By Baghdadhope
Lo scorso 22 settembre Baghdadhope aveva dato la notizia dell’imminente inizio a Beirut del sinodo della chiesa siro cattolica che avrebbe dovuto eleggere il nuovo patriarca a sostituzione di Mar Ignace Pierre VIII Abdel-Ahad che nel gennaio 2008 aveva rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Patriarca della chiesa di Antiochia dei siro cattolici assunta nel 2001.
Chiesa che nei nove mesi di sede patriarcale vacante era stata affidata per disposizione vaticana ad un Comitato episcopale formato da S.E. Théophilus Georges Kassab, arcivescovo di Homs, Hama e Nabk dei Siri che ha anche governato l'Eparchia patriarcale, da S.E. Athanase Matti Shaba Matoka, arcivescovo di Baghdad dei Siri e da S.E. Gregorius Elias Tabi, arcivescovo di Damasco dei Siri.
Quel sinodo si riunì in effetti nel seminario patriarcale di Charfé in Libano ma gli undici presuli partecipanti, tra cui i tre formanti il Comitato episcopale nominato da Roma e ben due patriarchi emeriti, il già citato Ignatius Pierre VIII Abdel Ahad ed il Cardinale Ignatius Musa I Daoud che nel 2001 aveva rinunciato all’incarico patriarcale diventando Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e mantenendo tale carica fino al 2007, non riuscirono a trovare l’accordo su un nome.
La sede patriarcale rimase quindi ancora vacante. Una vacanza che dovrebbe però avere i giorni contati.
Chiesa che nei nove mesi di sede patriarcale vacante era stata affidata per disposizione vaticana ad un Comitato episcopale formato da S.E. Théophilus Georges Kassab, arcivescovo di Homs, Hama e Nabk dei Siri che ha anche governato l'Eparchia patriarcale, da S.E. Athanase Matti Shaba Matoka, arcivescovo di Baghdad dei Siri e da S.E. Gregorius Elias Tabi, arcivescovo di Damasco dei Siri.
Quel sinodo si riunì in effetti nel seminario patriarcale di Charfé in Libano ma gli undici presuli partecipanti, tra cui i tre formanti il Comitato episcopale nominato da Roma e ben due patriarchi emeriti, il già citato Ignatius Pierre VIII Abdel Ahad ed il Cardinale Ignatius Musa I Daoud che nel 2001 aveva rinunciato all’incarico patriarcale diventando Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e mantenendo tale carica fino al 2007, non riuscirono a trovare l’accordo su un nome.
La sede patriarcale rimase quindi ancora vacante. Una vacanza che dovrebbe però avere i giorni contati.
In virtù del canone 72 § 2 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, infatti, che per quanto riguarda l’elezione dei patriarchi prevede che “se l’elezione non si porta a termine entro quindici giorni, da computare dall’apertura del Sinodo dei Vescovi della Chiesa patriarcale, la cosa viene devoluta al Romano Pontefice” dal 17 al 23 gennaio il sinodo della chiesa siro cattolica si riunirà a Roma e sarà questa volta presieduto dal Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.
Un sinodo seguito quindi più da vicino da Roma come già era avvenuto in passato. Negli anni recenti, infatti, non è questa la prima volta che un sinodo di una chiesa orientale si risolve in un nulla di fatto per trovare poi una veloce soluzione a Roma. Era già successo nel 2003 quando, successivamente alla morte a luglio a Beirut del Patriarca della Chiesa Caldea, Raphael I Bedaweed, il sinodo dei vescovi riunitosi a Baghdad non aveva prodotto una fumata bianca e l’accordo sul neo patriarca era stato trovato a Roma nel dicembre dello stesso anno con la nomina dell’attuale capo della chiesa, il Cardinale Mar Emmanuel III Delly, scelto da un collegio sinodale presieduto allora dal siro-cattolico Mar Ignatius Musa I Daoud.
Non resta che aspettare e vedere se anche questa volta l’aria romana spingerà i vescovi della chiesa siro cattolica, come già successe per quelli caldei, a prendere una decisione superando i particolarismi, a rivedere le alleanze che sempre un’elezione comporta, ed a dare ai fedeli una nuova guida che sappia e voglia aiutarli a superare un momento difficile della loro storia.
Non resta che aspettare e vedere se anche questa volta l’aria romana spingerà i vescovi della chiesa siro cattolica, come già successe per quelli caldei, a prendere una decisione superando i particolarismi, a rivedere le alleanze che sempre un’elezione comporta, ed a dare ai fedeli una nuova guida che sappia e voglia aiutarli a superare un momento difficile della loro storia.