"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

21 maggio 2018

Nuovi cardinali: patriarca Sako (Baghdad) al Sir, “un grande sostegno per la Chiesa irachena”


By AgenSIR

“Una vera sorpresa, del tutto inaspettata. Ringrazio per questo Papa Francesco. Questa nomina è un grande sostegno per tutta la Chiesa irachena, per il nostro Paese, per il popolo che soffre. Farò tutto ciò che è in mio potere per l’Iraq e per gli iracheni, senza distinzione alcuna”.

Lo ha detto al Sir Louis-Raphaël I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, commentando a caldo la notizia della sua creazione a cardinale, data da Papa Francesco, dopo il Regina Coeli in piazza San Pietro, insieme ad altri 13 nuovi porporati.
Per il neo porporato “Papa Francesco con questa decisione ha voluto ancora una volta, così come era stato per il nunzio in Siria, il card. Mario Zenari, esprimere la sua vicinanza ad una terra macchiata da sangue innocente, dove i cristiani sono stati oggetto di tanta violenza”. “Noi cristiani – ha aggiunto Mar Sako – non abbiamo spade, ma solo le armi della pace, della preghiera, della convivenza armoniosa. La nostra vocazione è perdonare settanta volte sette, vale a dire sempre. Siamo chiamati ad essere artigiani di pace, costruttori di speranza e di dialogo. I nostri fratelli musulmani apprezzano questa nostra cultura di pace”. Tra le tante attestazioni di stima giunte al neo porporato anche quella del religioso sciita Moqtada al Sadr, fresco vincitore delle elezioni di sabato 12 maggio. “Mi ha chiamato al Sadr che ha usato parole che mi hanno commosso: ‘La pace del Signore sia su di te’. Mi ha anche ribadito che è pronto ad aiutare e a collaborare con i cristiani”, ha rivelato il patriarca caldeo. “Da parte di autorità di Governo e di leader religiosi musulmani, sciiti e sunniti, come anche da gente semplice… tutti mi hanno espresso la loro gioia dicendo che questa nomina è un dono grande per il nostro Paese, un infuso di speranza per un futuro migliore. Ma è anche un segno di vicinanza spirituale alla nostra fede, non solo cristiana, come mi ha detto un musulmano”.
“Venerdì scorso
– ha poi ricordato Mar Sako – ho ordinato quattro nuovi sacerdoti caldei e, donando loro un grembiule e una croce in legno, li ho esortati a vivere da servitori del Vangelo. La stessa esortazione che rivolgo non solo ai sacerdoti ma anche a tutti i fedeli: non cerchiamo potere, denaro, fama. Seguiamo il Vangelo servendo con gioia il gregge che Gesù ci affida. Il grembiule è un simbolo evangelico dal grande significato. Esso ci esorta a vivere come servitori e non come autorità. Vestire il grembiule vuole anche esprimere la semplicità dello stare vicino alla gente, esserne amico, stare al suo fianco. È con questo spirito che accolgo la nomina voluta dal Santo Padre”.