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27 aprile 2008

Un nuovo servo della chiesa irachena: Abuna Robert S. Jarjis

By Baghdadhope

Secondo quanto annunciato nella diretta del Centro Televisivo Vaticano sono 29 e non 28 i diaconi che stamani nella basilica di San Pietro sono stati ordinati alla vita sacerdotale per la Diocesi di Roma.
Tra essi, per il Patriarcato di Babilonia dei Caldei, l'iracheno Padre Robert S. Jarjis.
Ad assistere alla cerimonia per la chiesa caldea Monsignor Shleimun Warduni, vescovo di Baghdad, Monsignor Sarhad Y. Jammo vescovo dell'eparchia degli Stati Uniti occidentali, Monsignor Ramzi Garmou, vescovo di Tehran e Monsignor Philip Najim, Procuratore caldeo presso la Santa Sede.
"Eccomi" e "lo prometto". Queste le parole pronunciate dai neo sacerdoti in risposta alla chiamata del Pontefice durante le toccante cerimonia di cui rimane il ricordo delle lacrime che bagnavano il viso di uno dei giovani neo sacerdoti al momento della vestizione, le mani di tutti i nuovi servitori della Chiesa stretti tra quelle del Santo Padre al momento dell'unzione con il Crisma, e l'unica veste sacerdotale bianca ornata dalla croce caldea sulla schiena, quella di Padre Robert, a sancire la perfetta comunione della Chiesa Caldea con quella di Roma ma anche il rispetto per la sua antichissima tradizione di cui Padre Robert è chiamato, d'ora in poi, ad essere testimone. Rispetto dimostrato anche da Papa Benedetto XVI che, lasciando la Basilica di San Pietro per recarsi presso i suoi appartmenti per la recita dell'Angelus domenicale, ha stretto la mano e rivolto alcune parole a Monsignor Shleimun Warduni.

Assente alla cerimonia, invece, Padre Saad Sirop Hanna, il sacerdote caldeo sequestrato a Baghdad il 15 agosto 2006 che in quegli stessi momenti era ospite del programma di Rai 1 "A Sua immagine" dedicato ai martiri cristiani durante il quale, raccontando la sua terribile esperienza durata 28 giorni, ha denunciato l'obiettivo di svuotare il paese dai cristiani perseguito dai gruppi fondamentalisti che hanno fatto di quella minoranza la vittima di continue violenze, ha affermato di pregare per tutti, cristiani, musulmani e soprattutto proprio per i violenti, ed ha concluso il suo intervento affermando che pur avendolo invocato "non ho avuto la grazia del martirio" ricordando chi, invece, proprio per la fede è stato ucciso.