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24 dicembre 2023

Buon Natale e Buon Anno Nuovo



Buon Natale e Buon Anno Nuovo

Edo Bri'cho o Rish d'Shato Brich'to

عيد ميلاد سعيد وسنة ميلادية مباركة

Happy Christmas and Happy New Year

Feliz Navidad y Feliz Año Nuevo

Feliz Natal e Feliz Ano Novo

Joyeux Noël et Bonne Année

Fröhliche Weihnachten und Gutes Neues Jahr

God Jul och Gott Nytt År


By Baghdadhope*

21 dicembre 2023

Iraq: card. Sako (patriarca caldeo), pressione sui cristiani “cresce il numero di chi vuole emigrare. Paese rischia di svuotarsi”

By AgenSIR - Patriarcato caldeo
21 dicembre 2023

“Un attacco alla comunità cristiana irachena”: il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, torna a puntare l’indice contro la decisione del presidente dell’Iraq, Abdul Latif Rashid, di revocare il decreto 147 del 2013, emanato dal suo predecessore Jalal Talabani, che riconosce il patriarca, nominato dalla Santa Sede, capo della Chiesa caldea “in Iraq e nel mondo”, oltre che “responsabile e custode delle proprietà della Chiesa”.
Una decisione – “improvvisa, provocatoria, offensiva e scioccante” – che risale agli inizi di luglio di quest’anno e che dal 23 ottobre scorso, riguarda anche altri “13 capi di chiese cristiane irachene, tra questi ortodossi e copti” come spiega al Sir il patriarca caldeo che, da Erbil dove si trova da mesi, parla di “manovre politiche per mettere le mani sui beni ecclesiastici”.
Il decreto, che rientra in una tradizione che risale al Califfato Abbaside e all’Era Ottomana, riconosce la nomina pontificia del patriarca a capo della Chiesa caldea “in Iraq e nel mondo” e lo rende di fatto “responsabile e custode delle proprietà della Chiesa”. Una tradizione antica arrivata fino all’avvento dell’attuale presidente della Repubblica che però l’ha bocciata come incostituzionale.
Da qui la domanda del card. Sako: “Se il Presidente Latif Rashid ha improvvisamente scoperto l’incostituzionalità di questi decreti di lunga tradizione, perché allora non abolisce anche l’attuale consuetudine (che ha solo 15 anni) che vuole eletto un curdo a Presidente della Repubblica, uno sciita a primo ministro e un sunnita a presidente del parlamento?”
Per il patriarca caldeo quanto sta avvenendo è “un fenomeno molto strano che prende di mira i cristiani” cittadini originari dell’Iraq.
“Esiste un piano nascosto per islamizzare l’Iraq, sfollare i cristiani e liberare il Paese dalle minoranze religiose?” incalza Mar Sako che non esita a vedere dietro tutto questo le trame di Ryan al-Kildani, meglio noto come Ryan il Caldeo, capo delle Brigate Babilonia, milizie armate filo iraniane nate per combattere l’Isis, di stanza nella Piana di Ninive, e rappresentate in Parlamento da quattro deputati (sui cinque totali concessi alla minoranza cristiana, ndr).
“I cristiani stanno perdendo la fiducia e vogliono emigrare. Chi resta subisce la pressione di queste milizie. Basti pensare che solo a Qaraqosh, nella Piana di Ninive, sono emigrate almeno 100 famiglie cristiane. Se questo esodo continuerà l’Iraq si svuoterà dei cristiani”.
Da qui una preghiera per il Natale: “preghiamo per realizzare l’annuncio degli angeli, siamo circondati da guerre, tutti cercano interesse e potere e per averli compiono del male agli altri. Preghiamo per la pace nel mondo e nei cuori”.

Natale: card. Sako (Baghdad), “non considerare Gesù una persona astratta”

By AgenSIR  -Patriarcato caldeo
19 dicembre 2023

Un forte invito a non “considerare Gesù Cristo come una persona astratta”. Gesù, infatti, è “una persona reale, vivente che dobbiamo imparare a conoscere. Come cristiani, infatti, abbiamo bisogno di avere piena consapevolezza della nostra fede, e una conoscenza approfondita di essa, in modo che il cuore di Cristo continui a battere in noi, diffondendo speranza nei cuori e sollievo umano, fraterno e spirituale nelle nostre società”.
Ruota intorno a questo concetto il messaggio di Natale del patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, diffuso oggi. Una riflessione che giunge, si legge, “mentre ci prepariamo al Natale, in un mondo che è indifferente ai valori umani e spirituali, e si arrende egoisticamente al materialismo e alle concupiscenze, un mondo che ha iniziato ad affidarsi sempre più all’intelligenza artificiale senza valutarne i rischi per l’umanità, un mondo che è completamente diverso dal passato; un mondo con sistemi politici, di sicurezza ed economici instabili, un mondo che vive guerre in Ucraina e in Terra Santa, conflitti qua e là, mentre la povera gente attende la pace annunciata dagli angeli”.
La Parola di Dio, scrive il patriarca, “è una persona vivente di nome Gesù. Egli si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Nella nostra attuale situazione di stanchezza, abbiamo bisogno di ascoltarlo maggiormente, Lui il Vangelo vivente, di conoscere la voce di Dio, di imparare da Lui, di applicarla radicalmente, di entrare nel mistero del Natale”.
Nel messaggio mar Sako riflette anche su quanto avviene in Iraq, in Terra Santa, in Libano e in Siria, dove, scrive, “sembra che il ruolo di primo piano dei cristiani nella costruzione di ponti di dialogo sia diminuito, non sono più in grado di influenzare, quindi si sono rivolti all’emigrazione”.
Da qui l’esortazione ad “affidarsi a Lui con la mente e con il cuore. Che il nostro atteggiamento sia fermo e coraggioso, anche se esigente”, a pregare perché “la preghiera era la vita di Gesù e deve accompagnare anche la nostra vita perché è l’ossigeno della nostra spiritualità. Preghiamo anche noi con la stessa fiducia di Gesù che si affidava al Padre. Non abbiate paura – conclude mar Sako – Dio ci accetta anche quando pecchiamo”.

Patriarch Sako’s Christmas Message: Yes, to the True Christ, no to the Faked Christ

By Chaldean Patriarchate
December 19, 2023

Patriarch Louis Raphael Sako

To bishops, priests, monks and nuns, consecrated men and women, and all Chaldean faithful in the world.
I extend my heartfelt wishes of a Merry Christmas and happy New Year, to each and every one of you, praying for grace, health, peace and joy throughout 2024 and beyond.
As we are preparing for Christmas, it is necessary to think seriously about our faith in Jesus Christ, and to renew our commitment to Him clearly, especially that we are living in a world that does not care about human and spiritual values, and surrenders selfishly to materialism and pleasure, a world that has begun to depend more and more on artificial intelligence without evaluating its risks to humanity, a world that completely different from the one before. In the mid of such unstable political, security, and economic systems around the world, where people are experiencing wars in Ukraine and the Holy Land, and conflicts almost everywhere, even though poor people are still missing peace and awaiting it as it was announced by angels on Christmas Eve, “and on earth peace” (Luke 2/14).
The Church: The Universal as well as our Chaldean Church, must exercise its mission with courage and without fear, preaching the message of Christ, the “Messenger” of peace, fraternity, and love, and never stop demanding people’s rights, freedom and dignity, in order to achieve justice and equality on the basis of full citizenship.
Who is Jesus Christ for us and What is New in His Mission?
We often have wrong ideas about Christ, unrealistic and imaginary ideas, that are not in line with the Bible. We also deal with him as an “abstract” person, instead of a real person. Christology (theology of Christ) is not a bundle of speculations and abstractions.
In light of the situation in Iraqi, the Holy Lands, Lebanon, and Syria, it seems that the pioneering role of Christians in building bridges among different Churches and with others has declined, which means they are no longer able to influence, so they turned to emigration.
As Eastern Christians, we need to get away from the “canned” information we are familiar with and have instead a “complete” awareness of our faith, and a thorough knowledge of it, so that the heart of Jesus Christ remains beating in us and enables us to spread hope, human, fraternal, and spiritual revival in our societies.
The truth is with those who are living and transmitting it honestly. We must know who is Jesus Christ for us and what is new in His message. This was the fundamental question raised by Jesus asking His disciples, when Peter’s answer came: “You are the Christ, the Son of the living God” (Matthew 16/ 13-14). This faith shows who we are and what we should be.
In my remark at the Synod of Bishops on Synodality (October 4-29, 2023 in Rome), I urged Synod Fathers to search for a new language, including selected and understandable vocabulary to introduce Christian faith to people in a way that would be acceptable in their current culture, since the mentality has changed, and the culture is different from the past.
The Gospel reveals the nature of Jesus’ humanity, His divine filiation, dignity, and message of salvation. It is well-known that the Gospel writers used familiar literary genres to convey the message “meaning”. Therefore, we need to read the “sacred texts” carefully, and search for the meanings behind the letters in order to grow with them.
Christ was born from Virgin Mary, who wrapped, nursed, and raised Him. He cried, screamed, ate, drank, slept and played with His peers. When He grew up He worked and got tired. This does not diminish His greatness.
Jesus had friends, families dear to His heart, such as the family of Lazarus and His two sisters Mary and Martha. He attended with His mother Mary and Saint Joseph the wedding of a friend in Cana of Galilee (John 2/ 1-2). Otherwise, what is the meaning of the fact that He became a complete human being, and that He was “similarly been tested in every way, yet without sin” (Hebrews 4/ 15).
Jesus Christ began His mission when He was thirty years old, surrounded by male and female disciples to deliver His message, after three years of formation (was the circle of formation at that time). However, the minority accepted His message while it was rejected by majority. In the end, He was crucified by Jews, but was risen by God for His faithfulness. His resurrection is from another level and set up our hope for a full and joyful life.
Jesus lived in a society of farmers, shepherds, and Observatory Jewish clergy, with no means of media and social communication that we have today: such as computers, mobile phones, radio, television, and newspapers.
Christ owned His being, His talent, grace, a beating heart that prayed, and a thoughtful mind that loved everyone and served them without exception: “For the Son of Man did not come to be served but to serve” (Mark 10/ 45).
Jesus Christ preached that God is a Father and the source of love. All His words were about the reality of God and His fatherly love. He highlighted our filial relationship with God, considering us as sisters and brothers in one family, which is the family of God, characterized by the utmost joy and happiness. This is the new mystery inspired by Jesus Christ, about which He spoke with passion and boldness, and personified in word and deed.
Jesus taught us that love remains eternal since God is love, and “love never fails” (1 Corinthians 13/ 8). He gave us His “divine spirit,” the flame of His love, so that we might be in His image and likeness. Isn’t He the “firstborn”?
The Word of God is a living person named Jesus Christ before He became a Gospel. He was born in flesh and dwelt among us. He personified this teaching in Himself, even when His mission was painful and been opposed by authorities, politicians, chief priests, and rich people.
Jesus Christ is the Word of God, spoken of Him and in His name without affectation. He gave ordinary things of His life a meaning, spirit, and amazing love.
God is in Jesus and Jesus is in God: “as you, Father, are in me and I in you, that they also may be in us” (John 17/ 21).
The invisible God became visible in Jesus: “Whoever has seen me has seen the Father” (John 14/ 9). Isn’t this “incarnation”?
From this intimate relationship spirituality and morality emerge and continue to the end. The identity of the Christians is related to the identity of Jesus Christ.
Jesus called for repentance “metanoi”, that is, acceptance of newness “the kingdom”. This kind of teaching must rouse us and give us the grace and strength to walk with Him toward resurrection.
Based on this spirituality, Jesus spoke of prayer, love, mutual forgiveness, and serving others to the full: “whatever you did for one of these least brothers of mine, you did for me” (Matthew 25/ 40). He gave us His body in the Sacrament of the Holy Eucharist to receive it, and to remain with us, so that we may all feel that we are sisters and brothers.
Saint Pope John Paul II said in his first encyclical, “Redemptor Hominis,” in 1979.
“Man cannot live without love, because he remains an incomprehensible being to himself; his life has no meaning if love is not revealed to him; if he does not find love; experience it and engaged intimately in it. For this reason, Christ the Redeemer “reveals man completely to himself.” … This is the human dimension of the redemption mystery. In this dimension [sacrificial love] man finds once again the greatness, dignity and value of his humanity” No. 10
Practically: Faith is a radical follow of the footsteps of Christ
In our current exhausting situation, and in order to be in Christmas, we need more of listening to Christ, “the living Gospel”. To listen to the voice of God, learn from it, and apply it profoundly.
Our salvation is based on imitating Christ, and just as His brilliant resurrection surprised everyone, God will surprise us with a beautiful solution to our problems and difficult circumstances. Didn’t He solve the problem of confused women who visited His tomb: “Who will roll back the stone for us from the entrance to the tomb? When they looked up, they saw that the stone had been rolled back; it was very large” (Mark 16/ 3-4).
Let us rely on Him in thought and heart, keeping our attitude firm and brave, in spite of being demanding: “I have the strength for everything through him who empowers me” (Philippians 4/13), so that we can turn everything into grace.
Prayer was the life of Jesus. It should accompany our lives as well, as it is the oxygen of our spirituality. Let us surrender ourselves to Him as He submitted to His Father: “Father, into your hands I commend my spirit” (Luke 23/ 46).
Jesus was reciting short, simple and heart-rending prayers, for example: “Father, Give glory to your son, so that your son may glorify you” (John 17/ 1), “My God, my God, why have you forsaken me?” (Matthew 27/ 46), “not my will but yours be done” (Luke 22/ 42). You may search for other prayers in the Gospel.
Let us also pray with the same confidence: “Thy will be done on earth as it is in heaven” (Matthew 6/ 10). Let us ask forgiveness for our mistakes: “Forgive us our trespasses as we forgive those who trespass against us” (Matthew 6/ 12).
Do not be afraid, God accepts us even when we make mistakes. He loves us, receives us, and coddles us just as the father received and indulged his prodigal son who denied him and wasted his money (Luke chapter 15). Let us respond to God. He is Emmanuel (God with us). Isn’t this His eternal promise? Let us leave other matters behind, for he does everything for good.
Merry Christmas, and happy new year,
O Lord, grant peace and stability to Iraq, the Holy Lands and the world

1 dicembre 2023

Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell'Oriente

24 novembre 2023

Dal 22 al 24 novembre 2023, presso il Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (DPUC), si è tenuta la quindicesima sessione plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell'Oriente.
Dopo l’adozione nel 2022 di un nuovo documento, intitolato "Le immagini della Chiesa nella tradizione patristica siriaca e in quella latina", la Commissione ha avviato una nuova fase di dialogo sul tema "La liturgia nella vita della Chiesa: uno studio comparativo delle tradizioni liturgiche della Chiesa latina e della Chiesa d'Oriente".
Foto Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani
Mercoledì 22 novembre, il Cardinale Kurt Koch, Prefetto del DPUC, ha dato il benvenuto ai membri della Commissione ed ha espresso i suoi migliori auguri per questa nuova fase del dialogo, affermando che: "la liturgia è un ‘locus theologicus’ essenziale nella vita delle nostre Chiese, un ambito privilegiato per lo scambio reciproco di doni, e quindi un campo ecumenico per eccellenza".
In assenza di Sua Beatitudine Mar Meelis Zaia e di S.E. Mons. Johan Bonny, Mar Awgin Kuriakose e il Reverendo P. Hyacinthe Destivelle hanno svolto il ruolo di co-presidenti per questa sessione plenaria.
Come indicato nel comunicato, (vedi sotto ndr.) lo studio e la discussione del tema proseguiranno nella prossima riunione, che si terrà a Roma dal 6 all'8 novembre 2024. Questo prossimo incontro segnerà il 30° anniversario della Dichiarazione cristologica comune tra San Giovanni Paolo II e Mar Dinkha IV, e dell'istituzione della commissione.
Creata nel 1994, la Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell'Oriente ha pubblicato due documenti: il primo nel 2017, intitolato

JOINT INTERNATIONAL COMMISSION FOR THEOLOGICAL DIALOGUE BETWEEN THE CATHOLIC CHURCH AND THE ASSYRIAN CHURCH OF THE EAST

Rome, 22–24 November 2023

The fifteenth plenary session of the Joint International Commission for Theological Dialogue between the Catholic Church and the Assyrian Church of the East took place from 22–24 November 2023 in Rome at the Dicastery for Promoting Christian Unity (DPCU). It was the fifth session of the third phase, on ecclesiology, started in 2017. In line with this general theme, this year’s plenary meeting was dedicated to the topic: “Liturgy in the life of the Church: A comparative study of the Latin and Church of the East’s liturgical traditions”.
On Wednesday, 22 November, His Eminence Cardinal Kurt Koch, Prefect of the DPCU, welcomed all the members of the Commission.
He shared his fond memories of the last session of the dialogue, which concluded with the adoption of a new document, entitled "The Images of the Church in the Syriac and Latin Patristic Traditions", and coincided with the first visit to Rome of His Holiness Mar Awa III, as the new Catholicos-Patriarch of the Assyrian Church of the East.
The Cardinal particularly welcomed the new members, Reverend Father Željko Paša, SJ, and Reverend Father Jijimon Puthuveettilkalam, SJ, and expressed his best wishes for this new phase of the dialogue, stating that: “the liturgy is an essential ‘locus theologicus’ in the life of our Churches, a privileged area for mutual exchange of gifts, and therefore an ecumenical field par excellence”.
The members presented four papers on: “The Constitution on the Sacred Liturgy of the Second Vatican Council”, with a special focus on “The impact of liturgical reform of the Second Vatican Council on the Chaldean Church today (Syria)”, by Bishop Antoine Audo, SJ; “The historical development of the liturgical seasons in the Church of the East”, by Archdeacon William Toma; “Feasts of Saint Mary in the Church of the East”, by Corbishop George Toma; “Feasts of Saint Mary in the Latin Church”, by Professor Theresia Hainthaler.
The Assyrian delegation included His Beatitude Mar Awgin Kuriakose, Metropolitan of the Archdiocese of India and Southern Gulf; His Grace Mar Paulus Benjamin, Bishop of Chicago and Eastern USA; His Grace Mar Abris Youkhanna, Bishop of Duhok and Nineveh, Patriarchal Auxiliary; Archdeacon William Toma, Under-Secretary of the Synod (Co-Secretary); and Corbishop George Toma.
The Catholic delegation included the Most Reverend Antoine Audo, SJ, Bishop of Aleppo for the Chaldeans; Most Reverend Francis Kalabat, Bishop of Saint Thomas for the Chaldeans, USA; Professor Dr. Theresia Hainthaler, Honorary Professor of Sankt Georgen Graduate School of Philosophy and Theology, Frankfurt; Reverend Father Željko Paša, SJ, Dean of Faculty of Eastern Christian Studies at the Pontifical Oriental Institute; Reverend Father Jijimon Puthuveettilkalam, SJ, from Campion Hall, Oxford University; and the Reverend Father Hyacinthe Destivelle, OP, Official of the DPCU (Co-Secretary).
In the absence of His Beatitude Mar Meelis Zaia and Most Reverend Johan Bonny, His Beatitude Mar Awgin Kuriakose and Reverend Father Hyacinthe Destivelle acted as Co-Chairs for this plenary session.
This study and discussion will continue at the next meeting, which will take place in Rome, from 6-8 November 2024. This sixteenth meeting will mark the 30th anniversary of the Common Christological Declaration and of the establishment of this Commission, on 11 November 1994.

Iraq, capi cristiani: il sangue di Gaza (e Qaraqosh) ‘cancella’ le feste di Natale

29 novembre 2023

Foto Patriarcato caldeo
Condanna della “devastante guerra” in Terra Santa, critiche per il ritiro del decreto presidenziale nell’annosa vicenda che vede coinvolto il patriarca caldeo e profondo “dolore” per la tragedia che ha colpito la comunità cristiana a Qaraqosh e che, ad oggi, vede i responsabili impuniti.
Sono i punti principali del comunicato finale diffuso ieri, a conclusione dell’incontro dei capi delle Chiese in Iraq tenuto presso il monastero sacerdotale di Ankawa, a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, su invito del card. Louis Raphael Sako. “Annunciamo l’annullamento delle celebrazioni di Natale e Capodanno” si legga nella nota dei leader cristiani, con le funzioni “limitate alle preghiere e ai riti ecclesiali” in segno di rispetto per le vittime a Qaraqosh e in Terra Santa. Cancellati pure i “tradizionali ricevimenti” delle autorità politiche e religiose (anche musulmane) con relativo “scambio di auguri”.
Si è concentrato sull’attualità, sulla guerra fra Israele e Hamas che rischia di travolgere tutta la regione mediorientale, oltre alla tragedia che ha colpito a settembre la comunità cristiana con l’incidente alla festa di nozze, l’incontro fra i leader e capi delle Chiese. Un vertice iniziato “con un minuto di silenzio” per le vittime “dell’olocausto” di Qaraqosh e del sanguinoso conflitto fra Israele e Palestina e, durante il quale, i leader hanno ribadito che “i cristiani non sono una minoranza in patria” e le “radici” sono “profonde” nell’Iraq. Prima e dopo l’islam, spiega la nota, i cristiani “hanno avuto un ruolo radicato nella storia” della Mesopotamia, fin dalle “prime civiltà”. Essi sono “pacifici” per loro “natura e fede”, non sono inclini a “violenza e vendetta”, ma “nonostante ciò sono stati sottoposti a pressioni, attacchi e tentativi di impossessarsi delle loro case e proprietà in modi subdoli”. Tutto questo ha spinto “coloro che hanno i mezzi a emigrare, per preservare la loro vita e il futuro dei loro figli”, per questo è tempo che lo Stato intraprenda “azioni serie” per “preservarne” i diritti, garantire loro giustizia e “restituire le proprietà usurpate”.
Quest’ultimo punto si lega con la vicenda del patriarca caldeo che, a metà luglio, ha trasferito in via temporanea la sede patriarcale dalla capitale irachena a Erbil, in risposta all’annullamento da parte del presidente della Repubblica del decreto che ne riconosce ruolo e autorità. Una decisione sorprendente, quella del capo dello Stato: Abdul Latif Rashid, infatti, ha sconfessato una tradizione secolare colpendo la massima autorità cattolica irachena, che è anche responsabile della gestione del patrimonio e dei beni ecclesiastici. Ed è qui che ruota la questione di fondo: il controllo delle proprietà finite nel mirino del sedicente leader cristiano “Rayan il caldeo” e delle milizie filo-iraniane che lo sostengono (una galassia variegata che comprende sciiti, cristiani, sunniti, etc), minaccia per la pace e la convivenza per tutta la nazione. Da qui la richiesta, nel comunicato dei leader cristiani, di ripristinare la tradizione millenaria perché “questi decreti sono importanti” in quanto “riconoscono il capo di ciascuna Chiesa” e ne sanciscono “i pieni poteri”.
In riferimento alla tragedia al matrimonio cristiano a Qaraqosh, i capi delle Chiese parlano di “dolore e shock” ancora presenti per la morte “di 133 persone” innocenti e i numerosi feriti. “Chiediamo al governo iracheno - afferma la dichiarazione - di condurre un’indagine seria, per scoprire chi ha causato l’incidente e renderlo responsabile davanti alla giustizia”. Un riferimento non certo casuale, visto che a distanza di due mesi (era il 26 settembre) sulla strage è calato il silenzio e non vi sono ancora oggi elementi certi o persone indiziate. Anche per questo i leader cristiani si rivolgono ai funzionari iracheni chiedendo loro “saggezza e coraggio” per “combattere la corruzione, porre fine alle quote settarie, limitare le armi alle forze legittime e riconosciute dalla Costituzione, rafforzare esercito e polizia” in un’ottica di “stabilità e progresso”.
In apertura dell’incontro, il card. Sako si era rivolto ai presenti evidenziando i “tre ostacoli” da superare per un Paese e una società in cui i cristiani possano davvero vivere: in primo luogo “superare il fanatismo-estremismo” respingendo ciò che “ostacola l’incontro e il dialogo onesto”; la “lealtà verso Dio, Cristo e il nostro Paese” che “amiamo ancora, nonostante le ferite” con la speranza di “vivere in pace, libertà, dignità”; terzo e ultimo, “vigilanza e attenzione” nell’individuare le “molteplici pressioni” cui sono sottoposti gli iracheni e i cristiani in particolare, ricordando a tutte le confessioni e denominazioni cristiane presenti che “è importante lavorare come un’unica squadra in questo momento difficile”.