di 10.000 profughi che risiedono in Siria e Giordania e che appartengono ai gruppi definiti vulnerabili: donne sole con figli a carico, vittime di torture, persone bisognose di cure mediche ed appartenenti alle minoranze religiose.
I profughi che arriveranno in Europa sono stati selezionati dagli uffici siriani e giordani dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite ed hanno dovuto soddisfare alcuni parametri minimi. Per quelli destinati alla Germania, riferisce la Deutsche Welle, secondo un accordo tra il governo tedesco e l’Unione Europea, essi non devono avere un passato criminale né essere stati membri del partito Baath di Saddam Hussein, e le madri single, i sofferenti da stress post-traumatico e chi ha già dei legami familiari sul suolo tedesco hanno avuto maggiori possibilità di essere inclusi nelle liste. Così come gli appartenenti alla minoranza irachena cristiana.
I nuovi arrivati saranno sistemati inizialmente per due settimane in Bassa Sassonia, nel campo di Friedland che, creato nel 1945, ha da allora ospitato 4.000.000 di persone in fuga da paesi vicini, Germania Est, Russia, Ungheria, ma anche cileni in fuga dal regime di Pinochet, boat-people vietnamiti, Tamil dallo Sri Lanka, Albanesi.
Nel campo di Friedland agli iracheni verranno dati i primi aiuti e le prime cure mediche e successivamente verranno smistati in diverse città del paese dove seguiranno 645 ore di corsi di lingua tedesca, integrazione ed orientamento con un permesso di soggiorno triennale rinnovabile.
Un trattamento che farebbe di questi nuovi arrivati addirittura dei “privilegiati”. E’ sempre il Deutsche Welle, infatti, che fa notare come tutto ciò potrà portare ad una migliore e più veloce integrazione di questi profughi rispetto a quelli arrivati precedentemente che sono in possesso unicamente di un documento che certifica il loro essere in Germania in maniera illegale che, sebbene non ne consenta il rimpatrio vista la situazione irachena non ancora normalizzata, non permette loro però di spostarsi liberamente neanche all’interno degli stessi confini nazionali né ad esempio di frequentare dei corsi di lingua, il primo passo verso la vita normale in un paese diverso dal proprio, perché “non c’è integrazione senza la conoscenza della lingua” ha fatto notare Heinrich Huebner, portavoce del ministro degli interni tedeschi.
E’ stato proprio Huebner a spiegare il senso del provvedimento che il governo tedesco ha deciso di adottare accogliendo 2.500 profughi (2.000 dalla Siria e 500 dalla Giordania): “ un programma che dà a chi non può tornare in patria la possibilità di una vita migliore” e che dà alla Germania il primato di generosità rispetto agli altri stati europei che fino ad ora ne hanno accettato altri 2.500 in totale. Se 450 di essi andranno in Svezia, il paese che in assoluto in questi anni ha accolto il maggior numero di iracheni – 80.000 dal 2006 – i rimanenti verranno divisi infatti tra Gran Bretagna, Olanda, Norvegia, Finlandia e Danimarca.
Eppure la disponibilità mostrata dalla Germania non è ancora sufficiente agli occhi di molti. Non lo è a quelli delle organizzazioni umanitarie ma neanche a quelli di Kai Weber, del Consiglio per i rifugiati della Bassa Sassonia, lo stato federale la cui capitale è Hannover e dove si trova il campo di Friedland. Non solo Weber si è dichiarato a favore della concessione del permesso di residenza agli iracheni che vivono in Germania illegalmente, quanto ha proposto un generale ripensamento della politica di immigrazione perché: “non si può dire che a causa della situazione in Iraq accoglieremo queste vittime di guerra ed allo stesso tempo pensare concretamente a come rimandarle in patria” aggiungendo che bisognerebbe invece “pensare a come offrire a quegli iracheni una vera possibilità di vita in Germania” e che per quanto 2.500 profughi rappresentino un numero insignificante rispetto ai 2.000.000 che hanno lasciato il paese (altri 2.5 milioni sono sfollati interni) si tratta pur sempre di un “segno di buona volontà” che diventerebbe però davvero significativo se la Germania ne accettasse almeno 10 volte tanto.
Certo il cammino dei profughi non sarà facile, come non lo è per nessuno che è stato costretto ad abbandonare la propria patria a causa della violenza. Certo la vita in Germania non sarà priva di ostacoli e forse di dolori. E’ altrettanto certo però che per molti rappresenta almeno la speranza che tacita tutti i dubbi e le paure, e che se tutto andrà bene restituirà in un ospedale tedesco la vita ad un bambino di dieci mesi nato con una malformazione cardiaca che in Giordania rischiava di morire.
Quale genitore rinuncerebbe a tale speranza?

http://www.iht.com/articles/ap/2009/03/19/europe/EU-Germany-Iraq-Refugees.php
http://www.dw-world.de/dw/article/0,,4110465,00.html
http://www.earthtimes.org/articles/show/260632,germany-welcomes-refugees-from-iraq.html
http://www.dw-world.de/dw/article/0,,4110875,00.html
http://www.unhcr.org/news/NEWS/49be54872.html