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13 maggio 2008

Storico annuncio della Diocesi Cattolica di San Pietro Apostolo per i Caldei & gli Assiri. California.

By Baghdadhope

Foto by
kaldaya. net

Che la Santa Chiesa oltre a 29 nuovi sacerdoti si stia preparando ad accogliere tra le sue amorevoli braccia anche un nuovo vescovo?
Con questa domanda retorica si concludeva un post di Baghdadhope dello scorso 27 aprile. Il riferimento era alla presenza in Vaticano, tra i vescovi caldei, di Mar Bawai Soro (il secondo da sinistra nella foto) che fino al novembre del 2005 era vescovo della Chiesa Assira dell’Est, fino a quando cioè il sinodo di quella chiesa, guidato dal patriarca Mar Dinkha IV, non lo aveva sospeso. Il tempo intercorso da quel novembre è trascorso per Mar Bawai tra le aule del tribunale californiano che gli ha imposto di restituire alla Chiesa Assira dell’Est il pieno possesso delle proprietà ecclesiastiche che come vescovo aveva gestito, e le cerimonie sacre da lui officiate in varie chiese caldee in America, Canada ed Australia.
Sono stati anni di intensa preparazione – sermoni, conferenze, incontri, dichiarazioni – a quello che il 27 aprile era stato reso, proprio con la presenza di Mar Bawai Soro in Vaticano, se non ufficiale almeno ufficioso: la chiesa caldea, e di conseguenza quella cattolica, ha un nuovo vescovo.
A conferma di ciò il sito della Diocesi Caldea di San Pietro Apostolo con sede in California, kaldaya.net, ha pubblicato il 9 maggio una dichiarazione ufficiale che riassume in poche righe le ultime tappe di questa lunga storia di avvicinamento di Mar Bawai al cattolicesimo: la richiesta, datata 17 marzo, di alcuni sacerdoti e fedeli della chiesa Assira dell’Est della “piena comunione con la chiesa cattolica e dell’unione con la chiesa caldea attraverso il loro entrare a far parte della diocesi cattolica caldea” e la professione pubblica di fede compiuta da quei sacerdoti e quei fedeli nella cattedrale cattolica caldea di San Pietro Apostolo il 28 marzo.
Alla luce di questi eventi, risaputi ma solo ora annunciati ufficialmente, e che hanno preceduto il viaggio a Roma di Mar Bawai Soro e di Mons. Sarhad Y. Jammo, vescovo caldeo della diocesi di San Pietro Apostolo, si spiega il posto d’onore riservato a Mar Bawai in San Pietro. Si spiega anche l’incontro avvenuto in quei giorni con il Cardinale Leonardo Sandri, dal 2007 Prefetto
della Congregazione per le Chiese Orientali, senza dubbio informato della “acquisizione” di un vescovo, ma anche di sacerdoti e fedeli di una chiesa sì cristiana ma non cattolica, quella assira, che pur avendo da lungo tempo intavolato un dialogo con la chiesa cattolica romana – che aveva proprio in Mar Bawai il suo rappresentante di punta – culminato nella Dichiarazione Cristologica comune sottoscritta da Papa Giovanni Paolo II e da Mar Dinkha IV nel 1994 a chiarimento di alcune divergenze dottrinali risalenti al Concilio di Efeso (431 D.C.) e continuato con la formazione di una Commissione Congiunta per il Dialogo Teologico tra la due chiese che ha operato fino al 2004, nel 2005 ha “deciso inaspettatamente di sospendere il dialogo e non ha firmato il documento che era stato preparato sulla vita sacramentale” secondo quanto dichiarato dal Cardinale Walter Kasper, che presiede il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.
Era stato proprio il Cardinale Kasper, in occasione dell’incontro tra Papa Benedetto XVI e Mar Dinkha IV lo scorso giugno, a dichiararsi rattristato per la decisione della Chiesa Assira dell’Est di sospendere “uno dei suoi membri, un vescovo, che era stato tra gli architetti del dialogo con la chiesa cattolica” perché “nessuno viene aiutato da ulteriori divisioni in una comunità che già affronta altre sfide.. e che.. causano anche difficoltà al nostro dialogo ecumenico.”
Gli eventi degli ultimi mesi che hanno coinvolto Mar Bawai Soro però non fanno prevedere una ripresa di quel dialogo, e l’auspicio del Cardinale Kasper di una “terza fase del nostro dialogo teologico congiunto” potrebbe essere morto ancor prima di nascere se la Chiesa Assira dovesse considerare come insuperabile la questione di un suo vescovo, di sei sacerdoti, trenta diaconi e fedeli “passati” alla chiesa cattolica caldea, e di conseguenza al riconoscimento dell’autorità del Pontefice Romano denunciato dai siti assiri come l’intento mai dichiarato della Commissione Congiunta per il Dialogo Teologico che proprio per questa ragione sarebbe stata “inaspettatamente” fermato da Mar Dinkha. Dialogare va bene, rinunciare al primato a favore del Papa è un’altra, è l’opinione dei fedeli di Mar Dinkha e della stessa chiesa Assira.
La questione di Mar Bawai potrebbe rendere vano l’
appello di Benedetto XVI ai cristiani cattolici ed assiri a “rifiutare atteggiamenti di antagonismo e dichiarazioni polemiche.”
Il futuro lo dirà. Per adesso è interessante notare come il sito internet del CIRED (Commission on Inter-Church Relations and Educational Development) di cui Mar Bawai era Segretario Generale e che negli anni aveva pubblicato i resoconti degli incontri tra i rappresentanti delle due chiese sia stato “oscurato” dalla scritta: (che appare solo in copia cache) “Questo sito è in costruzione ed il nuovo comitato editoriale guidato da Sua Grazia Mar Meelis Zaia, Segretario del CIRED, lo rilancerà presto.”
Altrettanto interessante è notare come sebbene la dichiarazione ufficiale pubblicata da kaldaya.net chiarisca come la celebrazione della “grazia della piena comunione” sia successiva alla “consultazione con le più alte autorità competenti della nostra Chiesa Cattolica, obbedendo alle loro direttive ed in totale aderenza con la Legge Canonica” nessun accenno viene fatto in essa né a Mar Bawai, né allo status che egli, vescovo, avrà in futuro all’interno della “Diocesi cattolica di San Pietro Apostolo per i Caldei & gli Assiri” nata e guidata dal 2002 da Mons. Sarhad Y. Jammo, una questione che coinvolgerà non solo la Santa Sede ma anche il sinodo della stessa Chiesa Caldea che avrà il compito di accogliere nel suo seno Mar Bawai.
Per adesso comunque nulla è riportato della faccenda dal sito ufficiale della Santa Sede.
Ma si sa, “il cammino verso l'unità” come ha dichiarato Benedetto XVI può “sembrare lungo e laborioso”. Per adesso più che altro esso appare silenzioso.
L’augurio è comunque che le parole di Benedetto XVI a Mar Dinkha IV: “Il Signore ci chiede di unire le nostre mani e i nostri cuori affinché insieme possiamo rendergli una testimonianza più chiara e servire meglio i nostri fratelli e le nostre sorelle, in particolare nelle tormentate regioni dell'Oriente dove molti dei nostri fedeli guardano a noi, loro Pastori, con speranza e attesa” possano essere ascoltate da tutte le parti in causa.