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13 marzo 2008

Morte di Mons. Rahho: lacrime e dolore ad Erbil

By Baghdadhope

Per le prime dichiarazioni da parte della gerarchia cattolica sulla morte di Monsignor Faraj Paulus Rahho, Baghdadhope chiede ai suoi lettori di controllare tutti i siti web che in questi tragici giorni hanno seguito gli avvenimenti ed anche quelli cui il destino degli iracheni cristiani interessa solo quando possono attirare i propri lettori con una parola semplice ma scintillante: “Morte”.
Navigando sulla rete ho trovato una notizia che ora, alla luce di ciò che è avvenuto appare tragicamente ironica. La fonte è unica: Washington Times ed è a firma di John Philips. Se non ci sono stati errori di stesura considerate, vi prego, le tre frasi grassettate della mia traduzione confrontandola con la fonte originale che troverete ciccando
qui.

Benedetto cerca l’aiuto americano per gli iracheni cristiani
13 marzo 2008
Secondo quanto dichiarato ieri da fonti vaticane, durante la sua prossima visita a Washington Papa Benedetto XVI cercherà l’aiuto di Bush nel fermare la fuga dei cristiani dall’Iraq. Il pontefice tedesco citerà il rapimento dell’Arcivescovo Paulos Faraj Rahho avvenuto nel nord dell’Iraq due settimane fa a testimonianza della sua preoccupazione.

Ai miei occhi esse appaiono come conflittuali tra loro, non è vero? Pensateci, per favore!

Non è con le parole comunque, che oggi come noi mai non riescono a riempire il vuoto nei nostri cuori, la morte di Monsignor Rahho verrà ricordata in Iraq.

E’ con la voce incrinata dal dolore che Padre Rayan Atto, parroco della chiesa caldea di Mar Qardagh ad Erbil, ha dichiarato a Baghdadhope: “Quando è arrivata la notizia stavo per partire con i giovani della mia chiesa per un campo di due giorni che si sarebbe tenuto vicino al monastero di Rabban Buya a Shaqlawa. Volevamo, come già avevamo fatto lo scorso anno, unirci spiritualmente ai giovani che oggi in Piazza San Pietro incontreranno il Santo Padre in preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù. Volevamo recitare il rosario e chiedere a Dio la liberazione di Monsignor Rahho. Domani, poi, una Via Crucis ci avrebbe avvicinato alla Pasqua e ci avrebbe ricordato come il rapimento del vescovo fosse avvenuto proprio subito dopo la celebrazione dello stesso rito nella chiesa del Santo Spirito. Ma è tutto finito, non c’è speranza. Possiamo, e lo faremo oggi alle 18.00, riunirci in chiesa e pregare, questa volta per la sua anima e per la pace nel nostro paese.”
Non ci saranno parole tra quei giovani. Solo lacrime e dolore.