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21 febbraio 2009

Cristiani del Medioriente discutono le avversità legate alla loro religione

Fonte: Detroit Free Press

By Niraj Warikoo

Tradotto ed adattato da Baghdadhope

Man mano che la opolazione cristiana in Medio Oriente si riduce i membri della comunità di tutto il mondo si riuniscono a Southfield questo fine settimana per discutere come migliorare la propria situazione e stabilizzare la propria presenza.
Sebbene nato in Medio Oriente il cristianesimo lì è sotto assedio da parte dell'estremismo religioso, della guerra e dell'instabilità politica. Gli organizzatori della conferenza sperano di attirare l'attenzione sui problemi e trovare delle soluzioni.
La conferenza di Southfield - intitolata Cristianesimo in Medio Oriente: Antico e sempre nuovo - intende anche unire i diversi gruppi di nazionalità e denominazioni che costituiscono i cristiani del Medio Oriente stimati in 17 milioni. L'incontro riunirà leaders religiosi di Iraq, Giordania, Territori palestinesi, Egitto, Siria e Iran di diverse confessioni: protestante, ortodossa, cattolica e copta. "Se non agiamo presto non vi saranno più cristiani nella terra in cui è nato Cristo", ha dichiarato Bassam Rizk, uno degli organizzatori della conferenza per conto di Noursat, una TV cristiana in lingua araba che la ha in parte sponsorizzata "Vogliamo che il popolo americano sappia che esistiamo e che che i cristiani arabi che siamo interessati alla loro sorte." L'altro sponsor principale della conferenza è CAMECT - acronimo di Christian Arab and Middle Eastern Churches Together, una coalizione di diversi gruppi cristiani. I lavori sono ospitati dalla locale diocesi caldea. Metro Detroit è la patria di una parte significativa della popolazione di cristiani che hanno radici nel mondo di lingua araba. Essi sono preoccupati dal fatto che in Iraq, per esempio, la comunità cristiana è diminuita della metà rispetto a quella di 1.3 milioni del periodo anteguerra. Nei territori palestinesi i cristiani ora costituiscono meno del 3% della popolazione - un forte calo rispetto a 60 anni fa, ed in Libano la comunità cristiana è scesa dal 55% al 30% negli ultimi 30 anni, hanno dichiarato alcuni dirigenti di Noursat. "Non vogliamo che questo sia conferenza fatta di lamenti," dove la gente pianga solo la propria sorte, ha dichiarato Jacques El-Kallassi, presidente della Noursat, aggiungendo che gli organizzatori sono alla ricerca di soluzioni pratiche perchè i cristiani rimangano in Medio Oriente.
"E' nostro dovere aiutare", ha detto il Monsignor Ibrahim Ibrahim, capo della Chiesa cattolica caldea nel Michigan e tra i relatori della conferenza. "Non vogliamo che il Medio Oriente sia svuotato dei cristiani."