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3 febbraio 2007

Ora anche la Svezia chiuderà le frontiere ai profughi iracheni?

Fonti:

Fino a qualche giorno fa la Svezia si caratterizzava come la nazione europea più disponibile ad accogliere i profughi iracheni. Ora qualcosa sta cambiando. La scoperta di una banda di falsari in Norvegia sembrerebbe avere portato alla luce un traffico di documenti contraffatti che, esibiti all'ambasciata irachena di Stoccolma, hanno portato all'emissione di circa 26.000 passaporti in due anni.
La sede diplomatica irachena è accusata di non aver eseguito i controlli necessari a verificare l'autenticità dei documenti presentati dai richiedenti asilo, e di aver concesso passaporti iracheni addirittura a persone provenienti da Siria, Iran, Turchia e Libano. Le indagini sono ancora in corso, ma se la cosa risultasse vera potrebbe portare ad una eventuale restrizione da parte della Svezia nella concessione del rifugio agli iracheni, ed un conseguente aggravamento di una situazione già tragica. Da chiarire sarà anche l'ipotesi di una sorta di complotto avanzata da alcuni siti web iracheni secondo i quali il fatto che l'ambasciatore iracheno in Svezia, Ahmad Bamerni , sia un curdo del PUK (Patriotic Union of Kurdistan) e che l'ambasciata da egli guidata abbia concesso passaporti iracheni anche a non iracheni, potrebbe rappresentare un ennesimo tentativo da parte del Governo Regionale Curdo di aumentare artificiosamente la popolazione curda (questi non iracheni sarebbero "debitori" verso quel governo per la loro nuova identità) in vista del referendum che nel 2007 dovrà decidere della sorte di Kirkuk, il vero nodo dei rapporti tra curdi ed arabi fino ad ora buoni ma a rischio di degenerazione proprio con l'avvicinarsi della data in cui la città, o meglio i suoi immensi giacimenti petroliferi, dovrà essere dichiarata come facente parte dell'Iraq o del Kurdistan.

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BBC

Funzionari dell’immigrazione svedese hanno dichiarato che l’ambasciata irachena di Stoccolma ha emesso migliaia di passaporti sulla base di false informazioni.
Il Ministro degli Esteri svedese ha chiesto spiegazioni ufficiali all’ambasciatore iracheno, ed un funzionario dell’ufficio immigrazione ha dichiarato che la fiducia nei documenti rilasciati dalla sede diplomatica irachena è “quasi nulla.”La Svezia è la meta europea preferita degli iracheni, in parte proprio a causa della larghezza delle sue leggi in materia di immigrazione, e nel 2006 il numero di richieste di asilo è triplicato dall’anno prima, arrivando quasi a 9000 domande. Secondo alcuni funzionari dell’immigrazione svedese una volta nel paese molti iracheni hanno fatto richiesta di documenti all’ambasciata irachena di Stoccolma producendo documenti di identità falsi."L’ambasciata ha rilasciato passaporti sulla base di documenti che noi avevamo rifiutato o considerato falsi” ha dichiarato all’agenzia Associated Press Bengt Hellstrom, dell’ufficio immigrazione svedese.L’ambasciata irachena di Stoccolma rilascia documenti di identità per la Svezia e per la vicina Norvegia, e lo stesso ambasciatore iracheno ha recentemente dichiarato ad un giornale norvegese che il rischio di rilasciare passaporti sulla base di documenti falsi era abbastanza alto. "Dobbiamo procedere sulla base della documentazione presentata senza avere la possibilità di controllarne l’autenticità in Iraq.”Secondo un funzionario un passaporto falso può essere utilizzato come base per la richiesta di asilo e può anche garantire il rilascio della cittadinanza.Si sospetta che alcuni falsi passaporti siano stati venduti a cittadini di paesi mediorientali che credono sia più facile ottenere asilo dichiarandosi cittadini iracheni.

The Local 1

L’ambasciata irachena di Stoccolma ha ammesso di aver rilasciato 26.000 passaporti sulla base di false documentazioni a richiedenti asilo in Svezia e Norvegia. Il ministro delle politiche migratorie, Tobias Billström incontrerà mercoledì il suo collega norvegese per discutere la faccenda. I dettagli sulle richieste fraudolente di passaporti sono apparsi sulla stampa norvegese dopo che la polizia aveva scoperto ad Oslo una banda di falsari. L’ambasciatore ircheno in Svezia ha dichiarato al giornale norvegese Aftenposten che la sede diplomatica ha rilasciato passaporti basati su documentazioni false solo perchè non aveva i mezzi per controllarne l’autenticità.“Sapevamo da parecchio tempo che l’ambasciata irachena stava rilasciando passaporti sulla base di documenti falsi, ma cosa potevamo fare? E’ una questione che riguarda il ministero degli esteri che sa della faccenda ed al quale abbiamo presentato a proposito diversi rapporti” ha dichiarato a Metro Bengt Hellström dell’Ufficio Immigrazione svedese, aggiungendo anche che lo stesso ufficio aveva ricevuto negli scorsi due anni parecchie soffiate sul fatto che individui provenienti dalla Siria, dal Libano, dall’Iran e dalla Turchia erano riusciti ad ottenere i passaporti dall’ambasciata irachena. Gustaf Lind, segretario di stato presso il dipartimento di giustizia ha dichiarato che il suo dipartimento è venuto a conoscenza della faccenda solo un mese fa. “Abbiamo dislocato personale civile presso il dipartimento di giustizia e presso l’ufficio immigrazione per controllare le informazioni. Non abbiamo ancora espresso un giudizio ma il ministro degli esteri ha convocato per mercoledì l’ambasciatore iracheno per discutere la faccenda.” L’ufficio Immigrazione lo scorso autunno era stato informato che un certo tipo di passaporto iracheno in circolazione era di qualità inferiore rispetto agli altri e relativamente facile da contraffare. "Dovremo decidere se approvare questo tipo di passaporto, e probabilmente lo faremo a febbraio” ha dichiarato Marianne Andersson, un portavoce dell’Ufficio Immigrazione aggiungendo che un certo numero di paesi europei – Gran Bretagna, Belgio, Olanda e Lussemburgo – hanno già deciso di non accettare questo tipo di passaporto. “Il passaporto può anche essere autentico ma non siamo sicuri che i titolari siano davvero chi dichiarano di essere.”

The Local 2

L’ambasciatore iracheno in Svezia è stato convocato mercoledì scorso dal ministero degli esteri svedese per chiarire le accuse sul rilascio, sulla base di false documentazioni, di circa 26.000 passaporti da parte della sede diplomatica irachena di Stoccolma. “L’ambasciatore ha rigettato l’accusa come falsa ed ha negato il coinvolgimento dell’ambasciata in qualsiasi comportamento scorretto” ha dichiarato il portavoce del ministero Andre Mkandawire alla AFP. Il quotidiano gratuito svedese Metro ha riportato mercoledì scorso che l’ambasciata irachena di Stoccolma nei due anni passati ha rilasciato 26.000 passaporti senza fare adeguati controlli sull’identità dei richiedenti. Il giornale ha citato alcuni funzionari dell’Ufficio Immigrazione secondo i quali a persone provenienti da Siria, Iran, Turchia e Libano era stato detto di poter richiedere il passaporto iracheno presso l’ambasciata di quel paese a Stoccolma che avrebbe rilasciato i documenti ai richiedenti asilo in Svezia e Norvegia, richiedenti asilo che, secondo l’Ufficio Immigrazione, non hanno bisogno di passaporto al loro arrivo in Svezia. "Siamo preoccupati del fatto che siano stati commessi degli errori nel rilascio dei passaporti da parte dell’ambasciata di Stoccolma” ha dichiarato alla AFP la portavoce dell’Ufficio Immigrazione.L’ambasciatore iracheno Ahmad Bamerni ha, da parte sua, ripetuto il suo rifiuto dei rapporti in tal senso nel corso di una conferenza stampa presso l’ambasciata irachena e successiva al suo incontro al ministero degli esteri, ha riportato l’agenzia di notizie svedese TT. "Non è corretto affermare che abbiamo rilasciato passaporti a non iracheni” ha dichiarato Bamerni, aggiungendo che l’ambasciata ha sempre esaminato attentamente le richieste di documenti e che, quando i documenti presentati non sono stati ritenuti soddisfacenti i richiedenti sono stati rimandati in Iraq. La questione è ora passata al ministero della giustizia, ha dichiarato un funzionario di quel ministero. Il Ministro per le politiche migratorie svedese, Tobias Billström, ha affrontato la questione con il Ministro del Lavoro e dell’Integrazione norvegese Bjarne Haakon Hanssen e, secondo quanto riporta la TT all’inizio di febbraio incontrerà l’ambasciatore Bamerni.