Fonte: Sir
Negli ultimi anni sono stati quasi 5 milioni gli iracheni costretti a lasciare la propria casa. Nel loro Paese erano per lo più professionisti e gente istruita. Accolti prevalentemente in Siria e in Giordania, adesso sono rifugiati senza lavoro e diritti. Di questa realtà parla il documentario di Elisabetta Valgiusti, fondatrice dell’associazione “Salvaimonasteri” presentato ieri sera alla Radio Vaticana. Prodotto con il contributo del ministero degli Affari esteri e trasmesso dal 21 gennaio dall’emittente EWTN, il documentario è stato realizzato con i cristiani iracheni di Mosul, Baghdad e Alqosh rifugiati in Sira e Giordania e il contributo di esponenti religiosi locali. Dei rifugiati si racconta il dramma umano: “l’impossibilità di lavorare, la frammentazione degli aiuti, l’inconsistente numero dei visti ottenuti per i Paesi terzi”. Si evidenzia anche, però, che l’esodo dei cristiani dall’Iraq non riguarda solo i cristiani: “la fuga di un quinto degli abitanti dai luoghi originali significa la distruzione della coesione culturale e sociale del Paese. Prendere come bersaglio i cristiani ha significato colpire il cuore della società irachena”. I cristiani, che rappresentano una componente minore per numero, ma fondamentale per storia e cultura, “hanno subito gravi violenze: più del 50% è stato costretto a lasciare il Paese, una persecuzione che è stata male e poco riportata dai media”.