Pagine

14 giugno 2007

Anche a Torino la preghiera per Padre Ragheed, Padre Hani ed i tre suddiaconi




di Luigia Storti

La chiesa di San Rocco domenica 10 giugno era piena. C’erano i fedeli che abitualmente la frequentano, e c’erano facce nuove. Le facce di coloro che, da Torino ma anche dalla provincia, avevano deciso di partecipare proprio nella seicentesca chiesa del centro storico alla celebrazione per il Corpus Domini, e quelle di coloro che volevano, con la loro presenza, anche partecipare al dolore della comunità irachena cristiana.
Domenica scorsa, infatti, a San Rocco si è pregato per Padre Ragheed Aziz Kanni che con tre suddiaconi è stato assassinato domenica 3 giugno subito dopo aver lasciato la chiesa cattolica caldea del Santo Spirito a Mosul, e per Padre Hani Abdel Ahad, sequestrato a Baghdad mercoledì 6 giugno.
I legami tra la chiesa di San Rocco e la comunità cattolica caldea irachena, in particolar modo quella di Baghdad, sono molti e consolidati. E’ a San Rocco che quasi tutti i sacerdoti ed i vescovi caldei che hanno soggiornato a Torino, per periodi lunghi o brevi, hanno potuto incontrare i fedeli italiani ed incantarli salmodiando le preghiere in aramaico, la lingua di Gesù e per loro lingua ancestrale e liturgica. E’ a San Rocco che sono state officiate messe di ringraziamento per la liberazione dei sacerdoti rapiti a Baghdad a partire dal luglio del 2006.
Certo l’atmosfera di domenica scorsa era diversa: non c’era nulla da festeggiare.
Padre Ragheed ed i suoi tre diaconi non sono stati i primi rappresentanti della cristianità a perdere la vita in Iraq. Lo scorso anno infatti era toccato a Monther Saqa, diacono della chiesa protestante evangelica di Mosul, ed a Padre Paul Iskandar, sacerdote siro ortodosso di Mosul barbaramente ucciso, decapitato e mutilato il giorno dopo il suo rapimento.
E Padre Hani non è il primo ad essere stato rapito. Prima di lui due monaci caldei, un vescovo siro cattolico e ben altri sette sacerdoti caldei avevano subito la stessa sorte.
Le preghiere dei fedeli di San Rocco, guidate da Don Fredo Olivero, si sono quindi levate per tutte le vittime irachene: i defunti di Mosul, i rapiti, i civili cristiani e musulmani che ogni giorno sognano la pace e vivono un incubo, e con esse si è levato l’appello a non dimenticare quei nostri fratelli che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, vivono il pericolo di ciò che per noi è semplice, normale, quasi scontato: essere cristiani!