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3 maggio 2007

IRAQ: Baghdad Christians flee as violence against them mounts

Source: Irin News


Kamar Anuar, a 44-year-old Christian, has abandoned his home after he found a threatening letter in his garden, signed by an alleged Islamist group, telling him to convert to Islam or leave the country. Anuar, a resident of Dora district, one of the mainly Christian Baghdad neighbourhoods, has decided to take refuge in a relative’s home in Kurdistan in the north. “We [Christians] are at the end of our tether because in four years of [US] occupation and discrimination against our religion, we have never felt so threatened,” said Anuar. “In my neighbourhood, every Christian family has received threatening letters.” Anuar is one of thousands of people from minority groups who live in fear of their lives.

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I saw a family being killed in front of me because they refused to leave their home. Insurgents shot dead the couple, an elderly woman and two children, and left a message by their side saying that it [the killing] was just to show what would happen if any other [Christian] family insisted on remaining in Dora district, which is already populated by Sunni fighters,” Anuar added. Alleged Islamists have said the country should be cleansed of Christians as they support the US-led occupation. “This is a country of people who are fighting against the US occupation and everyone who supports them. Christians can leave Iraq without being hurt but if they insist on staying, we don’t have any option but to kill them,” said Abu Ahmed, who claims to be from a Sunni insurgent group called Al-Qa’idah.
We don’t support the US troops or anyone who is destroying our country. Extremists have this idea about us and we are paying for something we don’t believe in,” Anuar said.

Forced to convert

According to the local Christian Peace Association (CPA), the fatwa, issued by extremists and distributed in every Christian neighbourhood, said that Christians can only stay in their homes if they convert to Islam. “They want us to change our beliefs. We are forbidden from going to churches or holding religious meetings in our homes and our women are being forced to wear abayas [the traditional full-length cloak that Muslim women wear] when out in the streets,” said the Christian cleric and spokesperson for the CPA, Lucas Barini. “We have heard of cases of families who were taken from their homes by extremists to convert them to Islam. The brave ones who refused to convert were beheaded and their mutilated bodies were later dumped in front of their homes,” Barini said.
According to the CPA, about 600,000 Christians remain in Iraq, and make up less than 3 percent of the population.

Kidnapped children

The CPA said it had received information that some Christian children, kidnapped over the past two years, are being used by [Sunni] insurgents to fight [Shi’a] militias and US troops. “We cannot release the source [of the information] for security reasons but we are sure about these children. There are about 25 of them and, according to a witness, they have been told that their families converted to Islam but were killed by US troops and now they have to help fight them,” Barini said.

Protection money

As the number of Christians in Iraq continues to fall, many of them are being forced to pay protection money to Shi’a militias or Sunni insurgents. “The protection money has been increasing and we cannot afford it any more. Each time we pay, the following month they demand more,” said Rita Darnek, a 38-year-old Christian mother of four who is desperate to find a way to flee the country.
“One of my neighbours in Baghdad’s Ijidida neighbourhood refused to pay because he didn’t have the money and they shot him dead together with his 13-year-old son,” Darnek added. Father Boris Burdati said families who cannot pay the protection money are leaving for areas in Kurdistan which are hosting Christians who fled from Mosul and Baghdad. “Many families are taking refuge in A’ain camp, a few kilometres from the city of Arbil in the Kurdish north and others are going to cities near the Syrian border like Bashika,” said Burdati. “They sought our help before leaving as they couldn’t pay more protection money. Some families were paying more than US$ 2,000 a month and using up all their savings, so running away was a better way to ensure survival,” he added.

I cristiani di Baghdad fuggono con l’aumentare della violenza contro di loro

Kamar Anuar, un cristiano di 44 anni, ha lasciato la sua casa dopo aver trovato in giardino una lettera minatoria firmata da un sedicente gruppo islamico in cui gli si ingiungeva di convertirsi all’Islam o di lasciare il paese.
Anuar, che viveva nel distretto di Dora, uno dei quartieri di Baghdad dove risiedevano molti cristiani, ha deciso di rifugiarsi presso alcuni parenti nel regione settentrionale del Kurdistan.
“Non ce la facciamo più perché in quattro anni di occupazione da parte degli Stati Uniti e di discriminazioni nei nostri confronti non ci siamo mai sentiti così minacciati” ha dichiarato Anuar, “nel mio quartiere ogni famiglia cristiana ha ricevuto lettere minatorie.”
Anuar è una delle migliaia di persone appartenenti alle minoranze che temono per la propria vita.
“Ho visto con i miei occhi uccidere una famiglia che si rifiutava di lasciare la propria casa. Gli insorti hanno sparato alla coppia, ad una donna anziana ed a due bambini, ed hanno lasciato accanto ai loro corpi un messaggio in cui era scritto che quelle uccisioni servivano a mostrare cosa sarebbe successo se qualche altra famiglia cristiana avesse insistito a rimanere nel distretto di Dora che è già pieno di combattenti sunniti” ha aggiunto Anuar.
Sedicenti islamismi hanno dichiarato di voler ripulire il paese dai cristiani, accusati di sostenere l’occupazione a guida americana.
“E’ un paese in cui la gente lotta contro l’occupazione e contro chiunque la sostenga. I cristiani possono lasciare incolumi l’Iraq ma se insisteranno nel rimanere non avremo altra scelta che ucciderli” ha detto Abu Ahmed, che afferma far parte di un gruppo di insorti sunniti chiamato Al-Qa’idah.
“Noi non sosteniamo le truppe americane o chiunque stia distruggendo il nostro paese. Questo è ciò che gli estremisti pensano di noi e noi paghiamo per qualcosa in cui non crediamo” ha dichiarato Anuar

Obbligati alla conversione


Secondo la Christian Peace Association (CPA) locale, la fatwa emessa dagli estremisti e fatta circolare in tutti i quartieri cristiani affermava che i cristiani avrebbero potuto rimanere nelle proprie case solo se si fossero convertiti all’Islam.
“Vogliono farci cambiare fede. Ci è impedito andare in chiesa o tenere riunioni religiosi nelle nostre case, le nostre donne sono obbligate ad indossare le abaya" (il lungo mantello tradizionale che indossano le donne musulmane) ha detto Lucas Barini, un cristiano portavoce del CPA aggiungendo: “Abbiamo sentito di famiglie prelevate dalle proprie case dagli estremisti per convertirle all’Islam. Coloro che hanno avuto il coraggio di rifiutare la conversione sono stati decapitati e mutilati, ed i loro corpi sono stati gettati davanti le loro case."
Secondo la CPA nel paese rimangono circa 600.000 cristiani che costituiscono meno del 3% della popolazione.

Bambini rapiti

Sempre secondo la CPA sono arrivate alcune notizie di bambini cristiani rapiti nei due ultimi anni che vengono usati dagli insorti (sunniti) per combattere le milizie (sciite) e le truppe americane. “Non possiamo rivelare la nostra fonte per ragioni di sicurezza ma siamo sicuri di ciò che riferiamo di quei bambini. Ce ne sono circa 25 e, secondo un testimone oculare, è stato detto loro che le loro famiglie si sono convertite all’Islam e che sono state uccise dalle truppe americane e che per questo devono aiutarli a combatterle” ha aggiunto Barini.

Tassa di protezione

Man mano che il numero dei cristiani in Iraq continua a diminuire molti di loro sono obbligati a pagare una tassa di protezione alle milizie sciite o agli insorti sunniti.“La tassa di protezione sta aumentando e non possiamo più pagarla. Ogni volta che lo facciamo il mese successivo la cifra richiesta aumenta” ha detto Rita Darnek, una cristiana di 38 anni, madre di quattro figli che sta cercando disperatamente il modo di lasciare il paese.
“Uno dei miei vicini del quartiere di Baghdad Jadida ha rifiutato di pagare perché non aveva soldi ed è stato ucciso insieme al figlio di 13 anni” ha aggiunto Rita.
Padre Boris Burdati ha riferito che le famiglie che non possono pagare la tassa di protezione stanno partendo per il Kurdistan che sta accogliendo i cristiani in fuga da Mosul e Baghdad. “Molte famiglie si stanno rifugiando a Camp A’ain, a qualche chilometro dalla città di Arbil, nel nord curdo, ed altre si trasferiscono in città vicine al confine siriano come Bashika. Prima di partire ci hanno chiesto aiuto perché non potevano più pagare la tassa di protezione. Alcune famiglie pagavano più di 2.000 dollari al mese ed hanno usato così tutti i loro risparmi, fuggire era il modo migliore per sopravvivere.”