Pagine

5 giugno 2008

Vescovo della chiesa Assira spiega il suo percorso verso la comunione con la Chiesa cattolica


Tradotto ed adattato da Baghdadhope

Il mese scorso il vescovo Mar Bawai Soro e quasi 1000 famiglie cristiane della chiesa Assira sono entrate in comunione con la chiesa cattolica Caldea in California. Monsignor Bawai ha spiegato l’accaduto alla CNA ed ha espresso la speranza che altre comunità appartenenti alla chiesa Assira prendano in considerazione l’unione con la chiesa cattolica.
La chiesa Assira, che ha il suo centro nell’attuale Iraq, risale ai primi tempi del cristianesimo. Attorno al quinto secolo, i fedeli assiri abbracciarono l'insegnamento di Nestorio, Arcivescovo di Costantinopoli, le cui dottrine furono condannate dal Concilio di Efeso nel 431. Tuttavia, all'inizio del XVI secolo, un gran numero di assiri nestoriani entrarono in unione con Roma creando la chiesa cattolica Caldea che ora ha più fedeli di quella assira.
Monsignor Soro ha descritto alla CNA il percorso che lo ha portato alla comunione con la chiesa cattolica: venti anni fa, molti fedeli della chiesa assira capirono che a parte il primato papale non vi erano questioni teologiche tra loro e la chiesa cattolica. Egli ha spiegato che “più studiavo la teologia cattolica più ero certo che entrambe le Chiese si basano fondamentalmente sulla stessa pratica e fede apostolica."
Il prelato assiro non fu l'unico a notare questa somiglianza. Soro ha ricordato infatti che "allo stesso tempo quella ipotesi fu esaminata nel corso dei dialoghi ufficiali tra la chiesa cattolica e quella assira, e dopo vent’anni la conclusione dei colloqui informali e dei dialoghi ufficiali fu che essa è corretta ".
Nel 2004 però il patriarca ed i vescovi "decisero di sospendere il dialogo con Roma" anche se "tutti gli ostacoli che avrebbero impedito di ristabilire la comunione con la chiesa cattolica (non includendo il primato papale)" furono dimostrati come inesistenti.
Monsignor Soro ha poi aggiunto che la reazione dei vescovi ci fu nonostante fosse stato riconosciuta la corrispondenza tra le due tradizioni: "sapevano bene che il patrimonio ecclesiale della Chiesa Assira d'Oriente - canonica, liturgica e patristica - riconosce il primato della Sede di Roma. Ma nonostante il fatto che questo sia stato il mio appello e ed il mio argomento di discussione con i capi della mia Chiesa per molti anni - essere fedeli alla vostra tradizione ed entrare in comunione con la chiesa cattolica, vale a dire accettare il primato del Papa - essi non ascoltarono".
Tanto che nel 2005 "decisero di interrompere il dialogo con Roma e di sospendermi dalla chiesa Assira. Così da quell’anno ho potuto riunire quei fedeli assiri che come me erano scontenti dell'atteggiamento della chiesa e far loro comprendere che il miglior passo da intraprendere sarebbe stato il ripristino della comunione con Roma. Negli ultimi due anni e mezzo, quindi, ci siamo progressivamente preparati allo storico passo dell’unione con la chiesa Caldea".
Monsignor Mar Bawai ha anche parlato della speranza che il resto della Chiesa Assira d'Oriente si unisca a Roma. In un'intervista a Terrasanta.net ha infatti dichiarato che sebbene l’unione sia possibile due fattori devono essere considerati: il tempo e l’impegno.
"Al momento il risentimento deve scomparire prima di iniziare un nuovo, realistico, percorso. Stiamo facendo tutto ciò che è umanamente possibile per rispondere con compassione e con la ragione a tutte le accuse e le condanne che alcuni gruppi ed individui assiri radicali ci stanno muovendo a causa della nostra unione con Roma. Speriamo che alla fine la verità di Dio e il messaggio di perdono del Suo amore prevalgano su tutte le sofferenze."
Per quanto riguarda l’impegno il vescovo ha sottolineato l'importanza di mostrare al mondo "che l'unità della Chiesa è un proposta vincente per tutte le parti" specialmente per i cristiani in Iraq. "Le comunità cristiane in Iraq hanno bisogno di aiuto e sostegno, ed attraverso tale unità, ad esempio, gli iracheni cristiani potrebbero diventare più determinati nel proprio impegno verso coloro che daranno la propria testimonianza cristiana, e promuovere il proprio contributo all’Iraq ".